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Il sindacato gente di mare Cub: fuori i filippini dalle navi italiane
30 giugno 2012

Il sindacato gente di mare (Cub) ha inviato al Ministero dei Trasporti, Comando Generale delle Capitanerie di Porto, una nota per sollecitare l'applicazione della decisione della Commissione Europea circa l'imbarco di marittimi filippini sulle navi Italiane.

La Comunità europea ha ritenuto non affidabile la preparazione del marittimi filippini a seguito di un rapporto dell'ESMA.
Molti filippini sono imbarcati su navi italiane iscritte nel registro-bis, soprattutto sulle navi da crociera, e questo ha creato una grave crisi occupazionale nel settore, e molti sono i marittimi italianidisoccupati, soprattutto nel Mezzogiorno.
 
Ecco il testo del comunicato:
«Con riferimento alla intercorsa corrispondenza ed in particolare al contenuto della missiva 07/12/2010 prot. 0116541, a firma del C.A. (CP) Cristiano Aliperta, ci sia consentito di rilevare quanto segue.
Più volte siamo intervenuti sulla grave crisi occupazionale che coinvolge i lavoratori marittimi soprattutto del Sud Italia, residenti a Molfetta, Mola di Bari, Monopoli, Pozzallo, Palermo, Napoli, Trapani, Carloforte, ecc.., che va ben  oltre la vicenda della Tirrenia, della quale si parla solo oggi; abbiamo affermato che la crisi non atteneva al settore trasporto ma alla circostanza che sulla navi italiane iscritte nel registro-bis, era alta la presenza di personale non comunitario, ed in particolare di filippini.
Sia subito chiaro che nessun marittimo intende porre una questione razziale: ma deve essere altrettanto chiaro che le regole ci sono e tutti debbono rispettarle.
Il riferimento è alla decisione della Commissione Europea - certamente ben nota a codesto ufficio - che ha ritenuto inaffidabile la preparazione dei marittimi di quel Paese e ne ha vietato l’imbarco su navi battenti bandiera di uno Stato comunitario: è noto che su quasi tutte le navi del registro bis italiano, ma soprattutto su quelle da crociera, rilevante è la presenza di personale filippino ed anche di ufficiali di quella nazionalità.
Riteniamo urgente una convocazione del Gruppo di Lavoro – al quale chiediamo di essere presenti - per assumere una decisione attuativa sull’argomento, che valga anche a scongiurare ulteriori sinistri nella navigazione marittima e per dare soluzione a questo gravissimo problema, che attanaglia il settore e del quale in molti si fanno portavoce».
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Cari amici e colleghi marittimi in riferimento all'articolo pubblicato dal sindacato gente di mare CUB , intitolato “ Fuori i marittimi filippini dalle navi Italiane” , volevo esprimere il mio pensiero a riguardo. Premesso che condivido questa azione di lotta, se cosi la vogliamo chiamare intrapresa da quest'ultimo ,per la tutela dell'occupazione del personale comunitario ,credo che se chiediamo di mandare via i filippini dalle navi italiane perché la Comunità europea ha ritenuto non affidabile la loro preparazione a seguito di un rapporto dell'ESMA, gli armatori anziché imbarcare Filippini imbarcheranno gli Indonesiani, i Samoani o i Coreani e quindi cosa cambia a livello occupazionale ? ma se chiediamo di far rispettare l'articolo 318 del codice della navigazione comma 1 (Nazionalità dei componenti dell'equipaggio). nella quale stabilisce che l'equipaggio delle navi nazionali armate nei porti della Repubblica deve essere interamente composto da cittadini italiani o di altri Paesi appartenenti all'Unione europea penso che per i marittimi italiani ci fossero più possibilità di lavorare in quanto a parità di stipendio tra un italiano ed un comunitario l'armatore preferisce l'italiano. Poi c'è l'altro nodo di questa legge che è il comma 2 nella quale stabilisce che: il Ministro dei trasporti e della navigazione, in caso di particolari necessità, può autorizzare che del personale di bassa forza di bordo facciano parte stranieri in misura non maggiore di un terzo dell'intero equipaggio. Qui nasce il punto dolente della questione in quanto questa legge è stata ben aggirata nel corso degli anni con il famigerato e noto a tutti Crew Shortage nella quale gli armatori si lamentano che non trovano personale italiano disposto ad imbarcare sostenendo che i giovani italiani non hanno vacazione per il mare e quindi con il benestare delle organizzazioni sindacali che hanno permesso tutto questo sostenendo quanto affermato da quest'ultimi, si è venuta a creare questa situazione di notevolissimo disagio occupazionale per i marittimi italiani. Eppure il paradosso è proprio questo : che le organizzazioni sindacali dovrebbero tutelare i lavoratori italiani ed invece firmano per poter imbarcare sempre di più extracomunitari. Se la dobbiamo dire tutta ,gli armatori vogliono usufruire degli sgravi fiscali derivanti dal Registro Internazionale , dalla Tonnage Tax e di tant'altro, ma vogliono imbarcare personale a basso costo. Non mi vorrei soffermare tanto sul Crew Shortage ma una precisazione mi e' doverosa farla. Se gli armatori si lamentano che non trovano personale italiano basta che si rivolgono alle varie Capitanerie d'Italia ed in particolare a quella di Torre del Greco e chiedono quante nuove matricole vengono rilasciate ogni anno. Vi posso garantire a migliaia e non riescono a trovare un imbarco. Perciò cari amici e colleghi apriamo gli occhi ,appoggiamo le iniziative di queste persone che cercano di battersi per risolvere i veri problemi che ci affliggono e non fidatevi di persone che vi danno il contentino ,cioè di farvi imbarcare sulle navi di vostro gradimento, cosi non andremo da nessuna parte. I nostri problemi sono tanti come il non riconoscimento del lavoro usurante, il rinnovo del contratto, l'età pensionabile , le tabelle d'armamento, l'alimentazione sulla nave e tanti tanti altri ancora ,ma non aspettiamo sempre che siano gli altri a risolverci i problemi ,ma iniziamo noi .Fraterni saluti. C.L.C Mario Collaro


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