Incendio nel centro storico di Molfetta, bruciano rifiuti e pneumatici
Da tempo quell'area era diventata un deposito di materiale di scarto, come mai nessuno a provveduto a rimuoverlo? Necessario individuare le responsabilità e le omissioni per garantire sicurezza (non solo a parole) ai cittadini
MOLFETTA - La sicurezza della città si garantisce anche con la prevenzione. Ma questa volta la prevenzione non solo non c'è stata, ma si può parlare di vera e propria incuria.
Un incendio ha interessato verso le 12.30 di oggi il centro storico di Molfetta, in particolare un'area recintata in via Mammone, alle spalle della chiesa di San Corrado. Una nuvola nera ha avvolto tutta l'area anche perché a bruciare oltre a sterpaglie, materiale di risulta, travi di legno, sono stati anche diversi pneumatici abbandonati.
Il rogo è avvenuto nello stesso punto in cui, nel gennaio di quest'anno, fu bruciata l'autospazzatrice dell'Asm e questo rende l'episodio ancora più grave. L'Asm sapeva delle condizioni in cui si trovava l'area? Perché non ha provveduto a rimuovere tutti i rifiuti, per evitare ciò che poi è avvenuto? I vigili del fuoco intervenuti la prima volta hanno verificato che l'area era a rischio, segnalando il pericolo all'amministrazione comunale? Le imprese edili che lavorano nella zona, utilizzano quest'area come deposito? Come mai l'ufficio tecnico comunale non è mai intervenuto? I vigili urbani erano a conoscenza della situazione, considerato che hanno un ufficio nel centro storico? Il sindaco era stato informato?
Gli interrogativi sono tanti e, dopo questa vicenda che poco importa sia di origine dolosa o meno, occorrono risposte sicure da parte di tutti coloro che, direttamente o indirettamente, sono coinvolti. Sarebbe opportuno, perciò che il sindaco Azzollini apra un'inchiesta per verificare ritardi, omissioni, incurie, chiamando a rispondere chi ha omesso controlli e vigilanza.
Altrimenti parlare di prevenzione e sicurezza serve solo a riempire un comunicato stampa, ma non a dare tranquillità ai cittadini.