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I vigili urbani catturano un randagio a Molfetta, protesta la “Lega del cane”
04 ottobre 2010

MOLFETTA - La dott. Mariangela La Volpe, presidente della sezione di Molfetta della “Lega del cane”  ha inviato a “Quindici” una nota sulla cattura di un cane randagio da parte della polizia municipale.

Eco la nota:
 
«Formulo la presente in qualità di Presidente della Sezione di Molfetta della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e di Responsabile Regionale della medesima Associazione, per denunciare quanto di seguito espongo, riservandomi ogni azione nelle opportune sedi, al fine di accertare eventuali profili di responsabilità penale per "abuso d'ufficio" e "maltrattamento di animali".
In data 24.09.2010 alle ore 11.00 circa veniva catturato un cane meticcio di sesso maschile di colore chiaro, a seguito di segnalazione effettuata da tale sig. Picca Antonio, di professione vigile urbano, in servizio presso la Polizia Municipale di Molfetta.
Il Sig. Picca, riferiva ai suoi colleghi di essere stato ”aggredito” dal cane randagio in questione e, a supporto di quanto dichiarato, esibiva un “Referto di prestazione di Pronto Soccorso“ del 03.09.2010 dal quale si evinceva uno “stato ansioso” che lo stesso attribuiva ad un'aggressione da parte di 2 cani randagi e di un cane di proprietà, sebbene il medico del pronto soccorso refertava di non aver riscontrato né morsi, né graffi sul soggetto.
Tralasciando l'uso improprio della lingua italiana e l'abusato significato del termine "aggressione" che, sulla scorta di quanto refertato, nella fattispecie non sussiste, ciò che preme rilevare è che, a seguito di questa segnalazione del sig. Picca, venivano mobilitate in vero e proprio "stile blitz", ben due pattuglie della Polizia Municipale, e il furgone dell'accalappiacani (che costa ai cittadini 50 euro ad intervento), per catturare l'animale che, con la mera presenza e senza cagionare lesione alcuna, aveva spaventato chi, col proprio coraggio, deve tutelare l'incolumità dei cittadini.
Dopo ricerche poliziesche, sotto gli occhi di increduli cittadini, il cane veniva assicurato alla giustizia e catturato e, non essendovi disponibilità presso il Canile Sanitario di Molfetta, come già ben noto ai Vigili Urbani e ai medici del Servizio veterinario, si scomodavano i vertici del Comune, in persona dell’Ing. Altomare per ottenere l'autorizzazione al trasferimento del “cane aggressivo e morsicatore" presso un canile privato fuori dal territorio comunale (che costa ai cittadini 5 euro al giorno).
Il blitz teneva impegnati tutti i pubblici ufficiali intervenuti, per alcune ore, nonostante la Polizia Municipale lamenti spessissimo la carenza di personale, per giustificare l'impossibilità di intervento in attività di sicuro maggiore interesse per il comune cittadino.
Se a ciò si aggiunge che, nei giorni antecedenti l' "aggressione", il sig. Picca è stato avvistato "in divisa" a fotografare i cani randagi, ognuno può trarre le dovute conclusioni.
A questo punto non resta da chiedersi se altrettanta solerzia con "lieto fine" ci sarebbero stata, se la segnalazione fosse pervenuta da un comune cittadino.
Se solo si fosse letto con un minimo di attenzione (o semplicemente si fosse letto) il famigerato referto di P.S., non si sarebbe potuto autorizzare un accalappiamento con trasferimento del cane presso un canile al di fuori del Comune di Molfetta, in piena violazione di disposizioni sindacali che lo vietano in assenza di reale e comprovata pericolosità dell'animale, con dispendio di forze e denaro pubblici.
Invitiamo, pertanto, l’Amministrazione Comunale nella persona dell’Ing. Altomare a valutare, per il futuro, con “documenti alla mano” le reali situazioni di pericolosità dei randagi prima di autorizzare “custodie” in canili fuori del territorio di Molfetta; invitiamo, altresì, la Polizia Municipale a partecipare in maniera costruttiva, alla prevenzione del randagismo, con gli strumenti da noi sempre suggeriti, previsti ed imposti dalla legge (come, ad esempio, controllo a tappeto delle microchippature dei cani), astenendosi da inappropriate e folcloristiche esibizioni».
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Ringrazio "il capo dei randagi molfettesi" per le parole spese, ma, visto il livello degli interventi che hanno preceduto il suo, temo siano parole spese invano. Purtroppo la superficialità dei commenti espressi, denuncia la totale ignoranza in merito al fenomeno del randagismo, dei modi per combatterlo e delle cause che lo producono. Si informano coloro che gettano fango, che la meritoria associazione di cui la dott.ssa La Volpe ne è, in modo esemplare, presidente, si confronta QUOTIDIANAMENTE e senza scopo di lucro, con le varie isituzioni coinvolte nel problema (VV.UU., Dirigenti comunali, assessori, asl veterinaria, ecc.) per tentare di arginare il problema. LA LEGA NAZIONALE per la Difesa del Cane è la prima a voler debellare il randagismo! Ma con strumenti propri ed efficaci, che hanno dimostrato possibile la soluzione del problema in quelle zone d'Italia in cui sono stati adottati in modo costante e non occasionale: Sterilizzazioni a tappeto dei cani vaganti, controllo ferreo delle microchippature dei cani di proprietà, dura repressione del reato di abbandono di animali. Nessuna mente saggia ha mai pensato di poter risolvere il problema partendo dall'effetto e non eliminando la causa. L'accalappiamento in grande stile che la dott.ssa ha stigmatizzato, avrà forse momentaneamente placato le ire del sig. Picca, ma certamente non impedirà a chi è il responsabile della presenza di quel cane lì (per averlo abbandonato, o per non aver sterilizzato le generazioni precedenti) di reiterare 10, 100, 1000 volte tale comportamento. A questo punto delle due l'una: o si iniziano ad utilizzare gli strumenti propri per la lotta alle cause del randagismo (tra i quali NON vi è senz'altro l'accalappiamento indiscriminato), oppure si continui pure a spendere denaro pubblico in blitz di questo tipo e nella costruzione di altri 10000 canili in ogni città!


Vi siete sfogati? Adesso lasciate che dico la mia, a nome di tutti i randagi. Con le vacanze si sono scaglionati anche gli abbandoni dei cani domestici, e non avviene solo d'estate di vedere i migliori amici dell'uomo aggirarsi con lo sguardo confuso e sgomento di un bambino perso in un supermercato. L'uomo ha carpito la sua fiducia per poi abbandonarlo. Nonostante tutto questo, nel nostro modo di pensare non rientra il poter odiare il "barbaro padrone". Un cane non può concepire di essere scacciato dal proprio gruppo se non per colpa grave, un'imperdonabile infrazione dei codici comportamentale che regolano i rapporti tra gli individui. Dunqua i cani abbandonati paradossalmente cadono in preda a terribili senso di colpa che rendono ancora più intollerabilmente la nuova situazione di socialmente derelitti. I cani abbandonati o rinchiusi nei canili, non nutrono astio nei confronti del genere umano e che quindi adottarli non comporta il trovarsi in casa un cane aggressivo e scarsamente controllabile, al contrario. Un cane che ha sperimentato l'abbandono e che trova una nuova famiglia è enormemente grato di quella che vive come una seconda possibilità e fa di tutto per dimostrarsi all'altezza. Di conseguenza non di rado è assai più affettuoso e sensibile di altri che non hanno vissuto esperienze altrettanto dolorose. Lasciate che vi dica una cosa, umani: state diventando tutti disumani e ne state già pagando le conseguenze. E' solo l'inizio. In bocca al....cane! GRRRRR! Grrrrr! Puramente casuale, stasera si parlava o si abbaiava tutti insieme, e in comune accordo abbiamo deciso che forse domani, tempo permettendo, ci divertiremo giocando a "caccia al... La Volpe". A tutti quelli che posseggono un cane: raccogliete la "cacche" che i vostri amici lasciano in giro per la città. Così facendo, aiutate anche noi randagi a non essere "odiati" da chi non possiede un cane. Non costa molto e poi è un segno di civiltà. BAU',BAU'!!Grr!Grr!
L'essere umano non ha mai avuto rapporti facili con gli altri animali; nella storia del mondo è stato, di volta in volta, predatore o preda. Ma, soprattutto, all'uomo occidentale è rimproverabile la creazione di filosofie gerarchizzanti, come le religioni che prevedono entità divine – superiori all'uomo perché soprannaturali – costruivano e costruiscono “scale naturali” di crescente perfezione al cui vertice si trova l'essere piuccheperfetto del mondo: quell'”Uomo”, l'unico essere simile al Dio soprannaturale. Così l'uomo ha abusato sempre dei confronti che ha fatto tra sé e gli altri animali. Confronti comunque operati – è ovvio rammentarlo – a fini precipuamente umani. La caccia è, ed è stata un'attività dell'uomo, nobile animale predatore di animali, pure se oggi si va trasformando in un consumo di massa di oggetti di lusso dubbio, e in fattore di squilibrio ambientale; ma è anche, ed è stata, un'attività non meno nobile dell'animale predatore di uomini. Invece l'allevamento e la selezione artificiale degli animali da parte degli uomini è qualcosa di più ignobile, visto con occhi non umani. Perché attività mai reciproca. Pensiamo alla domesticazione, cioè alla trasformazione genetica di essere liberi,m prodotti del mondo non umano, che dall'uomo vengono presi e indelebilmente trasformati a suo uso e piacere. Animali modificati per produrre più carne, altri resi più veloci per trasportare più velocemente messaggi; animali che nascono, vivono e muoiono semplicemente per far divertire l'uomo. Animali mostruosi, innaturali, proprio perché non prodotti dalla natura, bensì dal gioco dell'uomo per il gioco dell'uomo. Vacche, maiali, galline, animali prodotti per finire quanto prima sulle tavole dell'uomo……………..Centinaia di migliaia di esseri animali trascorrono assieme la propria vita, solo la società degli uomini ha prodotto sulla Terra chiese, biblioteche, università, religioni e guerre.







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