Il piano regionale ridimensiona l'ospedale di Molfetta
MOLFETTA – 1.8.2002
Come previsto e come ampiamente anticipato sia da “Quindici” che da “Quindici on line”, il piano regionale sulla sanità, annunciato dal presidente Fitto ha previsto un ridimensionamento dell'Ospedale di Molfetta (nella foto) a favore di quello di Bisceglie. Insomma, Bisceglie-Molfetta, 1-0: 271 posti letto contro 157; 12 reparti con possibilità di degenza, contro 8. 7 unità operative senza posti letto, contro 5.
Naturalmente non mancano le polemiche, soprattutto da parte dell'opposizione di centro-sinistra, contro il sindaco Tommaso Minervini e i parlamentari sen. Antonio Azzollini, che non avrebbe difeso la struttura molfettese e l'on. Amoruso che, da biscegliese, avrebbe favorito il nosocomio della sua città. Sotto tiro anche l'amministrazione di destra di Molfetta, accusata di aver ignorato il nostro ospedale.
A insorgere per primi sono stati i consiglieri comunali della “Margherita”, Nicola Piergiovanni e Nino Sallustio.
"Tagli ingiustificati all'ospedale di Molfetta", dichiara senza mezzi termini il partito di opposizione. "Il piano regionale di riordino della rete ospedaliera penalizza senza alcuna seria giustificazione l'ospedale di Molfetta". La Margherita punta il dito contro la riduzione dei posti letto, la sospensione di alcuni reparti, la domanda non soddisfatta da questo piano di riordino, di nuove attrezzature e strumentazioni che da anni mancano nella struttura ospedaliera di Molfetta.
"Il piano di riordino - precisa Piergiovanni - avrebbe dovuto prevedere la riapertura dei reparti di ginecologia e ostetricia, la dotazione delle apparecchiature per la Tac e la risonanza magnetica, l'attivazione del reparto di rianimazione pronto da anni e mai entrato in funzione".
Dure anche le parole usate da Nino Sallustio: "Siamo scandalizzati: rischiamo di diventare lo sgabuzzino della sanità regionale".
Pronta la replica di Damiano de Palma, consigliere comunale di An. "Riordinare il sistema ospedaliero pubblico era un'esigenza reale, e tutte le strutture hanno dovuto adeguarsi in qualche modo al bisogno di razionalizzare la rete sanitaria regionale".
Ma anche il consigliere di An non nega i "tagli eccessivi" subiti da Molfetta: "Forse il nostro ospedale è tra i più colpiti dalla rimodulazione ospedaliera: è pur vero che i tagli non sono stati fatti alla cieca, e che se soppressioni e riduzioni ci sono state, sono state valutate sulla base della competitività di ciascun reparto, ma è necessario trovare il giusto equilibrio anche nella razionalizzazione".
Molfetta "penalizzata" potrebbe rialzare la testa? "Il nostro partito - continua De Palma - insieme alle altre forze di maggioranza e spero anche con la collaborazione delle opposizioni, tenterà di sollecitare aggiustamenti e correzioni nella fase di approvazione definitiva del piano di riordino ospedaliero, presso il consiglio regionale". Un salvataggio in corner, insomma. Per questo si stanno mobilitando le stesse forze politiche di centro-destra, per evitare una debacle completa.
Intanto parte una petizione popolare per salvare l'ospedale di Molfetta. Oltre alla polemica politica, il dibattito si sposta ora tra i cittadini.
Da qualche giorno presso l'ospedale sono stati allestiti quattro presidi per la raccolta di firme contro le ultime risoluzioni della Regione. Chiedono, i cittadini firmatari, "una urgente ed equa revisione del piano di riordino".
In particolare, si fa presente che "l'ospedale di Molfetta è una struttura sanitaria al servizio di un bacino d'utenza di quasi 100.000 abitanti considerando che ad esso si rivolgono anche i cittadini di Giovinazzo" e che ingiusti e fortemente penalizzanti sarebbero le disposizioni regionali, sia per "l'intera comunità cittadina sia per coloro che con professionalità operano nell'ospedale".
Non va giù l'accorpamento di Molfetta con l'ospedale di Bisceglie, e soprattutto il fatto che a fare la parte da leone, a fusione avvenuta, sia proprio la città limitrofa. Lì, infatti, sono stati trasferiti gran parte dei reparti con possibilità di degenza, dei servizi di diagnostica e day hospital.
Riequilibrio nella distribuzione dei reparti di base (Ostetricia-Ginecologia, Ortopedia e Chirurgia), attivazione dell'Unità di terapia intensiva coronarica, che attende da anni di entrare in funzione, potenziamento della tecnologia per la diagnosi radiologica (Tac, risonanza magnetica), riattivazione dei servizi di day hospital (ipertensione, gastroenterologia, nefrologia), che negli anni scorsi si erano affermati per qualità e numero di utenti. Queste le richieste contenute nel testo della petizione.
Si punta il dito, inoltre, contro il lungo periodo di abbandono dell'ex Preventorio. "L'imponente struttura, ristrutturata nel 1998, è rimasta inutilizzata in attesa di decisioni della Regione Puglia", recita la petizione che, tra le richieste da inoltrare alla Regione, sollecita anche l'immediato utilizzo del fabbricato recuperato, con l'insediamento di un "Centro regionale per la cura e la riabilitazione o una Residenza sanitaria assistita dotata di attrezzature all'avanguardia e di personale specializzato nelle discipline geriatriche".
Adelaide Altamura