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Il giornale dei giornali 125 anni d’informazione a Molfetta in una ricerca della scuola media Pascoli
15 aprile 2001

“Oh i nostri uomini di Stato!… La danza dei milioni sta per finire in ridicolissima commedia. I rei… d’aver ricevute delle somme dalle Banche divise e associate si confessano candidamente innocenti… Signori miei, vi dico francamente che stiamo in piena e assoluta anarchia morale… Se prima erano i briganti che infestavano questo bel suolo… ora son i ladri in guanti gialli… ladri in marsina e cravatta bianca…”. (da “Antica Respa”, 19.II.1893) A sentirle sembrerebbero parole del nostro tempo, e invece queste pesanti accuse di immoralità e di becero mercantilismo appartengono alla polemica politica molfettese di oltre un secolo fa, quando un gruppo di studenti, dalle pagine di un organo politico-letterario indipendente, attaccava i neo-filosabaudi, i politici della giovane Italia Unita, impegnati nella compravendita delle cariche e nello sciacallaggio dei pubblici bisogni. “Antica Respa” è solo una delle trentaquattro testate giornalistiche molfettesi, individuate e catalogate in un lavoro di ricerca degli alunni del corso C della scuola media “G. Pascoli”. “Il Giornale dei Giornali” – questo il titolo della ricerca – ripercorre attraverso 125 anni di informazione cittadina, la storia del secolo passato di Molfetta: dalla sopra citata polemica contro le nuove ingiustizie del Regno, passando per il noto scontro politico tra Gaetano Salvemini, socialista, e Pietro Pansini, repubblicano, fino all’esperienza fascista e alla seconda guerra, responsabile di una inarrestabile crisi economica. E poi ancora gli anni di Vincenzo Zagami, il rifiorire dell’industria, dell’agricoltura e soprattutto della pesca, le contestazioni studentesche degli anni ’70 e infine l’oggi, con le tre testate a più ampia diffusione cittadina (“Quindici”, “L’Altra Molfetta”, “Molfetta nostra”). Non solo gli organi di partito, pur in grande numero, sono stati oggetto di ricerca per i ragazzi della scuola Pascoli. Insieme con “La Sferza”, “La Falange”, “La Lotta”, “La Tormenta”, “La Plebe” e molte altre testate sede di dialogo e polemica politica, l’indagine ha portato alla luce periodici di tipo letterario (“Il Puffino dell’Adriatico”, “Fram”, “La Girandola”), giornaletti e bollettini cattolici (“Luce e Vita”, quello di maggiore durata, sospeso solo negli anni ’30 su pressione della segreteria fascista), e infine settimanali di tipo economico (la “Gazzetta di Molfetta”, del 1909 e ancora prima il “Gazzettino,” che nel 1875 inaugura la serie dei giornali prodotti e pubblicati nella nostra città). A tale proposito, il prof. Giovanni de Gennaro, relatore durante la presentazione del lavoro lo scorso 29 marzo nella sala Consiliare, ha tenuto a sottolineare quanto non sia “casuale che la storia dei giornali molfettesi abbia inizio con un periodico economico, prova della passata vitalità economica di questa città”, e, naturalmente, della presenza di un vasto tessuto sociale disposto a cogliere le ragioni dell’economia, per stare al passo coi tempi. Inutile dire della vivacità politica di Molfetta, di cui è sempre un segno la presenza di giornali capaci di fare opinione. “Il Giornale dei giornali”, come ha precisato il preside prof. Matteo Azzollini, va al di là del fatto didattico, per indurre i giovani a scoprire il proprio essere cittadini di una comunità. Il preside ha aggiunto che la ricerca continuerà per inserire altre testate dimenticate come l’organo studentesco del Liceo “La Sveglia” pubblicato negli anni dal 1967 al 1969 e altri giornali cittadini come “L’Ariete”, “Molfetta Oggi” ecc. che saranno oggetto di una prossima edizione del “Giornale dei Giornali”, questa valida iniziativa che ha il pregio, con tutti i limiti di una ricerca fatta da bambini della scuola media e della difficoltà di ricerca delle fonti, di essere stata la prima nel suo genere. Quest’esperienza, insomma, maturata tra i banchi di scuola, prova a fare i conti con la storia della nostra città, delle nostre strade, dei nostri nomi illustri e, in ultima analisi, del nostro passato lontano e recente. Importante che lo si faccia con le parole raccontate dagli uomini del passato, con le informazioni di allora: perché non si creda che i mass-media siano solo un’invenzione del terzo millennio. Massimiliano Piscitelli
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