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Il Maestro Riccardo Muti compie 70 anni, gli auguri di “Quindici Molfetta”
28 luglio 2011

MOLFETTA – Buon compleanno Maestro! Oggi l’illustre concittadino di Molfetta M° Riccardo Muti compie 70 anni, essendo nato il 28 luglio del 1941 a Napoli. La mamma napoletana, che aveva sposato un medico molfettese e viveva nella nostra città, si recò nel capoluogo partenopeo solo per dare alla luce il suo figliolo, una scelta profetica, quando gli diceva: «se un domani girando il mondo ti chiederanno dove sei nato e dici Molfetta, nessuno saprà dov’è, Napoli invece la conoscono tutti».

Al grande Maestro, che sta ricevendo gli auguri da tutto il mondo, aggiungiamo anche quelli affettuosi del Direttore della rivista “Quindici Molfetta” e del quotidiano web “Quindici on line”, Felice de Sanctis, della redazione e dell’editore, l’Associazione culturale “Via Piazza”, a questo “ragazzo di 70 anni” (come si è definito in un’intervista), per altri numerosi successi per gli anni a venire.
Particolarmente significativi sono gli auguri del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Il mio augurio affettuoso a Riccardo Muti per il suo bel compleanno è rivolto al maestro che con indomita operosità e vibrante passione esplora e interpreta la grande musica di Settecento, Ottocento e Novecento, conquistandovi pubblici sempre più ampi e legandovi la causa dell'amicizia e della pace. Ed è rivolto all'ambasciatore di italianità in tutto il mondo, impegnato a valorizzare il nostro patrimonio creativo e a diffondere un eloquente messaggio di unità nazionale. All'augurio si accompagna il mio grazie particolare per l'attenzione e il contributo che sta dedicando al rilancio del Teatro dell'Opera di Roma e del San Carlo di Napoli".
 
Quindici” coglie l’occasione della ricorrenza dei 70 anni del Maestro e degli auguri di Napolitano per chiedere al presidente se non ritenga opportuno nominare senatore a vita questo illustre figlio dell’Italia, una nomina sicuramente meritata e che sarà accolta con consensi unanimi dal mondo politico e culturale.
 
Riccardo Muti ricorda sempre orgogliosamente di essere di Molfetta, come ha scritto recentemente anche nella sua biografia edita da Rizzoli, “Prima la musica, poi le parole”: In questa occasione, ci piace ricordare il suo periodo trascorso a Molfetta, attraverso gli articoli scritti dal giornalista Felice de Sanctis nelle pagine culturali del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” nel gennaio 1987 e ripubblicati sulla rivista "Quindici" nel dicembre scorso, recensendo il suo libro.
 
La carriera del M° Muti è stata un crescendo di successi: dopo gli studi universitari presso la Facoltà di Filosofia, si diploma in pianoforte al Conservatorio di Napoli, quindi, in composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano.
Nel 1967 è già vincitore della gara internazionale Guido Cantelli. Nel ’68 debutta nella direzione del Maggio Musicale Fiorentino. Nel ’71 esordisce al Mozart Festival di Salisburgo con il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Da quell’anno la manifestazione austriaca è una tappa fissa per il Maestro. Nel ’72 è il direttore musicale della Philarmonia Orchestra di Londra.
Dall’80 al ’92 dirige la stessa prestigiosa orchestra anche negli Usa.  Nell’86, è chiamato come direttore musicale al Teatro alla Scala di Milano. Protagonista applaudito di numerosi e prestigiosi concerti in Italia e all’estero, nell’89 nella Cattedrale di Salisburgo dirige la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, nel ’92 lo Stabat Mater di Gioacchino Rossini. Nel ’93 dirige ancora la Philarmonia Orchestra. Nello stesso anno dirige l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino negli Uffizi. Il Rigoletto di Giuseppe Verdi, La traviata, Falstaff, Mefistofele, Così fan tutte, Nabucco, Cavalleria rusticana sono solo alcune delle più celebri opere da lui dirette.
Nel dicembre 1999 dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala di Milano nel Concerto di Natale dalla Scala. E’ membro onorario della Royal Academy of Music di Londra, dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma e dell’Accademia Luigi Cherubini di Firenze. Nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera, Muti dirige molte tra le più prestigiose orchestre del mondo: Berliner Philharmoniker, Bayerischen Rundfunk, New York Philharmonic, Orchestre National de France, Philharmonia di Londra e Wiener Philharmoniker. Invitato sul podio in occasione del concerto celebrativo dei 150 anni della grande orchestra viennese, il direttore italiano riceve l’Anello d’Oro, un’onorificenza concessa dai Wiener in segno di speciale ammirazione e affetto.
Nell’aprile del 2003 viene promosso in Francia un evento eccezionale, una “Journèe Riccardo Muti”: l’emittente televisiva nazionale France Musique, trasmette per quattordici ore ininterrotte musiche dirette da Muti con tutte le orchestre che lo hanno avuto come direttore. A Venezia, il 14 dicembre dello stesso anno, dirige l’atteso concerto di riapertura del Teatro “La Fenice”.
Il 16 marzo 2005 l’orchestra e lo staff della Scala votano a maggioranza una mozione di sfiducia nei confronti di Muti, il quale annulla un concerto già in programma. Il 2 aprile Muti rassegna le dimissioni.
Nel 2004 fonda l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” formata da giovani musicisti selezionati da una commissione internazionale, fra oltre seicento strumentisti provenienti da tutte le regioni italiane. La vasta produzione discografica, già rilevante negli anni Settanta e oggi impreziosita dai molti premi ricevuti dalla critica specializzata, spazia dal repertorio sinfonico e operistico classico fino al Novecento.
Tra gli innumerevoli riconoscimenti conseguiti da Riccardo Muti nel corso della sua carriera, ricordiamo: l’ordine di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana; la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legion d’Onore in Francia e il titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta II. 
A febbraio 2009 inaugura la nuova stagione sinfonica del Teatro di San Carlo, dopo un periodo di ristrutturazione e restauro del Massimo, eseguendo per l’occasione opere di Wolfgang Amadeus Mozart, Niccolò Jommelli e Giuseppe Verdi. Esattamente un anno dopo, il 23 febbraio 2010, Riccardo Muti fa il suo debutto alla Metropolitan Opera House di New York, dirigendo una nuovissima produzione dell’Attila di Giuseppe Verdi.
Il 4 febbraio 2011 a Chicago, nel corso di una prova per un concerto della Chicago Symphony Orchestra della quale è direttore stabile, riporta, a seguito di una caduta, una frattura alla mascella per la quale è operato nei giorni successivi, al Northwestern Memorial Hospital. Il malore che provoca la caduta è dovuto, secondo i medici dell’ospedale di Chicago, ad una irregolarità del battito cardiaco, per la qual cosa si rende necessaria l’applicazione di un pacemaker.
Il 13 febbraio 2011, in qualità di direttore della Chicago Symphony Orchestra, vince 2 Grammy Award nelle categorie Best Classical Album e Best Choral Performance per la registrazione della Messa da requiem di Verdi.
Ancora auguri Maestro Riccardo Muti, nella speranza di vederla più spesso a Molfetta (sotto, nella Galleria fotografica, ripubblichiamo alcune foto della recente visita del Maestro alla nostra città, nello scorso aprile, in occasione delle processioni pasquali), la città che lei ama tanto e che ricambia in egual misura questo affetto.
 
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La musica ha in sé qualcosa di SOVVERSIVO. E' difficile distinguere fra la sostanza della musica e la percezione che ne ha l'ascoltatore. Probabilmente è per questa ragione che la musica, fin dai tempi di Omero, è stata a volte considerata come un potenziale pericolo per la salute dell'intelletto e persino della volontà; la musica poteva qualsiasi cosa, poteva indurre lo stato di allucinazione dionisiaca come sedurre Ulisse e tutti i suoi compagni, distogliendoli dal completamento del loro viaggio. L'accettazione della libertà e dell'individualità dell'altro è una delle lezioni più importanti che la musica ci impartisce. Con il contrappunto, infatti, si esalta il principio goethiano "limitarsi a tollerare è un insulto; la vera assenza di pregiudizi vuol dire accettazione".La musica non fa distinzioni di razza, sesso, religione o luogo di origine. Davanti a Beethoven siamo tutti uguali e tutti possiamo trarne un insegnamento o un' ispirazione a seconda della inclinazione e della disponibilità individuali. La musica ci insegna come non solo la velocità, ma anche la scelta del momento più opportuno di un'evento ne alteri e a volte addirittura ne determini direzione e contenuto. Il potere della musica sta nella sua capacità di rivolgersi a tutte le sfaccettature dell'essere umano, alla sua parte animale, emotiva, intellettuale e spirituale. Spesso pensiamo che le questioni personali, sociali e politiche siano fra loro indipendenti e non si influenzino a vicenda. Dalla musica impariamo come questo sia obiettivamente impossibile, non esistendo in essa elementi indipendenti. Pensiero logico ed emozioni intuitive devono coesistere costantemente. La musica ci insegna, insomma, che tutto è collegato. Tutto ciò è sovversivo perché, in ultima analisi, rappresenta un MODELLO di SOCIETA'!!! Buona vita, Maestro.


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