MOLFETTA - La deriva del Pd di Molfetta, sembra aver superato ogni limite con la segreteria di Piero de Nicolo (nella foto di archivio) che si disinteressa del partito, come accusano i Giovani Democratici, al punto di non pagare la bolletta della luce (e il fitto?) della sede di via Margherita di Savoia sempre chiusa.
Una conferma si è avuta dall’ultima assemblea di ieri sera che, contrariamente a quanto riportato dalle altre cronache amiche e suggerite, ha sancito una spaccatura che sembra insanabile, anche perché un dialogo appare difficile.
“Quindici”, pur non invitato dal segretario dimissionario (ma sempre incollato alla poltrona), che preferisce invitare i media amici con telefonate private, e distribuire le veline per gli articoli, è in grado di raccontarvi la verità su quell’assemblea, sempre nello spirito del nostro motto: “quello che gli altri non dicono”. La città, gli elettori hanno il diritto di sapere e noi giornalisti liberi abbiamo il diritto-dovere di informarli, perché le scelte elettorali dei cittadini siano consapevoli e non annebbiate dalla propaganda che ricorda il Minculpop fascista.
Ebbene l’assemblea del Pd è apparsa insolitamente numerosa e questo ha meravigliato i giovani democratici. Come mai? Lo ha detto lo stesso segretario: “noi abbiamo 370 tessere, i GD solo 50”. Un lapsus freudiano col quale De Nicolo ammette di essere un “signore delle tessere” di democristiana memoria. E così le truppe cammellate, pur non sapendo nulla del partito, si sono presentate al richiamo del padrone, per fare numero e votare compatti la relazione del segretario.
Come avevamo previsto, De Nicolo ha usato tutta la sua abilità istrionesca per far apparire una inesistente ritrovata unità. Ha prima attaccato i giovani democratici, non senza prima farsi precedere da un comunicato stampa a firma congiunta col suo collega provinciale Ubaldo Pagano, corresponsabile nella distruzione della giunta di centrosinistra a maggioranza Pd. Con il comunicato, un po’ delirante e risentito (ma è nota l’intolleranza dei due alle critiche e alla democrazia) attaccano l’ex sindaco Paola Natalicchio “ordinandole” di tacere sul Pd, con le solite bugie sulla caduta dell’amministrazione (silenzio sugli agguati di alcuni consiglieri del partito, i soliti, i cui nomi sono conosciuti da tutti: Annalisa Altomare, Roberto La Grasta, Sergio De Pinto, Lia De Ceglia). Insomma, lesa maestà.
L’intolleranza democratica arriva al punto di negare il diritto di parola e di critica a un cittadino, ex sindaco obbligato a tacere, mentre il Pd, per giustificare l’agguato, continua a criticare l’operato della Natalicchio. Della serie: io De Nicolo posso parlare e accusare, tu Natalicchio devi tacere. L’avvocato Piero (sempre risentito per essere stato rimosso dalla presidenza della Multiservizi) dimentica che esiste il diritto di difesa, ma in politica, evidentemente, non vale.
Riassunto il comunicato, inutile riportarne integralmente il contenuto prolisso, passiamo all’assemblea, che aveva come unico obiettivo non la ricerca dell’unità, ma la condanna pubblica dei giovani democratici per aver avuto (finalmente, ndr) il coraggio di dire la verità e di contrastare la dispotica segreteria cittadina, con tutta la manfrina delle dimissioni annunciate, ma mai confermate. E, per svergognare i poveri giovani, che avevano “osato” chiedere che queste dimissioni fossero confermate, per andare subito al congresso e rinnovare la segreteria con un voto possibilmente unitario, cosa si inventa l’avvocato nella sua arringa di partito? Un ricatto dei GD, per ottenere le dimissioni del segretario ed eleggere uno di loro. Insomma, un colpo di stato in piena regola. E qualche ingenuo o sprovveduto (lasciamo stare i supporter del segretario), ci ha anche creduto.
Così De Nicolo, abituato alle bugie, ha tentato di far restare i giovani coraggiosi con la coda in mezzo alle gambe, spalleggiato dai soliti Altomare, La Grasta e compagni (non si hanno notizie dei sempre muti De Pinto e De Ceglia). A proposito, per la cronaca, era presente anche il dinosauro Lillino Di Gioia (come iscritto o come osservatore e consigliere occulto?).
Insomma, si vuole dare l’idea che i GD si siano piegati al segretario e ai consiglieri “traditori”, in nome di una falsa unità, che non c’è stata e non ci sarà, come hanno fatto ben intendere gli stessi giovani, che non parteciperanno alla prima riunione di questa sera di un comitato costituito ad hoc (Oronzo Amato, Ignazio Cuocci, Franco Grieco, Antonio Di Gioia, Roberto La Grasta, Aldo Spadavecchia, Erika Cormio, Leo Gesmundo, Pietro Capurso e di diritto i GD Matteo Petruzzella e Adriano Failli) per organizzare la Festa dell’Unità il 25 settembre e subito dopo il congresso del partito per metà ottobre. Dopo la Festa De Nicolo assicura che darà veramente le dimissioni (ammenocché non arrivi qualche altro motivo di forza maggiore, come le altre volte).
E via ai battimani programmati delle truppe cammellate ai signori delle tessere. Imparino i giovani, non si permettano di scrivere i comunicati che mostrano all’esterno un partito diviso e dilaniato dalle correnti. Quindi il segretario, dopo il bastone, è passato alla carota: dobbiamo essere orgogliosi di aver avuto l’opportunità con i Comuni di Noci, Altamura e Monopoli di organizzare la festa provinciale dell’Unità per rilanciare il Pd e avere quella visibilità perduta (con una valanga di voti già irrimediabilmente emigrati altrove grazie alla politica nazionale, regionale e locale del Pd). In realtà, la festa dell’Unità è stata organizzata da De Nicolo al Cin Cin Bar con i soliti amici.
E ha annunciato l’arrivo del presidente della Regione Michele Emiliano che, in realtà, verrà a Molfetta a complimentarsi per la caduta del centrosinistra e per sancire il nuovo “ciambotto” col centro e la destra, considerato “il sol dell’avvenir”.
Sorvoliamo sugli interventi di Annalisa Altomare, sempre mirati contro l’ex sindaco con la richiesta di denunce pubbliche della cattiva amministrazione della città proprio durante la Festa dell’Unità, che diventa così strumento di vendetta personale. Ha anche annunciato, ipocritamente, la ritrovata unità (per i gonzi) e la performance di Roberto La Grasta sempre enigmatico e incomprensibile sia quando scrive sia quando parla (cercasi interprete, ndr). Quest’ultimo, dopo aver tentato di passare con il gruppo di Introna, è stato costretto a rientrare nel Pd, perché lì non avrebbe potuto avere la candidatura al consiglio comunale, come stabilito da una regola interna. Forse Roberto dimentica che, come la storia insegna, i voltagabbana, salvo sorprese, difficilmente vengono rieletti (ammenocchè non entrino in consiglio grazie al premio di maggioranza come avvenuto questa volta). E poi chi gli garantirà il tanto agognato posto di assessore?
Molto duro e critico è stato, invece l’intervento di Matteo Petruzzella dei GD, che ha ribadito punto per punto i contenuti del documento, senza fare alcun passo indietro. Ha, quindi respinto, con uno scatto di orgoglio, le accuse che il segretario aveva rinviato al mittente, calcando la mano e dimostrando che il dissenso è profondo. Altro che ritrovata unità!
A margine dell’assemblea, va raccontata la vicenda del taglio della luce della sede del Pd di via Margherita di Savoia: da indiscrezioni sembra che in un primo momento De Nicolo avesse dato la colpa al presidente della Multiservizi Leo Amato di non aver pagato il corrispettivo della bolletta, come contributo volontario al partito. Poi avrebbe cambiato versione, dicendo di non aver pagato lui la bolletta di febbraio, mentre quelle successive sì, ma l’Enel ha tagliato ugualmente la luce. Insomma, poco interesse per un partito che De Nicolo considera il suo giocattolo del quale parlare nei suoi incontri al bar con gli amici di sempre (i Tammacco, i Caputo, i Di Gioia & co.), che “Quindici”, ha fotografato e che saranno i compagni di cordata della grande ammucchiata elettorale, il “ciambotto” che si candida a governare la città.
Quali saranno i prezzi che la città dovrà pagare per questo accordo? Quali promozioni otterranno i “traditori” dell’amministrazione Natalicchio? Il tempo è galantuomo e ce lo dirà fra qualche mese e noi saremo qui a raccontarlo nell’interesse della città.
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