MOLFETTA - La dott. Mariangela La Volpe, presidente della sezione di Molfetta della “Lega del cane” ha inviato a “Quindici” una nota sulla cattura di un cane randagio da parte della polizia municipale.
Eco la nota:
«Formulo la presente in qualità di Presidente della Sezione di Molfetta della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e di Responsabile Regionale della medesima Associazione, per denunciare quanto di seguito espongo, riservandomi ogni azione nelle opportune sedi, al fine di accertare eventuali profili di responsabilità penale per "abuso d'ufficio" e "maltrattamento di animali".
In data 24.09.2010 alle ore 11.00 circa veniva catturato un cane meticcio di sesso maschile di colore chiaro, a seguito di segnalazione effettuata da tale sig. Picca Antonio, di professione vigile urbano, in servizio presso la Polizia Municipale di Molfetta.
Il Sig. Picca, riferiva ai suoi colleghi di essere stato ”aggredito” dal cane randagio in questione e, a supporto di quanto dichiarato, esibiva un “Referto di prestazione di Pronto Soccorso“ del 03.09.2010 dal quale si evinceva uno “stato ansioso” che lo stesso attribuiva ad un'aggressione da parte di 2 cani randagi e di un cane di proprietà, sebbene il medico del pronto soccorso refertava di non aver riscontrato né morsi, né graffi sul soggetto.
Tralasciando l'uso improprio della lingua italiana e l'abusato significato del termine "aggressione" che, sulla scorta di quanto refertato, nella fattispecie non sussiste, ciò che preme rilevare è che, a seguito di questa segnalazione del sig. Picca, venivano mobilitate in vero e proprio "stile blitz", ben due pattuglie della Polizia Municipale, e il furgone dell'accalappiacani (che costa ai cittadini 50 euro ad intervento), per catturare l'animale che, con la mera presenza e senza cagionare lesione alcuna, aveva spaventato chi, col proprio coraggio, deve tutelare l'incolumità dei cittadini.
Dopo ricerche poliziesche, sotto gli occhi di increduli cittadini, il cane veniva assicurato alla giustizia e catturato e, non essendovi disponibilità presso il Canile Sanitario di Molfetta, come già ben noto ai Vigili Urbani e ai medici del Servizio veterinario, si scomodavano i vertici del Comune, in persona dell’Ing. Altomare per ottenere l'autorizzazione al trasferimento del “cane aggressivo e morsicatore" presso un canile privato fuori dal territorio comunale (che costa ai cittadini 5 euro al giorno).
Il blitz teneva impegnati tutti i pubblici ufficiali intervenuti, per alcune ore, nonostante la Polizia Municipale lamenti spessissimo la carenza di personale, per giustificare l'impossibilità di intervento in attività di sicuro maggiore interesse per il comune cittadino.
Se a ciò si aggiunge che, nei giorni antecedenti l' "aggressione", il sig. Picca è stato avvistato "in divisa" a fotografare i cani randagi, ognuno può trarre le dovute conclusioni.
A questo punto non resta da chiedersi se altrettanta solerzia con "lieto fine" ci sarebbero stata, se la segnalazione fosse pervenuta da un comune cittadino.
Se solo si fosse letto con un minimo di attenzione (o semplicemente si fosse letto) il famigerato referto di P.S., non si sarebbe potuto autorizzare un accalappiamento con trasferimento del cane presso un canile al di fuori del Comune di Molfetta, in piena violazione di disposizioni sindacali che lo vietano in assenza di reale e comprovata pericolosità dell'animale, con dispendio di forze e denaro pubblici.
Invitiamo, pertanto, l’Amministrazione Comunale nella persona dell’Ing. Altomare a valutare, per il futuro, con “documenti alla mano” le reali situazioni di pericolosità dei randagi prima di autorizzare “custodie” in canili fuori del territorio di Molfetta; invitiamo, altresì, la Polizia Municipale a partecipare in maniera costruttiva, alla prevenzione del randagismo, con gli strumenti da noi sempre suggeriti, previsti ed imposti dalla legge (come, ad esempio, controllo a tappeto delle microchippature dei cani), astenendosi da inappropriate e folcloristiche esibizioni».