Ieri sera a confronto i candidati sindaci, meno una
MOLFETTA 12.05.2006
È scivolato via senza guizzi il confronto fra i candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative, organizzato dall'associazione “Città attiva”. Perlomeno quattro di loro: Azzollini, Di Gioia, Minervini e D'Ingeo (nella foto, un momento del dibattito).
Maria Antonia Tulipano, pur invitata, non s'è vista e rimane quindi una X nella competizione per il ruolo di primo cittadino.
Confronto con regole precise, domande comuni a tutti sugli assi programmatici determinanti per il futuro della città e quattro minuti per rispondere, fatti osservare scrupolosamente, che a qualcuno dei candidati devon esser parsi lunghi, dato il poco da dire, mentre D'Ingeo s'è lamentato di una clessidra che, a suo parere, vedeva scorrere la sabbia più lentamente per Di Gioia e metteva l'acceleratore per lui.
Ma non c'è stata polemica, né su questa né su altra più importante questione, tranne qualche puntura di spillo reciproca; il confronto si è sviluppato senza scosse, un po' noioso, se ci è permesso dirlo.
Sin dalle prime battute si sono delineati i personaggi in campo.
Tommaso Minervini, senza un sorriso, nemmeno a pagarlo, teso ad evidenziare il già fatto, le opere realizzate o perlomeno progettate, scontato per un sindaco uscente.
Il Sen. Azzollini, colui che francamente è sembrato considerare il confronto semplice pourparler, in bilico fra il rivendicare pure lui le opere di cinque anni di amministrazione che lo hanno visto protagonista, dietro le quinte o alla scrivania di assessore, agitando come Paperon de' Paperoni il denaro fatto arrivare in città dal governo nazionale, e quello di antagonista dell'ex alleato Minervini.
Lillino di Gioia a proseguire da un lato il suo ruolo di oppositore all'ex sindaco, criticandone come tante volte fatto negli ultimi cinque anni le scelte amministrative, e a proporre contestualmente pezzi di un programma di governo realmente alternativo.
Matteo d'Ingeo, invocando da sceriffo il rispetto delle regole e della legalità.
Un'esponente di “Città attiva” ha annotato su quattro cartelloni le proposte dei candidati per ognuna delle questioni indagate, prendendole come un impegno, sulla cui attuazione da parte di chi risulterà poi sindaco, l'associazione ha intenzione di vigilare.
In tema di difesa dell'ambiente, il Sen. Azzollini s'è lamentato che sul suo cartellone venisse riportato solo il successo nella prossima rimozione del traliccio di Via Ungaretti e la promessa di spostarne altri in luoghi meno dannosi per la popolazione. Ma sul taccuino del cronista in effetti non è rimasto altro, tanto generica è stata la sua risposta.
Centrata sull'obiettivo di risolvere i bubboni dell'impianto di compostaggio e dei depuratori e sulla salvaguardia delle coste, da ridisegnare assieme a tutto il water front tramite un concorso internazionale di idee, quella di Lillino di Gioia.
Liberare Molfetta della cultura dell'abusivismo per D'Ingeo; mentre per Tommaso Minervini importante nel settore lanciare un confronto permanente fra amministratori e cittadini.
In quanto al problema del traffico, destinato ad aumentare con l'espansione della città, tutti abbastanza concordi sulla necessità di nuovi parcheggi ma, per Tommaso Minervini vanno bene quelli già progettati e in parte finanziati dalla sua amministrazione, compreso quello sotterraneo di Piazza Cappuccini. Nel programma di Di Gioia, invece, ne sono previsti quattro, ma in periferia, agli assi viari di collegamento con le città limitrofe, lì i molfettesi che provengono dai quartieri di espansione o da fuori, dovrebbero lasciare l'auto per muoversi in centro a piedi o con il trasporto pubblico. Parcheggi e navette elettriche per D'Ingeo, oltre che rispetto delle regole, ed eliminare o rivedere il sistema dei grattini. Nel programma di Azzollini, che ha ricordato di “aver portato i quattrini” per realizzare i parcheggi citati dal sindaco uscente, anche lo spostamento degli uffici pubblici verso le periferie.
Dati gli intenti dell'associazione, molto sentita è stata la domanda sulla partecipazione, da realizzare tramite l'avvio delle circoscrizioni per D'Ingeo, la pratica delle consultazioni per Azzollini, la pianificazione strategica, il bilancio sociale, il bilancio partecipato e l'istituzione immediata del difensore civico nel progetto di Lillino di Gioia, mentre Tommaso Minervini ha voluto spostare completamente l'asse della questione, invocando, e con questo cavalcando il suo cavallo di battaglia preferito, la riforma del sistema partitico e politico locale, non si sa quanto in potere di un sindaco, in pratica il superamento del bipolarismo che avrebbe ingessato la partecipazione dei cittadini.
Sul sostegno al lavoro, in particolare quello giovanile, Azzollini ha tirato fuori quello che è il suo di cavallo di battaglia, e cioè il porto, sempre realizzato con i quattrini arrivati grazie al suo intervento; Di Gioia lanciato l'idea di un “polo d'eccellenza dell'industria creativa”; Minervini, dopo aver sottolineato il valore della formazione e quindi del rapporto con l'istituzione scuola, ha sostenuto la necessità di creare un centro di promozione del settore imprenditoriale e D'Ingeo la nascita di un'agenzia che triangoli amministrazione, imprese ed istituti di credito.
Il confronto si è chiuso sulla cultura, con proposte che hanno avuto come fiore all'occhiello la costruzione di un teatro, da realizzare nell'attuale mercato ittico all'ingrosso per Di Gioia, in periferia come grande contenitore culturale, per D'Ingeo. Tommaso Minervini, invece, ha preferito parlare del contenitore culturale da situare nell'ex capannone dell'Asm e in una parte dell'ex mercato ortofrutticolo all'ingrosso. Azzollini ha voluto ricordare che con la cultura ci si rimette, che non produce reddito, e proporre che i finanziamenti che saranno messi a bilancio per il settore non siano più erogati in maniera frammentata, ma puntati su iniziative che i cittadini stessi indicheranno come da privilegiare.
Il pubblico presente alla Fabbrica di San Domenico è andato via con molto materiale su cui riflettere e magari con la curiosità di sapere quale città avrebbe disegnato Maria Antonia Tulipano, ci fosse stata.
Lella Salvemini