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Il magistrato Garofoli al Liceo Classico di Molfetta: più legalità per fermare la corruzione
04 febbraio 2014

MOLFETTA - Circa trent’anni fa, un diciottenne intraprendente e motivato, lasciava il Liceo Classico per addentrarsi nel mondo universitario. Oggi quel giovane ritorna nella stessa scuola con qualche anno in più, emozionato nel rivedersi tra quei banchi spensierati e impregnati di sogni. Oggi quel giovane torna con la consapevolezza di esser riuscito a realizzare quei sogni. Non è un giovane con qualcosa di straordinario o diverso dagli altri, lui crede. Tutto ciò che sa è che il grande impegno e la forte volontà possono permettere a chiunque di raggiungere i propri obiettivi.

Roberto Garofoli, magistrato del Consiglio di Stato e Segretario Generale della Presidenza del Consiglio, ritorna nella propria scuola per ricordare soprattutto questo ai suoi ascoltatori. Ritorna in occasione del secondo incontro del progetto “Incontra Orienta” per l’orientamento in uscita degli alunni del Liceo Classico, e affronta il tema “Giustizia e Costituzione italiana”.

Nonostante il delicato argomento, Garofoli (nelle foto di Sonia Cortese) è riuscito a fornire gli strumenti adatti per interpretare la realtà ed accostarsi ad essa con un adeguato approccio critico. Ha soprattutto messo in luce quanto il principio di indipendenza sia fortemente ribadito all’interno della Costituzione. Per indipendenza s’intende la capacità del giudice di esser soggetto soltanto alla legge e di riuscire ad allontanarsi sia dai forti poteri esterni che dagli altri giudici stessi. L’inamovibilità del giudice fa sì che la sentenza risulti imparziale.

Nella seconda parte del suo intervento, Garofoli ha affrontato interessanti temi d’attualità. Oggi il dibattito istituzionale è fortemente incentrato sulla politicizzazione del magistrato. Non può infatti iscriversi a partiti politici e prendere parte alle sue attività. La separatezza è importante ma Garofoli ritiene che al magistrato debba essere data la possibilità di partecipare al dibattito pubblico, intervenendo soprattutto con le proprie conoscenze giuridiche. Un altro problema è la separazione tra pubblico ministero e magistrati. Secondo alcuni, le due aree devono essere separate per garantire l’imparzialità di fronte alla legge. Ma Garofoli non è di questo parere poiché, mentre l’avvocato  è partigiano, il pubblico ministero che detiene l’accusa e il magistrato hanno lo stesso compito ovvero quello di assicurarsi che la sentenza sia il più giusta possibile. Il pubblico ministero non deve essere partigiano ed ottenere a tutti i costi la condanna, anzi ha il compito di indagare e raccogliere documenti anche a favore dell’imputato.

L’ultimo tema affrontato dal dott. Garofoli è incentrato sul concetto di legalità in Italia. Il fenomeno corruttivo è dilagante e cresce con l’avanzare della crisi ma non è detto che non possa essere arginato. Ecco perché ha elencato punti negativi e positivi per far in modo che venga diffusa una cultura della legalità. Le situazioni da evitare sono: la cultura della delega che spinge a riversare nell’altro i propri doveri e responsabilità. È necessario quindi “credere nel proprio impegno a cui bisogna arrivare preparati con apporto critico ai problemi”, ha affermato. È necessario evitare la cultura della demagogia e della retorica spicciola ma comprendere le questioni e affrontarle con approccio critico. Altro punto negativo è la cultura dell’equiparazione che porta ad annullare le distinzioni tra personalità politiche ed accrescere sfiducia verso il governo.

Tra i punti postivi compaiono invece: l’impegno assoluto in ciò che si fa, anche a costo di uno studio “matto e disperato”, la responsabilità e la coerenza tra valori e comportamenti, la cultura della interrelazione tra diritti e doveri, l’attenzione al diritto delle generazioni future.

L’intervento si chiude con una nota di speranza rivolta al futuro. Il cambiamento deve iniziare dal basso: la vera Costituzione è il quotidiano esercizio alla legalità e trovare dentro di sé la determinazione può rappresentare il punto di partenza per ogni giovane.

L’incontro si  conclude con il breve intervento della dirigente Margherita Anna Bufi che nel prender parola ha rievocato quanto il potere di cambiare il mondo sia nelle mani di tutti. Ha ringraziato la referente del progetto Paola Spaccavento e la prof. Eleonora Sciancalepore che l’ha affiancata nella realizzazione del progetto.

© Riproduzione riservata

Autore: Maria Nicola Stragapede
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