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Il centrosinistra verso le primarie per il candidato sindaco
15 ottobre 2005

Il 20 novembre dovrebbe essere la data fatidica, quella in cui il centro sinistra molfettese potrebbe scegliere tramite le primarie il suo candidato sindaco. Le cautele sono d'obbligo, visto che il processo in atto da qualche mese ha conosciuto più di una battuta d'arresto e poiché non è stata del tutto abbandonata l'idea di trovare un nome che possa mettere d'accordo tutti. I partiti dell'Unione sono arrivati ad approvare un documento che richiama i punti programmatici elaborati nell'estate con il concorso di cittadini, movimenti, pezzi della società civile, in cui vengono anche fissate alcune questioni di metodo ed un codice etico. No ai topi che fuggono “Con i protagonisti di questa stagione amministrativa fallimentare nessuna indulgenza è possibile. Devono andare a casa. Molfetta esige la costruzione di una credibile e rigorosa alternativa di governo, senza cedimenti e ammiccamenti a forme di trasformismo che tanti danni hanno già provocato alla città”. Il primo paletto è proprio questo, il rifiuto di accogliere all'interno del centro sinistra coloro che negli ultimi hanno governato la città. Ce ne sono molti che, nella migliore tradizione dei topi che abbandonano la nave che affonda, cercano una ricollocazione. Lo fanno esibendo consistenti pacchetti di voti, alcuni ne sarebbero anche stati attirati nella convinzione che per sconfiggere il centro destra sia necessario strutturare l'alleanza più ampia possibile, turandosi classicamente il naso. È prevalsa, invece, l'idea che sarebbe stata una vittoria di Pirro, con una coalizione nominalmente di centro sinistra, ma poi costretta a scelte amministrative e a metodi di governo identici a quelli che l'opposizione ha avversato e denunciato negli anni di Tommaso Minervini sindaco, tradendo le aspettative di una città in attesa di un cambiamento reale ed una gestione della cosa pubblica trasparente, che miri agli interessi della città e non di pochi. Una politica etica Nel documento dell'Unione segue, quindi, un codice etico che “definisce i principi generali e le regole del gioco da applicare nella scelta degli uomini chiamati a realizzare gli obiettivi del programma nel rispetto dei modi stabiliti”. I candidati delle liste dell'Unione dovranno: garantire di non aver assunto cariche di gestione amministrativa per la coalizione di centro-destra in carica, impegnarsi a far prevalere l'interesse pubblico e a perseguire coerentemente il programma elettorale della coalizione. Su questo documento, steso tramite una paziente opera di mediazione dagli otto partiti dell'Unione nazionale - Democratici di Sinistra, Margherita, Verdi, Movimento Repubblicani Europei, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Udeur, Socialisti Democratici Italiani – è stata successivamente aperto un confronto con i vari movimenti cittadini e con le liste civiche che almeno da un paio d'anni fanno opposizione in città e che in modo chiaro già alle elezioni regionali si sono schierate ufficialmente in appoggio a Nichi Vendola. Le primarie L'obiettivo è di trovare un'intesa sulla struttura della coalizione, ma anche accogliere tutti gli eventuali suggerimenti sul piano delle regole così come dei contenuti, e di procedere, quindi, all'individuazione del candidato sindaco. Da tempo, soprattutto alcuni partiti chiedono che ciò avvenga con la partecipazione dei cittadini, attraverso il metodo delle primarie. Sul valore delle quali non tutti si sono trovati d'accordo, alcuni ideologicamente contrari, altri oscillando fra la voglia di rafforzare un metodo democratico già utilizzato e la paura di vederselo sfuggire di mano. Due i maggiori timori, che in presenza di molti soggetti partecipanti alle primarie, potrebbero essere tre, quattro o anche più, ed utilizzando il metodo della preferenza unica, si arrivi ad individuare un candidato con una maggioranza risicata, che abbia ottenuto voti, per esempio, inferiori alla somma di quelli raccolti dai suoi concorrenti. Insomma, che le primarie per il candidato designato possano tramutarsi in un indebolimento, piuttosto che in una forma di più ampia legittimazione. Poi c'è il timore dell'utilizzo delle mitiche truppe cammellate, insomma che con un colpo di mano si candidi un personaggio, come dire, neo arrivato nel centro sinistra, che muovendo masse obbedienti riesca a vincere le primarie ed imporsi come candidato, senza essere gradito ai militanti e quindi con poche probabilità di vittoria Come a dire che fa fatica ad affermarsi l'idea che le primarie siano un valore in sé, che i cittadini, che poi si lusingheranno perché vadano a votare e che vivranno nella città amministrata da questo personale politico, non possono essere tagliati fuori da segreterie di partito che a volte pensano più a quadrare il cerchio fra più elezioni e a bilanciare il potere di questo e di quello. Le prossime scadenze Ad ogni modo, l'Unione nel suo documento stabilisce le regole, alle primarie del 20 novembre (sempre ammesso che la data non slitti) potranno esserci candidature presentate da partiti de L'Unione e da movimenti e forze politiche, previa sottoscrizione di almeno 300 cittadini. I nomi sono quelli che si fanno da mesi, Cosimo Altomare per la Margherita, Mino Salvemini per i “Democratici di sinistra”, forse Lillino Di Gioia, che nelle more ha fatto affiggere dei megamanifesti, per fare sapere che lui in un modo o nell'altro sarà della competizione, e poi Vito Copertino. Quest'ultimo è stato praticamente il primo a dare la sua disponibilità, sostenuto finora ufficialmente solo dal “Movimento del Buon Governo”, mentre il Partito della Rifondazione Comunista è arrivato sul suo nome a sfiorare la spaccatura, vedendosi pubblicamente accusato da esponenti dei movimenti di non essere sufficientemente radicale. Lella Salvemini lella.salvemini@quindici-molfetta.it
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