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Insediato il nuovo vescovo mons. Martella
19 marzo 2001
MOLFETTA – 18.3.2001 Ha fatto il suo ingresso ufficiale in città, con una solenne cerimonia nella Cattedrale, il nuovo vescovo della Diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo, mons. Luigi Martella. Il nuovo pastore, 52 anni, è originario di Depressa, piccola frazione di Tricase; professore di teologia morale presso l'Istituto Teologico pugliese, è stato fino al momento dell’ordinazione episcopale direttore spirituale dal 1994 del seminario regionale di Molfetta. Don Gino era stato consacrato vescovo nella diocesi di Otranto da cui proviene da mons. Francesco Cacucci, arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto e già vescovo di Otranto. Alla cerimonia aveva partecipato mons. Donato Negro, arcivescovo di Otranto, che è stato l’ultimo vescovo di Molfetta in ordine di tempo. A ricevere il vescovo c’era la commissaria prefettizia Antonella Bellomo (presenti anche il presidente della Regione Fitto, il prefetto Blonda e il sindaco di Tricase Ecclesia). “Stringo la mano a tutti voi – ha esordito il nuovo vescovo – voglio essere uno di voi. Abbiamo la necessità di farci ascoltare dai giovani, di stare con loro, di capire le loro ansie. Dobbiamo collaborare per raggiungere migliori condizioni di vita, senza cedere al permissivismo”. Per permettere a tutti di seguire la cerimonia, essendo insufficienti i posti in Cattedrale, era sto sistemato all’esterno della Chiesa madre un maxi schermo. Lo stemma del nuovo vescovo è molto semplice: in alto la scritta IHS (il nome del Signore) raggiante d’oro in uno sfondo nero, nella parte bassa dello scudo ci sono tre onde d’argento in campo verde. Il motto del vescovo è “propter nomen suum”, per amore del suo nome.
La contemporanea conferenza sull’omosessualità non ha turbato la manifestazione, né ci sono state prese di posizione, né condanne da parte del vescovo e della chiesa, né Gay Pride, come aveva anticipato il “Corriere del Mezzogiorno”, che anzi oggi ha fatto una vergognosa marcia indietro di 360 gradi, titolando: “Molfetta, tra gay e Chiesa nessuna polemica”. E’ la seconda bufala in pochi giorni, dopo l’infortunio sulla presunta bocciatura dell’art.51 sulle cooperative edilizie da parte del commissario prefettizio, poi smentita dalla stessa dott. Bellomo a “Quindici”. Per l’edizione pugliese dell’autorevole “Corriere della Sera” non è una bella figura.
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