Il Manifesto, presentata al Ministero del Lavoro istanza per 20 unità di Cigs finalizzata ad altrettanti prepensionamenti
L'intesa è stata raggiunta con l'assistenza di Mediacoop, Associazione delle Cooperative Editoriali e della Comunicazione
ROMA - Si è tenuto oggi al Ministero del Lavoro, presso la sede di Via Flavia,
alla presenza del sottosegretario, On. Rosy Rinaldi, l'incontro per la consultazione sindacale relativa alle intese per attivare gli ammortizzatori sociali previsti dalla 416/81 in favore della cooperativa editrice il manifesto.
Il quotidiano, che è ormai una testata storica nel panorama dell'editoria democratica italiana, ha fatto istanza per 20 unità di cassa integrazione straordinaria (14 giornalisti e 6 poligrafici), finalizzata ad altrettanti prepensionamenti. La Cigs si svolgerà secondo un criterio di rigorosa rotazione e coinvolgerà tutti i lavoratori della cooperativa, compresi i dirigenti e i direttori del quotidiano.
Questa iniziativa rappresenta un ulteriore tassello dell'azione, già intrapresa, di risanamento dell'azienda e di rilancio del giornale. Dopo il successo straordinario della sottoscrizione lanciata nello scorso luglio verso i lettori e l'opinione democratica -che ha raccolto risorse per oltre 2,3 milioni di euro, documentando l'affetto del suo pubblico- questa scelta rappresenta un passaggio importante dello sforzo di riaffermazione del manifesto.
Per la prima volta nella storia industriale dell'editoria, Mediacoop - l'associazione delle cooperative editoriali aderenti a Legacoop - è stata protagonista di una procedura di attivazione degli ammortizzatori sociali, in assistenza al quotidiano. Per il sindacato hanno partecipato al tavolo la Fnsi per i giornalisti e Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per i poligrafici. Il sottosegretario Rosy Rinaldi ha espresso soddisfazione per la serenità della trattativa e per le intese raggiunte. A rendere tranquillo lo svolgimento del confronto ha contribuito, in particolare, il fatto che il manifesto è un'impresa autogestita, in cui tutti i lavoratori sono soci; e il fatto che l'istanza era supportata da un voto a schiacciante maggioranza, espresso a scrutinio segreto dai lavoratori interessati alla procedura, riuniti in Assemblea.