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“Il Coni non ha esperienza per gestire l'impianto” Intervista 2 – Parla il gestore della piscina di Ruvo, vincitore del ricorso al Consiglio di Stato
15 ottobre 2002

Tanto rumore per nulla. La gestione Coni, disposta dall'amministrazione comunale per l'avvio delle attività delle neo-piscine molfettesi (nella foto, gli spogliatoi) durerà molto meno del previsto. Tempo 10 mesi e l'impianto sarà affidato a un altro soggetto. Un privato, un'associazione, una società sportiva. Chissà. Quel che è certo è che nella cabina di comando delle piscine di Molfetta il Coni potrà restare soltanto un anno, e non due, come a marzo scorso aveva stabilito la giunta comunale. La durata della concessione si è dimezzata a seguito di una sentenza Consiglio di Stato di qualche settimana fa. "Colpa" di un imprenditore ruvese. I fatti. Il 10 giugno la ditta “Executive di Leonardo Tuccillo & C.” di Ruvo di Puglia, società di gestione di impianti natatori, impugna la delibera di giunta nella quale l'amministrazione aveva fissato regole e condizioni dell'affidamento in gestione delle nuove piscine comunali al Coni (Comitato regionale pugliese). Due anni con possibilità di rinnovo, era la durata della concessione indicata nella delibera. Troppi, secondo la società di Ruvo. Che anche per questa ragione presenta ricorso al Tar, "in quanto l'affidamento della gestione al Coni era avvenuto in violazione dei principi generali in materia di scelta del contraente di un servizio pubblico". Ma il Tribunale amministrativo regionale rigetta l'istanza dell'"Executive". Nel frattempo, a luglio, Coni e Comune di Molfetta, rassicurati dall'ordinanza del Tar che dà ragione all'amministrazione comunale, stipulano la convenzione. Ma la società ruvese non si dà per vinta e ricorre in appello, avanzando richiesta di annullamento dell'ordinanza del Tar, presso il Consiglio di Stato. “Le ragioni per cui contestavamo al Comune la non legittimità dell'atto di affidamento in gestione al Coni – spiega oggi Leonardo Tuccillo – stavano nell'incoerenza di quella disposizione con le decisioni già intraprese in passato dall'amministrazione comunale in merito alla gestione del nuovo impianto natatorio”. Tuccillo si riferisce all'intento espresso dall'amministrazione di affidare la gestione a terzi. Intento poi, secondo Tuccillo, non rispettato, causa l'inaspettato sopraggiungere sulla scena molfettese del Coni. “Il Comune ha affidato le piscine al Coni senza procedere a una pubblica gara d'appalto – continua Tuccillo – nonostante i regolamenti europei stabiliscano che anche per l'affidamento in via temporanea di un impianto sportivo, si debba indire un pubblico bando di gara”. E a chi ribatte che il Comune ha “dovuto” affidare le piscine al Coni per renderle subito operative, Tuccillo replica: “L'amministrazione ha avuto quattro anni di tempo per avviare la gara d'appalto. Non era necessario che i lavori fossero conclusi per indire il bando: a Ruvo si è proceduto alla gara un anno prima che l'impianto fosse ultimato”. E Ruvo è per Tuccillo l'esempio da prendere a modello. Non solo perchè si tratta delle “sue” piscine. “Il Comune di Ruvo ha fatto la scelta più efficiente e più conveniente per i cittadini”, commenta l'imprenditore. “Nel bando di gara ha dettato non solo le condizioni tariffarie, ma anche gli obblighi di riqualificazione degli ambienti adiacenti l'impianto e di allestimento dei necessari arredamenti interni, senza prevedere di versare una lira al concessionario: a questi paletti, precisi e ben circoscritti, hanno dovuto adeguarsi tutti coloro i quali hanno fatto richiesta di partecipare alla gara. Insomma, il Comune ha dettato le condizioni i privati non hanno potuto fare altro che chinare la testa. Anche perché la contropartita era tutt'altro che bassa. “Le piscine sono sempre un business”, ammette Tuccillo. E poi, in modo empirico, ma efficace, spiega: “Perché esisterebbero delle imprese private ad hoc, se no?”. Ma il punto su cui Tuccillo spende più parole è la “cantonata terribile presa da questa amministrazione comunale”, come lui dice, in merito all'identificazione del soggetto gestore, il Coni. Troppo facile dire che si tratta di un giudizio interessato, essendo Tuccillo uno dei più attivi gestori di impianti natatori in Puglia. “Il Coni non ha il know-how necessario per gestire un impianto: competenze ed esperienze appartengono a una federazione sportiva, non al Coni a cui anzi spetta tutelare gli interessi delle singole federazioni”. Insomma il Coni, secondo Tuccillo, non sarebbe abilitato a gestire le piscine di Molfetta, trattandosi di un terreno da sempre ad esclusivo appannaggio della Fin (Federazione italiana nuoto). Così dice Tuccillo. Che tira fuori carte e comunicazioni scritte, intercorse tra lui e il segretario generale della Fin. “Normalmente il Coni si è sempre avvalso della Fin per la gestione degli impianto natatori, con la sola eccezione dei centri di alta specializzazione: questa è stata la risposta ufficiale della Fin alle mie perplessità”, ribadisce Tuccillo. Che sull'evoluzione del suo ricorso in Consiglio di Stato commenta: “Per noi si trattava e si tratta di una questione di principio: il Coni deve mettersi alla pari degli altri e, se vuole assumere anche la gestione degli impianti, lo faccia pure: ma senza sottrarsi alle pubbliche gare d'appalto, e rischiando capitali propri. Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello della ditta “Executive di Leonardo Tuccillo & C.”, sospendendo la delibera della giunta comunale sull'affidamento in gestione dell'impianto al Coni e la convenzione siglata con il Comune. Allora, tutto da rifare? Pare di no, perché l'ordinanza del Consiglio di Stato si limiterebbe a ridurre a un anno la concessione, "in ragione della dichiarata temporaneità dell'affidamento". Insomma, i due anni inizialmente pattuiti con il Coni sono sembrati davvero troppi per una gestione che intendeva essere soltanto "temporanea". Intanto l'amministrazione comunale si è affrettata a disporre la modifica della convenzione stipulata con il Coni. Preparandosi, forse, a formulare un nuovo progetto di gestione, che possa diventare operativo già fra 10 mesi. Decisamente prima del previsto. Tiziana Ragno
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