Il pubblico “muto” dei lettori
A proposito degli articoli di Odifreddi e Severino e dell'intervento di Roberta De Monticelli che invoca dialogo tra filosofi e filosofi; filosofi e scienziati (La Repubblica 21.4.2005): la scrivente, non possedendo una profonda cultura filosofica e scientifica, rappresenta quello che la De Monticelli definisce “il pubblico dei perplessi” che resta muto con le sue domande mentre i pensatori ad alto livello si comportano come monadi distinte e superbe.
Come stupirci, si domanda Roberta De Monticelli, se noi italiani restiamo indietro in tutte le materie della civiltà contemporanea e diventiamo sempre più litigiosi?
In Italia, aggiunge la sottoscritta, secondo i dati del Lang Life Learning 1999, il 66% della popolazione ha insufficiente competenza alfabetica e aritmetica e l'ISTAT aggiunge che i due terzi degli italiani non legge mai nè un libro nè un quotidiano.
Quando nessuno dei grandi maestri ci insegna a pensare ossia a dialogare con responsabilità di linguaggio e si pone invece come Proposta di sapienza, frontalmente, nei confronti dell'altro pensatore, il pubblico non può non rimanere muto.
Ma qualcuno, pur appartenente a questo pubblico, pur si domanda (e qualche sapiente deve rispondere se avverte il dovere di essere utile perché l'analisi e la conoscenza di verità contingenti (scienze empiriche) esclude l'analisi e la conoscenza di Verità filosofiche e religiose?
Esiste attualmente un pensatore o una scuola di pensiero che si è preso l'incarico di studiare Scienza e Metafisica, Politica ed Etica come tutte indispensabili alla crescita dell'Umanità, alla corretta e responsabile conoscenza delle sue esigenze materiali e spirituali, della sua essenza, del suo essere e del suo dover essere? Per il presente e il futuro.
A livello di “intuizione” ritengo che devono esserci dei “collegamenti tra Religiosità, Scienza e Filosofia.
Gianna Sallustio