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Identificato ufficialmente il presunto responsabile della sparatoria fra la gente a Molfetta La persona ricercata è Massimiliano De Bari, 28 anni, pregiudicato, un nome che circolava dal primo momento in città
25 ottobre 2006

MOLFETTA - Se ne parlava in città e tutti facevano quel nome, collegando il fatto delittuoso a un regolamento di conti per un torto subito 9 anni fa (nel luglio del '97). Ora il presunto responsabile della sparatoria e del duplice tentativo di omicidio compiuto a Molfetta il 10 ottobre scorso tra la gente, in mezzo alle bancarelle della frutta, è stato ufficialmente identificato (e considerato latitante) e viene indicato dagli inquirenti come Massimiliano De Bari, 28 anni (foto), con diversi precedenti. Nei suoi confronti è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare da parte del sostituto procuratore della Repubblica Antonio Savasta, confermata dal Gip. Roberto Oliveri del Castillo. De Bari era stato condannato a 14 anni, poi ridotti a 11 per un precedente omicidio sempre ai danni di due fruttivendoli (in via Annunziata sparò a due uomini, uno ferito alle gambe, l'altro, Egidio Antinucci, morì in ospedale qualche giorno dopo), ed era tornato da poco in libertà grazie all'indulto. La sparatoria del 10 ottobre scorso in due bancarelle della frutta nei pressi di Piazza Paradiso a Molfetta, ebbe per protagonista un killer solitario che sparò all'impazzata tra la gente ferendo in due agguati compiuti in rapida successione, due fruttivendoli Gianvito De Bari e Vito Diniddio, e un cliente Ignazio de Palma che si trovava lì per caso. Noi giorni scorsi i militari avevano arrestato a Molfetta un altro pregiudicato, accusato di favoreggiamento personale perchè avrebbe aiutato De Bari a fuggire e altri due uomini, anch'essi pregiudicati di Molfetta, Vito e Giancarlo saverio Magarelli,di 33 e 24 anni, trovati in possesso di due pistole semiautomatiche e giubbotti antiproiettile. Secondo gli investigatori, i due erano consapevoli di essere un possibile bersaglio per De Bari e dal 10 ottobre scorso non andavano in giro per la città: quando lo facevano, uscivano armati e protetti da giubbotti antiproiettile. Non siamo ancora all'arresto, ma è già un passo avanti, e l'identificazione non è una grossa notizia, perché, come dicevamo prima, il nome del presunto responsabile si faceva già pochi minuti dopo la sparatoria, nome che coincide con quello che oggi gli inquirenti ritengono come autore materiale del tentato omicidio. Appare comunque strano che tale identità sia stata diffusa prima della cattura, forse gli inquirenti sperano di stringere il cerchio attorno a lui. Ora tocca ai carabinieri il compito di scovarlo e arrestarlo per ricondurlo in carcere, una cosa che non dovrebbe essere difficile, perché sicuramente il presunto colpevole si trova ancora in città, dove si dice sarebbe stato visto qualche giorno fa.
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