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Il PoliBus di Emergency a Molfetta sabato e domenica
22 luglio 2011
MOLFETTA -
Visto da fuori è un autobus Rosso. Con le insegne bianche di Emergency stampate sulle fiancate.Visto da dentro è un ambulatorio. Perfetto. Con lo stile e lo spirito di Emergency che traspare dall'attività degli operatori che lo animano.
E' il PoliBus. Lo chiamano così quelli dell'organizzazione umanitaria del chirurgo milanese Gino Strada il poliambulatorio mobile che ormai da un anno si muove attraverso l'Italia per portare assistenza sanitaria dove è richiesto da situazioni di emergenza.
E' stato a Manduria lo scorso mese di Aprile, nel periodo caldo in cui gli immigrati sbarcati a Lampedusa venivano ospitati nella tendopoli tarantina. E adesso, dal 19 maggio, si trova in provincia di Foggia, muovendosi nelle campagne di Rignano, Cerignola e Ciceroni, dove vivono e lavorano numerosi migranti stagionali arrivati per la raccolta del pomodoro, e sostando spesso presso il campo nomadi di Arpinova.
All'interno un medico, un infermiere e un mediatore culturale si occupano della cura di persone provenienti da ogni parte del mondo: Macedonia, Senegal, Mali, Burkina Faso, Costa D'Avorio, Guinea, Ghana, Nigeria e altri paesi africani. I pazienti, per la maggior parte intorno ai trent'anni di età, soffrono principalmente di patologie muscolo-scheletriche e cutanee, dovute soprattutto alle condizioni di lavoro nei campi. Più di 500 persone sono state visitate fino ad oggi in maniera assolutamente gratuita.
Un altro PoliBus, 'gemello' di questo, opera da lunedì 27 Giugno a Cassibile (Siracusa), in una zona in cui vivono migranti impiegati nella raccolta delle patate. I pazienti curati provengono dai paesi del Maghreb e dell'Africa subsahariana.
Sabato 23 (dalle 18 alle 22) e domenica 24 (dalle 10 alle 22) il PoliBus sarà a Molfetta, su Banchina San Domenico. Lo si potrà visitare, con la guida dei volontari del gruppo cittadino di Emergency, che hanno fortemente voluto la sua presenza per promuovere le attività dell'organizzazione e raccogliere fondi a sostegno di questo progetto.
Ulteriori informazioni sull'evento possono essere richieste all'indirizzo email
emergencymolfetta@libero.it
, oppure ai numeri telefonici 3408301344, 3476033030, 3387173171.
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Jonathan Livingston _ Volo Libero
23 Luglio 2011 alle ore 16:20:00
..........non c'è bisogno d'essere nazisti per diventare assassini: in nome della democrazia, del cristianesimo, della libertà, si massacra tanto bene quanto in nome del “grande” Reich. E se il processo di Norimberga fu un processo legale dovremo rifarlo: al banco degli accusati mettendo stavolta quei bravi ragazzi, quei bravi generali che davan l'ordine di ammazzare i civili, di non lasciare viva neanche una gallina..... Al collo portano le crocettine, le medagliette con la Madonna, in tasca portano le fotografie dei parenti, e se ci parli a quattr'occhi ti rubano il cuore, ti dimostran d'avere sani ideali............Il vento d'inverno gela di nuovo i boschi della mia Toscana ed Elisabetta m'è venuta accanto nel letto, minuscola indifesa contenta. “La luna, guarda la luna!” Una nave spaziale con tre uomini a bordo sta orbitando la luna, presto altri vi sbarcheranno ad allargare i confini della nostra perfidia e del nostro dolore: guardala, eccola sulla schermo della TV. Ho amato molto la luna, ho invidiato molto chi ci sarebbe andato. Ma ora che la guardo, così grigia e vuota e priva di bene, di male, di vita, già sfruttata per farci dimenticare le colpe, le infamie di qui, per distrarci da noi stessi, ricordo una frase che tu mi dicesti, Francois: “ La luna è un sogno per chi non ha sogni”. E preferisco questa palla verde e bianca e azzurra e brulicante di bene di male di vita che chiamano Terra. E' una palla avvelenata, lo so, e a toccarla a starci si muore, lo so: la vita, Francois, è una condanna a morte. Però hai ragione a non dirmelo. E' proprio perché siamo condannati a morte bisogna attraversarla bene, riempirla senza sprecare un passo, senza addormentarci un secondo, senza temere di sbagliare, di romperci, noi che siamo uomini, né angeli né bestie ma uomini. Vieni qua, Elisabetta, sorellina mia. Un giorno mi chiedesti cos'è la vita: vuoi ancora saperlo? “Si, la vita cos'è?” - “E' una cosa da riempire bene, senza perdere tempo. Anche se a riempirla bene si rompe.” – E quando è rotta” – Non serve più a niente. Niente e così sia.” (Niente e così sia – O. Fallaci)
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GUY FAWKES
22 Luglio 2011 alle ore 21:03:00
…questo scrive Gino Strada a sua moglie Cecilia ( tratto dal suo libro-diario BUSKASHI' viaggio dentro la guerra afgana)…”La guerra rende tristi. Ho visto le vittime. Vere, reali, ho ancora negli occhi le loro facce di esseri umani sofferenti. Non credere una parola, quando diranno che hanno “sconfitto il terrorismo”.Sono bugie, enormi bugie che difenderanno con i denti per coprire i propri enormi crimini e i propri interessi. Ma i morti e i feriti sono lì, se ne trovano i resti e la memoria, se si ha il coraggio di farlo. Abbiamo curato più di duemiladuecento persone, in questi mesi: l'ottantasette per cento erano civili. Anche questa volta hanno assassinato migliaia di civili innocenti, hanno fatto la stessa cosa dei terroristi che dicevano di voler punire. Non credere una parola, ogni volta che cercheranno di spiegare come sarà bella la guerra futura, tecnologica, selettiva, “umanitaria”. Sarà solo un altro carico di morte e di miserie umane. Venendo qui abbiamo fatto il nostro dovere, ed è stato utile. In questi mesi all'interno della guerra abbiamo lavorato molto, rattoppando ferite. E abbiamo capito che non possiamo tacere di fronte ai crimini, anche quando compiuti in nome della “civiltà”. Non ho visto giustizia, in questi mesi, né pietà, non ho visto ragione né umanità. Forse anche per questo ho bisogno di casa. Sarò sempre contro la guerra, perché non sarei capace di vivere pensando a te in mezzo all'orrore.”
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