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Il Coordinamento antifascista di Molfetta: occorre vigilare sull'operato di chi ricopre cariche istituzionali Un comunicato stampa che si appella ai molfettesi
04 maggio 2007

MOLFETTA - Il Coordinamento antifascista di Molfetta (in una foto scattata durante il corteo per il 25 aprile) interviene, con una nota stampa che pubblichiamo di seguito, sulle ultime vicende cittadine, anche alla luce di quanto accaduto in occasione della celebrazione del 25 aprile, Festa della Liberazione: "A Molfetta una serie di provocazioni di matrice fascista cercano: • di fare della città un centro di riaggregazione dell'estrema destra; • di distogliere l'attenzione dei cittadini dagli interessi che si stanno mettendo in moto a livello amministrativo e dai frequenti interventi della magistratura nelle note vicende cittadine. Il 30 marzo un'organizzazione di ispirazione neonazista ha imbrattato i muri della città; nel mese di aprile una sedicente società di “eredi” dei fantasmi del Ventennio ha organizzato una “mostra”. Il 25 aprile, nei pressi della sede di questa stessa associazione, ai piedi del monumento a Mazzini, è stata provocatoriamente deposta la corona per la celebrazione della Festa della Liberazione dal nazifascismo da parte del Sindaco, dopo la sfilata di un corteo nel quale, subito dopo le autorità aveva fatto mostra di sé un gruppo di individui in camicia nera con striscione e bandiere con simbologia fascistoide, tollerato dai rappresentanti istituzionali, Sindaco in testa. La presenza delle camicie nere non era occasionale perché nel suo discorso il Sindaco ha offeso la Resistenza mettendo sullo stesso piano i partigiani antifascisti combattenti per la libertà con i repubblichini filonazisti. Considerata la gravità del comportamento del Sindaco e la serie di provocazioni in città, il Coordinamento Antifascista fa appello alle cittadine e ai cittadini affinché • vengano respinti i tentativi di fare di Molfetta un centro di riaggregazione dell'estrema destra; • e si vigili sull'operato di chi ricopre incarichi istituzionali”.
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Molfetta, città antifascista “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.” Questo è l'art.12 delle disposizioni transitorie e finali comprese all'interno della Costituzione dello Stato italiano democratico e repubblicano. L'Italia come paese libero si definisce antifascista per mezzo della raccolta di leggi poste a proprio fondamento, la Costituzione. I padri fondatori della repubblica a tempo debito affermarono l'antifascismo come principio reggente l'identità stessa della nazione, in risposta agli orrori e alla violenza espressa nell'esercizio pieno del potere da parte del partito fascista durante quel brutale ventennio. La data del 25 aprile fu istituita per celebrare la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista, in ricordo di semplici cittadini che imbracciate le armi difesero e liberarono le città del nord Italia e dei soldati italiani che scelsero di combattere contro i tedeschi e affiancare gli alleati nella loro azione. Da cittadino italiano e molfettese con una coscienza civile nella norma, mi rifiuto di accettare la presenza nel corteo del 25 aprile di individui che cingono i loro manifesti con croci celtiche e salutano con il braccio teso le celebrazioni della nostra liberazione, dei nostri morti, i morti italiani che hanno combattuto contro la barbarie di cui questa ideologia si è fatta portatrice. E'giusto celebrare tutti i defunti in quanto tali, ma è altrettanto lecito distinguere la pietà dall'onore, che va reso a chi ha lottato per la libertà di questa nazione e non a chi imbevuto da falsi ideali e buona dose di ignoranza si è schierato con i repubblichini di Salò. Tutta la popolazione molfettese che si ritiene civile, antifascista e democratica non può continuare ad accettare passivamente le innumerevoli dimostrazioni fasciste all'interno della nostra città. Non è più accettabile che la città sia piena di scritte vergognose e che tra i più giovani e ingenui questa ideologia aberrante e distorta continui a diffondersi. LA STORIA HA DECRETATO LA SCONFITTA DEL TOTALITARISMO E LA VITTORIA DELLA DEMOCRAZIA. Chi nega ciò, nega l'importanza della azione partigiana per la liberazione del paese e arriva addirittura a negare i crimini nazisti contro gli ebrei e gli oppositori del regime, non va trattato con indifferenza. E' giusto che attraverso iniziative culturali promosse non solo da circoli privati, ma anche dalle istituzioni stesse si promuova la diffusione di ideali antifascisti in relazione a quelli che sono stati gli eventi storici effettivi, perché troppo spesso si tende a dimenticare e a tralasciare quello che è stato. Il passato è a fondamento del presente e non è giusto liquidarlo con pochi termini empi di significato e lasciare che il revisionismo e il negazionismo con la loro disinformazione la facciano da padroni.



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