Recupero Password
Il pericolo del neofascismo: iniziative a Molfetta di Rifondazione comunista
05 dicembre 2009

MOLFETTA – Il pericolo del neofascismo è un problema che non va sottovalutato per cui occorre vigilare per evitare che si possa ricreare quel clima nefasto che portò all’avvento di Mussolini e Hitler, con tutte le tragedie che hanno generato nel mondo.

Nasce di qui l’idea del circolo di Rifondazione Comunista di Molfetta di organizzare tre giornate all’insegna dell’antifascismo, con una serie di iniziative sul tema “12 dicembre 1969, Milano, Piazza Fontana – 12 dicembre 2009, per non dimenticare. Il neofascismo oggi”.
Lunedì 7 dicembre, alle ore 19, presso il Wine Bar Marhabà (in Via Cairoli n. 41, a Molfetta) si terrà la presentazione del libro “Le nuove camice brune – Il neofascismo oggi in Italia” (edizioni BFS).
Interverrà l’autore Saverio Ferrari, direttore dell'Osservatorio democratico sulle nuove destre. “Nel neofascismo italiano – si legge nella presentazione del libro – si stanno manifestando riferimenti non solo al ventennio fascista, ma anche al nazismo di Hitler. Solo qualche anno fa, il Movimento Sociale Italiano, anche solo per una questione di immagine, questo lo evitava. Recentemente la nascita anche in Italia di formazioni dichiaratamente naziste segna un salto di qualità. Conoscere per capire, conoscere per prevenire”.
Nella serata si raccoglieranno fondi per la Comunità somala che sta occupando il FerrHotel di Bari.
Mercoledì 9 dicembre, invece, alle ore 19.30, presso la Sala stampa del Comune di Molfetta (Palazzo Giovene – Piazza Municipio) ci sarà la conferenza sul tema “Parole, opere e omissioni della destra al governo della città”, interverranno il segretario del Prc di Molfetta, Beppe Zanna e il consigliere comunale Gianni Porta.
Venerdì 11 dicembre, infine, alle ore 19.30 presso la Casa della Sinistra in Via Paniscotti, n. 17 ci sarà la proiezione del documentario “Misteri d’Italia: Piazza Fontana”.
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Nessun attentato sconvolse il Paese come quello di piazza Fontana a Milano, che il 12 dicembre 1969 causò sedici morti. I più svelti a cavalcare la tigre dello sdegno popolare sono i fascisti. La mattina successiva, i più autorevoli quotidiani nazionali alimentano questo clima da caccia alle streghe pubblicando la ricostruzione della strage al cinema Diana di Milano, compiuta nel lontano 1921 da tre anarchici. Inizia così la caccia all'anarchico, in un clima di confusione e di irresponsabilità. L'arresto degli anarchici Valpreda e della sua falsa confessione, porta anche all'arresto di un altro anarchico, il ferroviere Giuseppe Pinelli, finito tragicamente precipitando dalla finestra dell'ufficio del commissario Calabresi. Secondo una versione, egli si sarebbe gettato nel vuoto, gridando: "E' la fine dell'anarchia". Resterà un caso irrisolto e dalle triste consegeguenze. Altri attentati seguirono piazza Fontana. Poi tocca al rapido Parigi-Roma. I treni sono gli obiettivi degli estremisti di destra, che arrivano a compiere il 4 agosto 1974, la strage dell'Italicus, 12 morti e 66 feriti. L'elenco dei gruppi che rivendicano la paternità di queste imprese è lunghissimo: Boia chi molla, Fratellanza Ariana, SAM (Squadre d'Azione Mussolini), La Fenice, Ordine Nero, Potere Nero, Giustizieri d'Italia, ecc., ecc.. C'è perfino una formazione femminile, quella delle Figlie di Iorio, autrici di un attentato a Sassari. Tutte cellule derivanti da Ordine Nuovo, fondato da Pino Rauti, Clemente Graziani e Elio Massagrande. Esso venne sciolto nel 1973 dal Ministro degli Interni Paolo Emilio Taviani, che per la prima volta applicò la XII disposizione della Costituzione contro un gruppo neofascista.- Tutto poi dopo, fu sottovalutato. Tratto da "Selezione Reader's Digest"

Sono le 4.30 del pomeriggio di venerdì 12 dicembre 1969. A Milano è giorno di mercato e il salone centrale della Banca Nazionale dell'Agricoltura, in Piazza Fontana, pullula di sensali e di commercianti. Fuori la strada è deserta. All'improvviso una tremenda esplosione. Dentro, nel salone, la scena è apocalittica. Il bancone a ferro di cavallo, attorno al quale si radunano i mediatori, sta ancora "friggendo" malgrado i getti degli schiumogeni dei vigili del fuoco. Le fotocellule sciabolano il salone, illuminando tredici cadaveri (il numero delle vittime salirà poi a sedici) che qualcuno ha pietosamente ricoperto con un enormi teli bianchi. I feriti sono più di un centinaio. Mentre si susseguono le notizie, a Roma scoppiano altre tre bombe, che però non provocano danni: una nei sotterranei della Banca Nazionale del Lavoro di via San Basilio, le altre due all'Altare della Patria. Probabilmente si tratta di diversivi. E' a Milano che si dovrebbe verificare una nuova carneficina; il bersaglio è la sede centrale della Banca Commerciale in piazza della Scala. Per fortuna, la borsa metallica viene trovata vicino a un ascensore dal commesso Rodolfo Borroni che la porta al direttore. Nessuno, però, pensa ancora che contenga una bomba. La mettono in cassaforte in attesa che il legittimo proprietario venga a ritirarla. Soltanto quando si viene a sapere quel che è accaduto in piazza Fontana, la centralinista provvede a informare il 113...... . Comincia, con la strage di piazza Fontana a milano, il tempo della violenza a duplice matrice, rossa e nera, che sconvolgerà il Paese per più di un decennio. (da "Italia - ventesimo secolo - Selezione dal Reader's Digest)


Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet