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Il Collettivo studenti Molfettesi in Lotta: "con la NO TAV messa in moto la feroce macchina repressiva della democrazia tecnica”
27 febbraio 2012

MOLFETTA - «Noi Student* Molfettesi in Lotta, sin dal primo momento delle nostre attività a fianco della lotta NO TAV, pretendiamo che emerga tutta la verità su quanto avvenuto sabato scorso tra la Val Susa e la stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, essendo nostra prerogativa la controinformazione da opporre all'informazione di regime». Chiare le intenzioni del Collettivo “Studenti Molfettesi in Lotta", che rigettano le ennesime e barbare «criminalizzazioni» di un «movimento serio, orizzontale e realmente democratico come pochi altri, e che da tanti anni porta avanti le sue vertenze».
Il riferimento è la manifestazione NO TAV di sabato 25 febbraio forse la più grande mai vista in val di Susa (quasi centomila persone). Anche sabato gli uomini della questura torinese si sono presentati alla stazione di Torino Porta Nuova in tenuta antisommossa, con l’intenzione di identificare i partecipanti alla manifestazione, pur non avendone alcun motivo. Al rifiuto dei ragazzi, si sono eseguite cariche a freddo con fumogeni lanciati dentro i vagoni del treno.
«Ancora una volta la feroce macchina repressiva della "democrazia tecnica" è stata messa in moto per rovinare una splendida giornata di mobilitazione nazionale in difesa della Val di Susa, evidentemente preoccupata dai primi titoli dei massimi mass-media italiani, che facevano invece leva sull'ottima riuscita di una manifestazione pacifica - si legge nel comunicato del Collettivo -. Al risveglio mattutitni su tutti i quotidiani campeggia la solita dicitura "area antagonista", per inquadrare l'area politica rea, secondo Repubblica&co., degli "scontri" con le forze dell'ordine, messa al solito aprioristicamente e demagogicamente in antitesi alla popolazione pacifica».
«Ben 75.000 persone, sotto un tiepido sole primaverile, hanno percorso la strada che da Bussoleno porta a Susa, per dire No all'Alta Velocità, divoratrice di paesaggi, salute e soldi pubblici, ed esprimere pubblica solidarietà agli arrestati negli "scontri" del 3 Luglio dell'anno passato.
La "Valle che Resiste" è una realtà fantastica, in cui si riconoscono città e famiglie intere, dai più anziani ai bimbi nel passeggino, una realtà che da 24 anni porta avanti una lotta di democrazia, la difesa del proprio territorio dagli interessi delle speculazioni delle multinazionali.
Una valle intera che, col supporto di tantissime realtà dell'intera penisola, si oppone ad una grande opera totalmente inutile ai fini dello sviluppo dell'Italia nell'Europa, come invece si ostinano a dichiarare tutti i partiti rappresentati in parlamento e gran parte delle forze sindacali, evidentemente colluse col sistema di interessi intrinseci alla costruzione della TAV; abbiamo bisogno di tante piccole opere nei territori più disagiati, non di fumo negli occhi.
La TAV, col suo modico costo di 1200 € al centimetro (è lunga 254 kilometri, fate un po' di conti) e con l'ingente spesa giornaliera per la militarizzazione della valle, non congiunge Torino a Lione, ma porta l'Italia in Grecia e alla situazione di povertà estrema in cui versa il territorio ellenico».
Nel comunicato il Collettivo racconta quanto accaduto il 25 febbraio.  «Una regia da film quella messa in scena da Spartaco Morolla, dirigente in carica della Polifer e già "premiato" per i meriti conquistati nella "macelleria" alla Diaz del luglio 2001, e da tutte le forze dell'ordine all'interno della stazione di Torino: i manifestanti sulla via del ritorno verso casa si erano accalcati sulla banchina del treno per Milano, mentre i poliziotti erano schierati davanti alle porte del treno, impedendo ai passeggeri di salire.
Hanno preteso di controllare i biglietti dei presenti, molti dei quali ne erano regolarmente muniti, mentre altri cercavano di contrattare un prezzo comune. Alla ricerca di spiegazioni la risposta è stata una carica molto violenta da parte degli agenti in tenuta antisommossa, alcuni dei quali hanno lanciato lacrimogeni persino nei treni e manganellato alcuni passeggeri».
«Alle richieste di maggior democrazia e partecipazione nella gestione della "res publica" si oppone con crescente frequenza l'azione repressiva dello Stato, she si esplicita da un lato da parte delle forze dell'ordine, e dall'altro da parte dei potenti mezzi di informazione asserviti allo Stato - conclude il comunicato -. Tuttavia alla sconfitta della democrazia, si affianca ugualmente una grande Vittoria della Valle e del popolo NO TAV, protagonista di una memorabile giornata di lotta e presa di coscienza collettiva».
 
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PER UNA NUOVA ALBA-…I post moraleggianti scritti da alcuni forumisti ( che spesso e volentieri sotto l'influsso di fumi narcisistici, amano ostentare il perbenismo implicito ai codici italiani) incarnano perfettamente il VIZIO ITALICO: rifuggire la TRASPARENZA dello SCONTRO!!! Leggere frasi del tipo “ i comunicati di questo tenore mi riportano indietro negli anni fra i più bui della Repubblica” testimoniano la tendenza dell'italiano medio (piccolo-borghese) al TONO BASSO inteso come acquiescenza alla norma, come resa a un'apatia camuffata da saggezza. Vi è, poi, l'altro teorico del VUOTO pneumatico spinto che, dal “basso” della sua protervia, si è ,addirittura lanciato in un soliloquio dottrinale sulla anormalità italiota. Ebbene, quest'ultimo è il PEGGIORE perchè la prova provata dell'Italia odierna: una società che alimentandosi in un sostegno reciproco, si compatta in una “base” tecnicamente approssimativa, che si compiace della propria visione da “oratorio”, sclerotizzata da decenni in un formulario che vorrebbe essere disincantato ed è solo opacamente e cupamente finto reazionario. E' evidente che questa “base” non può tollerare l'invito a una CONFLITTUALITA' TRASPARENTE che equivarrebbe allo scoperchiamento di un gattopardismo secolare. Detto questo, CONDIVIDO il comunicato del COLLETTIVO perché alla noia, alla ripetitività inerte, alla povertà costitutiva della non comunicazione preferisco il chiasso, l'invenzione, l'effrazione insomma, tutto quello che costruisce QUALCOSA al posto non tanto del nulla (categoria troppo alta e disperata) ma del NIENTE.



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