Il Direttore Generale, Rocco Canosa, annuncia: “L'Asl si costituirà parte civile”
Racket del caro estinto
MOLFETTA – 16.3.2006
“Fatti delinquenziali di singoli, che rientrano nella responsabilità penale di ciascuno, laddove fossero accertati, non possono comunque ledere l'immagine di tutto il nostro nosocomio”. Con queste parole il dott. Rocco Canosa (nella foto), direttore generale della Asl Ba/2, ha commentato lo scandalo giudiziario che in queste ore ha portato all'arresto di sette persone tra infermieri, ausiliari ed imprenditori di pompe funebri accusati dagli inquirenti di aver costituito una vera e propria associazione a delinquere che pare gestisse il presunto “racket del caro estinto”.
“L'Asl si costituirà parte civile – prosegue il dott. Canosa – nell'ambito del processo che dovesse aprirsi se gli indagati fossero rinviati a giudizio. E' nostro preciso dovere tutelare il buon nome dell'ospedale di Molfetta che è stato infangato dalle notizie di questa mattina. Anche per questo lavoriamo su due binari: da un lato la doverosa indagine amministrativa interna, già avviata da una commissione istituita poche ore fa, che punterà a verificare quanto è accaduto e ad accertare le irregolarità, e, dall'altro, l'azione di rilancio per questa importante struttura ospedaliera che avevamo già iniziato. Abbiamo importanti progetti in cantiere e siamo determinati a portarli avanti”.
Da quanto si è appreso i tre infermieri arrestati (Vincenzo Samarelli, Giovanni Caputi, Domenico Bovenga) assieme all'ausiliario (Angelo Picca) sono stati immediatamente sospesi dal lavoro, “ma questo – precisa il dott. Canosa – non pregiudicherà in alcun modo il servizio reso all'utenza”.
Sul versante delle indagini, il Direttore Generale della Asl Ba/2 ha garantito “massima collaborazione, così come abbiamo già dimostrato, alle autorità inquirenti ai fini dell'accertamento della verità. Siamo assolutamente fiduciosi nell'operato della magistratura e delle forze dell'ordine e pronti a fornire tutto il nostro contributo”.
Sul “clima” che si respira tra le corsie dell'ospedale dopo gli arresti di questa notte il dott. Canosa ha aggiunto: “E' indubbio che c'è allarme e dispiacere. Siamo tutti addolorati per quello che è successo anche perché noi facciamo delle relazioni interpersonali la base della nostra attività e il rapporto di fiducia tra noi e gli utenti non può mai venire meno”.
Sui 43 medici indagati il dott. Canosa ha dichiarato di non essere a conoscenza di nulla e di aver “appreso queste indiscrezioni dalla stampa”.
Alla domanda se si aspettasse, assumendo il delicato incarico di direttore generale della Asl, di dover affrontare bufere come questa, il dott. Canosa ha risposto con una battuta: “Francamente pensavo peggio”.
Giulio Calvani