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Il sindaco non fa i nomi degli assessori, tutto rinviato a martedì
20 maggio 2001

MOLFETTA – 19.5.2001 Niente nomi, per ora. Il nuovo sindaco della coalizione di centro-destra, Tommaso Minervini, nel corso della sua prima conferenza stampa ha annunciato che i nomi dei nuovi assessori saranno resi noti solo dopo il suo insediamento previsto per lunedì 21, mentre il consiglio comunale sarà insediato fra un mese. Il sindaco ha ringraziato gli elettori per averlo votato e per aver dato una prova di maturità non disertando le urne e ha invitato tutti alla pacificazione dopo la “campagna di odio” scatenata durante la campagna elettorale. Per Minervini la campagna elettorale è chiusa, ma ha accusato i suoi avversari di continuare ancora a comportarsi come se si fosse in clima elettorale (forse ha dimenticato che lui la campagna elettorale, l’ha cominciata un anno prima, ndr). Ha biasimato anche quanti hanno criticato la presenza in consiglio comunale di infermieri, portantini e simili e si è detto orgoglioso di aver portato in lista anche i netturbini. - Dove ha trovato tutti i soldi che ha speso nella campagna elettorale? “Sono frutto dei risparmi miei e di mia moglie – ha detto Tommaso - e tutti sanno che ho venduto anche un terreno. Del resto proprio ieri mio cognato mi ha ricordato che il mio conto in banca è in profondo rosso e ho sforato di molto anche il fido che mi era stato concesso”. Il neo eletto ha confermato di voler modernizzare la macchina comunale e di puntare sulle nuove tecnologie e sulla rivalutazione dell’agricoltura. - Era certo di vincere e in queste proporzioni? “Certamente, perché si erano intrecciati dei fattori positivi che andavano dalla voglia di cambiamento, dal collegamento con le elezioni politiche e dal fatto che la gente aveva capito la nostra proposta di governo a rete come valore in più. Infine, è apparso chiaro il nostro messaggio di pacificazione”. - Ma ha goduto anche dell’effetto Berlusconi? “In parte, perché ho preso 14mila voti in più del candidato del centrodestra”. - Non dovrebbe avere problemi a governare, visto che ha ben 21 consiglieri e si può permettere anche il lusso di perderne qualcuno per strada, come è avvenuto in passato? “Non lo vedo come un problema, anche perché tutti abbiamo fatto un patto di stabilità e dobbiamo andare fino in fondo mantenendo quel patto. Tra l’altro non esisterà un gruppo che decide per gli altri, ma tutti devono procedere insieme nel processo decisionale. E la stabilità si fonda anche sulla competenza e professionalità degli uomini che collaboreranno con me. Del resto io sarò il primo giudice delle mie azioni”. - Gli assessori saranno tecnici o politici? “E’ finita la stagione dei tecnici che hanno provocato solo grandi fallimenti. Coniugheremo l’appartenenza politica alla competenza e alla qualità. Le forze politiche mi hanno fornito delle indicazioni, ma sceglierò io la squadra. Non sono vere le voci che parlando di stipendi da un milione al mese per i consiglieri comunali”. - Sarà costretto a subire un bilancio che non è suo? “E’ una questione delicata e preoccupante, ma credo che il bilancio dovrà essere riformato. Attingeremo ai Por regionali e cercheremo di attivare tutti i sussidi alle imprese e i miei collaboratori saranno scelti anche per i loro collegamenti con le centrali finanziarie”. - Quali opere pubbliche avvierete subito? “Prima dobbiamo completare quelle esistenti e ci auguriamo che vengano rinegoziati in Europa i parametri di Maastricht per accedere a nuovi finanziamenti”. - A Molfetta ha perso la sinistra o ha vinto la destra? “Ha vinto l’idea di unità e quella dei valori e soprattutto l’idea della Casa delle libertà di chi aveva la capacità di rinnovare la città. La sinistra la smetta di piangersi addosso e provi a cominciare da capo”. - Lei nella campagna elettorale ha chiesto a tutti i partiti di rinunciare a qualcosa, lei a cosa ha rinunciato? “Alla famiglia e all’attività professionale e a una situazione più serena”. Questa la cronaca, i commenti li faremo, come sempre, separatamente. Una prima impressione: Tommaso ha parlato come un uomo di destra e come una persona convinta di avere il controllo totale della situazione e di poter dominare l’eterogenea coalizione che si è portato dietro. Come? Non scontentando nessuno. Dovrà quadrare il cerchio? No, ci sono posti e incarichi per tutti. E’ il prezzo della pacificazione politica. Ma forse la città ha fatto un salto indietro. Felice de Sanctis
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Rispondo al sig. Corrado Minervini chiedendogli se legge "Quindici": non credo, altrimenti avrebbe saputo quante volte abbiamo criticato Guglielmo (che non è mai stato il "mio Guglielmino", come con sciocca ironia scrive, non ho mai avuto nulla da lui, nè gli ho chiesto nulla, il giornale lo paghiamo da soli non abbiamo contributi comunali come altri, stiamo sul mercato: viviamo solo dalle vendite e dalla pubblicità. Siamo uomini liberi, ma che hanno delle opinioni). Se legge "Quindici" vuol dire che non sa leggere o non vuole. Lasci perdere, allora, la polemica spicciola e interessata come la sua, impari un po' di tolleranza ed esprima solo le sue opinioni come io credo abbia il diritto di esprimere le mie, come giornalista corretto come sono sempre stato in 30 anni di mestiere. Se lei legge la notizia, nota che ho specificato di riportare prima i fatti e poi, separatamente, le opinioni. Così si fa corretto giornalismo. Ammenocché lei, che credo sia della destra, non voglia mettere il bavaglio a chi non la pensa come la sua parte politica. Io accetto le sue opinioni, lei accetti le mie o vada a vivere in un paese autoritario. Che vuol dire "obiettività"? Scrivere solo a favore di Tommaso e della destra? Ma perché in questo paese non impariamo a diventare democratici e a confrontarci senza insulti e ironie imbecilli. In quanto alla credibilità della testata, credo che ce la siamo già conquistata sul campo grazie alla nostra onestà nel dire come la pensiamo, ma ospitando tutti i contributi anche degli avversari. Non siamo come altri giornali locali che sotto falsa obiettività nascondono scarsità di idee e confusione, perché mettono tutto dentro: sono contenitori, non giornali. E' una loro scelta, noi siamo un giornale diverso, di fatti, di opinioni e di scelte. Per questo "Quindici" ha un grande successo: 2.000 copie in edicola e 15.000 accessi in Internet in soli 4 mesi. Questo governo non ci piace e lo diciamo chiaramente, ma lo giudicheremo dai fatti non in base alle nostre opinioni. In quanto ai deficit del Comune, credo che lei debba prima imparare a leggere un bilancio e poi a dare giudizi avventati. Sarebbe troppo lungo fare una lezione qui. Vada da un buon ragioniere, magari qualcuno di quelli che siederanno nel prossimo consiglio... Felice de Sanctis



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