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Il Partito Democratico di Molfetta “saluta” il consigliere Pino De Candia
06 giugno 2011

MOLFETTA – Il Partito Democratico, com’era prevedibile, reagisce alla fuoruscita del consigliere comunale del Pd, Pino De Candia (foto), dichiaratosi indipendente nel corso dell’ultimo consiglio, ma che ha anche votato a favore di alcuni provvedimenti della maggioranza. La decisione di De Candia è arrivata inaspettata e non è stata preventivamente annunciata al suo partito che ora ipotizza che, alla base di questo nuovo cambio di campo (forse, sbagliando anche i tempi, tenuto conto che il vento sta cambiando a favore del centrosinistra), ci siano altre motivazioni che non quelle di “malessere politico”.

Ecco il comunicato del Pd:
 
«Nel corso dell'ultimo consiglio comunale, tenutosi lo scorso 30 maggio, abbiamo preso atto delle dichiarazioni con le quali il consigliere Giuseppe De Candia ha comunicato all’Aula la sua decisione di abbandonare il Partito Democratico e di considerarsi “indipendente”.
La scelta – alla quale il consigliere De Candia è giunto senza rendere in alcun modo partecipe il partito e senza discutere con quest’ultimo delle ragioni ad essa sottese – è arrivata del tutto inaspettata e nemmeno preannunciata agli altri membri del gruppo consigliare del PD nei momenti che hanno preceduto i lavori in Aula.
Pur prescindendo dalle modalità (discutibili) con le quali Pino De Candia ha ritenuto di pervenire a tale determinazione e di (non) comunicarla ai propri organi di partito, il PD non può che biasimare la deprecabile noncuranza delle più elementari regole di buona educazione e di rispetto nei confronti dei propri (ex) compagni di strada, dimostrata dall’ex consigliere del partito, che tradiscono uno stile incomprensibile – dal nostro punto di vista – specie per chi svolge attività politica da lungo tempo (prima nel centrodestra, poi nel centrosinistra e ora da “indipendente”).
Ma al di là delle questioni di “metodo” (comunque importanti), il Partito Democratico, pur rispettando la decisione del consigliere De Candia, non può non esprimere ferme parole di dissenso sulle ragioni di merito poste a suo fondamento.
Il consigliere De Candia giustifica la propria decisione esprimendo il proprio disagio all'interno di un partito che sarebbe in “grave difficoltà” e che avrebbe “disatteso le aspettative di molti”.
Ricordiamo al consigliere De Candia (il quale forse non ha inteso appieno il significato dello scritto letto in Aula, in quanto probabilmente preparatogli da altri in puro stile politichese), che il Partito Democratico di Molfetta, dalla data della sua costituzione, si è sistematicamente attestato, in tutte le consultazioni elettorali tenutesi sino alla data odierna (e cioè: politiche ed amministrative del 2008, provinciali del 2009 e regionali del 2010), come secondo partito della città e come indiscussa prima forza politica dell’opposizione, arrivando anche ad esprimere un assessore regionale del calibro di Guglielmo Minervini.
Rispettiamo le scelte del consigliere De Candia, ma riteniamo che non sia intellettualmente onesto, da parte sua, giustificare la propria pur legittima scelta addossando responsabilità al suo partito di appartenenza al quale, come tutti coloro che seguono abitualmente i lavori della massima assise cittadina sanno, non ha mai dato alcun significativo contributo in termini di idee e proposte.
Riteniamo che in un periodo di generale perdita di credibilità della politica, che il consigliere De Candia lamenta essere distante dai cittadini, vadano apprezzati comportamenti ispirati a correttezza e coerenza che non ci sembrano appartenere alla storia politica di chi, nei tre anni di questo mandato, ha saputo guadagnare gli onori della cronaca politica molfettese solo con l'abbandono del partito di appartenenza.
Siamo certi, infine, che le reali motivazioni della fuoriuscita del consigliere De Candia dal Partito Democratico (al di là di quanto dallo stesso letto in aula) saranno presto ben evidenti a tutti i cittadini molfettesi.
Come spesso accade in questi casi, il tempo si farà carico di dimostrare la “reale portata” e il “profondo” significato politico della sua ennesima “scelta di campo”».
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