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Il disagio della sinistra: ora però diamoci una smossa
15 maggio 2000

Ho letto con attenzione nelle Lettere al Direttore del numero di aprile gli interventi del "Percorso per l'Ulivo" e di Giuseppe Panunzio. Condivido in gran parte l'analisi che entrambi li accomuna, e che può così riassumersi: un profondo disagio per certi aspetti dell'attuale politica cittadina, e l'esigenza di un ritorno alla partecipazione. Ritengo tuttavia di dover aggiungere, a titolo strettamente personale, alcune considerazioni, che schematizzerò per motivi di spazio. I problemi relativi alla affidabilità e coerenza politica di alcuni componenti del consiglio comunale, sono iniziati immediatamente dopo la stagione del '94,e proprio quando più alta era la partecipazione. Quest'ultima è venuta meno non soltanto per un generico "disagio", ma soprattutto perché è questa una dinamica intrinseca al sistema della delega. Non è infatti pensabile uno stato di mobilitazione collettiva permanente. In alcune circostanze, sindaco e giunta, posti di fronte alla scelta fra lo scioglimento dell'amministrazione e la sostituzione di alcuni componenti della maggioranza tormentati da profondi problemi di identità, hanno ritenuto di privilegiare la continuità del governo ed il perseguimento degli obiettivi programmati. Coloro che, appartenenti all'area di centro-sinistra, condannano quelle operazioni, e le ritengono in contrasto con i principi costitutivi del Movimento del '94, dovrebbero quanto meno assumersi la responsabilità di ritenere irrilevante il subentro a Molfetta di una amministrazione di centro-destra. Coloro che si affannano a compilare la casistica delle cadute dell'amministrazione con in mano un manuale di etica, dimenticano che la politica è per definizione amorale, e che tutti i processi di questo genere sono destinati ad impantanarsi in insuperabili aporie. L'eterno dilemma dell'uomo politico, combattuto, spesso in assoluta solitudine, fra l'etica della responsabilità, che guarda alle conseguenze ed ai risultati e quella della coscienza, che impone il rispetto incondizionato dei valori, non offre purtroppo una terza possibilità. “Poiché è quasi impossibile che molti possano attuare la migliore forma di governo, il buon legislatore e il buon uomo politico devono sapere quale sia la migliore forma di governo in senso assoluto, e quale sia la migliore forma di governo in senso assoluto, e quale sia la migliore forma di governo entro alcune condizioni date”. Questa breve citazione della “Politica” di Aristotele mi aiuta a concludere questo mio amichevole intervento. Lasciamo ovviamente da parte il migliore governo in senso assoluto, che non è mai esistito, e vediamo quello “entro alcune condizioni date”. Quali siano, oggi, queste “condizioni”, lo sappiamo tutti: interessi forti, controllo dei mass media e notizie manipolate, massiccio spostamento a destra dovuto a insicurezza, lobby personali migranti ed inaffidabili. Sappiamo anche che esse sono “date”, cioè operanti, ineludibili, e (ahinoi) resistenti alle lamentazioni e agli astensionismi elettorali. Ciò premesso, non è realistico, oltre che onesto, ritenere che quella di Minervini sia stata la “migliore forma di governo”? Discutiamone, ma subito dopo, come dicevano i socialisti d’una volta: AVANTI! Ricordate la triste storia di quella ragazza che per volere il marito troppo bello, rimase zitella? Resto comunque convinto che il prossimo ricompattamento dei partiti e dei movimenti di centro-sinistra comporti, nell’attuale delicata fase politica, una consistente dose di realpolitik. Ignazio Pansini Il disagio della sinistra 2 Caro Direttore, la ringrazio per la franchezza e il coraggio che ha avuto nell’esprimere le sue opinioni su quanto avvenuto nelle ultime elezioni regionali e soprattutto sugli errori di una parte della sinistra. Uno scossone era necessario. Ora rimettiamoci a lavorare insieme. Dobbiamo recuperare il terreno perduto e soprattutto ritrovare la serenità in un’area ancora importante per il futuro della città. Occorre, come lei dice “capitalizzare sul piano politico”, forse ancor prima di quello elettorale, gli “incontestabili ottimi risultati amministrativi”, altrimenti rischiamo di consegnare la città alla destra su un piatto d’argento. Il pericolo esiste ed è reale, basti pensare alla valanga di voti ottenuti sia da Forza Italia che da An alle ultime elezioni, pur non avendo alcun candidato locale. La prego non firmi la mia lettera, perché da qualche parte è già cominciata la caccia alle streghe e anche questo è sbagliato. Comunque non voglio mettermi in mostra, ma lavorare in silenzio, se necessario. Non abbiamo bisogno di protagonisti, ma di comunità. Lettera firmata Sulle ultime elezioni e sulla situazione della sinistra esiste già un dibattito in corso, anche sul nostro giornale (e su Internet, come può leggere nella lettera che segue). Credo che la sinistra e soprattutto il centro-sinistra abbia bisogno di ritrovare la propria identità, con molta umiltà da parte di tutti, magari ritornando allo spirito originario che generò il “Percorso”. Il sindaco ha un ruolo importante in questo processo, speriamo che riesca a cogliere lo smarrimento di tanti, contribuendo al recupero di quello spirito. Occorre una pausa di riflessione e magari anche un attimo di silenzio, che a volte è più produttivo di tante parole. Una mailing list sulla crisi della sinistra e sulla politica molfettese L'idea nasce dopo che da qualche tempo io e Genni Gadaleta Caldarola ci siamo ritrovati un po’ per caso, un po’ per voglia, a discutere sulle "cose di politica" della nostra città. Essendo entrambi "naviganti" ci è venuta l'idea di sperimentare una piazza telematica entro cui coinvolgere più gente ad arricchire queste nostre disquisizioni a due, un po’ seriamente ed un po’ per scherzo. A causa delle incredibili ed indicibili "frasi errate" che nel corso degli anni parlando di politica noi molfettesi (soprattutto di sinistra) abbiamo saputo esprimere, a causa degli incredibili e indicibili cambiamenti di fronte che gli "operatori della politica molfettese" hanno effettuato negli ultimi tempi (soprattutto di sinistra) a causa delle feconde ma irritanti "discussioni animate" che caratterizzano gli incazzosi molfettesi (soprattutto quelli di sinistra) noi di sinistra abbiamo, quindi, deciso di ridurre la parola e aumentare la scrittura. Abbiamo creato una mailing list dedicata all'argomento a cui invitiamo ad iscriversi chiunque ed ad estendere l'invito a chi riteniamo più opportuno. Per iscriversi alla mailing list basta mandare un semplicissimo messaggio di richiesta all'indirizzo: terramia-subscribe@egroups.com Dopo un po’ arriveranno un paio di messaggi di conferma e di benvenuto ed il gioco è fatto. L'e.mail della mailing list a cui dovrete poi mandare i vostri interventi sarà: terramia@egroups.com La decisione è stata sofferta, il parlare così, solo per parlare e il poter dire che non siamo stati capiti, che volevamo dire colà invece che così, ci ha permesso di sopravvivere a lungo senza dover rendere conto a nessuno dei nostri discorsi. Grazie ad Internet oggi possiamo dire addio a questa vecchia abitudine, la tecnologia ci permette ciò. Terramia: finalmente una mailing list della sinistra molfettese!!! Chiunque voglia partecipare a questa avventura (prima che noi di sinistra molfettesi riusciamo a rovinare anche questa possibilità).. (è bene fare in fretta perché siamo abili a far rovine) è il benvenuto! Troverete quintali di autocritica, tonnellate di presunzione e tanta, tanta (auto)ironia. Domi Bufi Io ho aderito subito entusiasticamente all’iniziativa, poi sono stati coinvolti altri redattori di QUINDICI. L’idea ci sembra utile e interessante, perciò invitiamo anche altri lettori a partecipare. Una sintesi del dibattito in corso vedremo di ospitarla sul nostro giornale. Ancora sulle processioni pasquali Gentile Direttore, siamo un gruppo di affezionati lettori del Suo giornale e condividiamo quello che hanno scritto i bambini sulla “Settimana Santa”. Siamo convinti che la maggioranza dei molfettesi vuole che sia ripristinato l’orario pomeridiano. Non è giusto che un gruppo di “patiti”, come li ha giustamente definiti lei, possa condizionare la volontà della cittadinanza. Perché QUINDICI non fa una campagna di stampa? Nessuno discute sulla suggestione della processione notturna, ma il ritorno all’antico non serve a nulla, se non a pochi nostalgici. La processione deve essere di tutti. Oggi siamo nel Duemila, non si può tornare all’Ottocento. E’ bene che il Vescovo queste cose le sappia, che ascolti la maggioranza dei cittadini e non solo poche persone, che considerano la processione come cosa loro (del resto molti confratelli di S. Stefano sono d’accordo con noi e all’interno della Confraternita c’è un dissenso feroce su questo argomento, che i priori non vogliono far trapelare all’esterno, ma che tutti sappiamo). Dobbiamo arrivare a farcele dire dai bambini queste cose? A noi le processioni dei “carbonari” non piacciono e lo gridiamo forte. Seguono diverse firme Confermo che sono d’accordo con voi. Ma “da quell’orecchio” i responsabili di S. Stefano, gli “amici della tradizione” e altri non ci sentono. Avremmo gradito anche una lettera di protesta, per aprire un dibattito. Invece nulla: o sanno di essere nel torto, oppure preferiscono, con molta arroganza, continuare a far finta di nulla per non smuovere le acque, come molti politici di un tempo, che hanno portato l’Italia al disastro. Il rischio qui non è il disastro, ma la disaffezione della gente e soprattutto la mancata trasmissione di una bella tradizione di fede e cultura ai nostri figli, già così tanto agnostici e indifferenti. E poi anche a voler guardare l’aspetto laico delle processioni, che non è, né deve essere, predominante, ma che va ugualmente considerato, quello economico-turistico, come si fa a coinvolgere i forestieri ad una manifestazione notturna in un periodo feriale? Che devono fare i potenziali turisti, rinunciare al lavoro? O i molfettesi appassionati devono disertare il lavoro o essere assenteisti o infine, come sappiamo che si verifica, mettersi in ferie o peggio dichiararsi ammalati. Speriamo che il Vescovo mons. Negro, che sta per lasciare la nostra Diocesi, trasmetta questo desiderio della cittadinanza al suo successore. E che i confratelli siano un po’ meno egoisti.
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