Inaugurate due nuove ambulanze per il SerMolfetta
La grande comunità del SerMolfetta ha due nuove leve su cui poter contare: si tratta di due nuovi mezzi, nello specifico nuove ambulanze inaugurate presso il Purgatorio di Molfetta, che andranno a sostituire le precedenti ormai consumate dall’usura. Soggetti all’usura sono i mezzi di trasporto, ma non la passione e l’impegno dei volontari, sempre disponibili alla cooperazione, questa volta con le Consorelle della Pia Associazione Femminile dell’Addolorata di Molfetta. «Ogni anno la nostra associazione effettua una donazione: quest’anno la nostra scelta è stata indirizzata ad una realtà operativa sul territorio e ricca di giovani» spiega la Presidente della Pia Associazione Femminile dell’Addolorata di Molfetta, Maria Grazia Uva. «Con i fondi ricevuti dall’associazione abbiamo provveduto all’acquisto di un ventilatore polmonare, un’apparecchiatura sanitaria utile nelle emergenze in cui il paziente risente di gravi difficoltà respiratorie » afferma Giovanni Sasso, responsabile del settore sociale del Ser, che non dimentica di precisare come la condivisione di mezzi sempre efficienti non escluda la condivisione di un rapporto di stima finalizzato al bene comune. Ad arricchire il suo intervento il presidente del SerMolfetta, Salvatore del Vecchio, che fa chiarezza sul valore del dono. «Donare significa privarsi di qualcosa per metterla a disposizione degli altri ed è per noi una missione quotidiana». La frequenza dell’operatività sul territorio è sottolineata anche dal primo cittadino, Tommaso Minervini, la cui presenza all’evento non ha esclusivamente una valenza istituzionale, ma un forte significato morale. «Abbiamo bisogno di sentirci comunità, abbiamo bisogno del settore sociale che sta andando incontro ad una modernizzazione, specie se guardiamo alle confraternite e alle associazioni come quelle presenti, elementi indiscutibilmente formativi per la nostra città». A conclusione di questi interventi, colmi di spunti di riflessione e di consapevolezza, la benedizione di don Ignazio Pansini alle nuove ambulanze e a tutti i volontari su cui si regge il territorio. «La benedizione è una carezza che ha origine non nell’azione stessa, ma nell’intenzione con cui la si compie, che non deve mai essere esente dalla rettitudine». Dopo la benedizione il volontariato continua la sua missione nell’umiltà e nel silenzio, eccetto per il suono delle sirene delle ambulanze, il cui primo giro per la città durante la mattinata è stato effettuato per trasmettere non emergenza, ma presenza.