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I ragazzi dell'Itcgt raccontano Salvemini
15 giugno 2005

I ragazzi dell'ITCGT raccontano la grande figura di Gaetano Salvemini attraverso il fumetto, il teatro e il cortometraggio; lavoro complesso ed entusiasmante che ha coinvolto una cinquantina di persone tra studenti e docenti. Lo spettacolo, ha restituito per quasi due ore uno spaccato di una Molfetta di fine Ottocento, scandendovi in questo lasso di tempo, le vicende del Salvemini giovane sognatore, politico, storico intellettuale e pugnace difensore dei sani valori della patria. Il fumetto "La ragione del sud: vita di Gaetano Salvemini" ci ha raccontato della nostra Molfetta alla fine dell'Ottocento, fatta di piccoli commercianti, marinai e soprattutto di contadini: la vita a quei tempi non era facile e la libertà e il lavoro andavano guadagnati duramente e non erano certo dati per scontato. In questo panorama storico, nacque Gaetano Salvemini l'8 settembre del 1873. La rigida prassi familiare preservò per il futuro storico, la carriera ecclesiastica, ma la sua tenacia da giovane adolescente ebbe la meglio: voleva capire il mondo e le sue problematiche, guardare in faccia le ingiustizie e in ultima analisi voleva lasciare l'asfittica e opprimente società molfettese per meglio comprendere i grandi eventi della storia italiana. Salvemini a 20 anni si iscriverà al partito socialista con lo scopo di proteggere i diseredati. Laureato in lettere a Firenze, troverà in casa dell'ingegnere molfettese Corrado Minervini l'amore: Maria. Si sposerà il 21 ottobre 1897 e si trasferirà in Sicilia dove insegnerà storia moderna all'Università di Messina. Il tragico destino però, s'accanirà contro la sua famiglia: nel terribile terremoto di Messina perderà la moglie e i figli. L'evento lo segnerà profondamente, ma gli darà allo stesso tempo nuova linfa vitale per battersi per la questione meridionale: l'uomo che voleva lasciare Molfetta, per tornarvi da salvatore della patria. Il fumetto si è alternato con lo spettacolo teatrale dal titolo "Evviva Salvemina" che a volte a toni drammatici a volte sarcastici ha descritto i conflitti sociali; un mondo fatto di disoccupazione, di operai che lavoravano duramente e dall'altro, di politici ignoranti e corrotti che agivano esclusivamente per proprio tornaconto. Salvemini avvertiva forse più di tutti questa spiacevole situazione e vedeva baluginare davanti a sé lo spettro dell'omologazione e del fanatismo; una sorta di premonizione di quello che fu il regime fascista. Lo spettacolo teatrale, ha anche messo in rilievo la feroce campagna messa in piedi dalla società molfettese che "contava", per infangare la figura di Salvemini e del partito socialista. E' stato ricordato anche il famoso episodio dei brogli elettorali delle elezioni tenutesi il 26 ottobre 1913 in cui Gaetano Salvemini fu sconfitto da Pietro Pansini. I seguaci di quest'ultimo commisero ogni tipo di scorrettezza, estorcendo consensi e durante la campagna elettorale, molti salveminiani subirono intimidazioni. Per protesta, molti difensori della causa sociale che Salvemini sosteneva (in gran parte composta dalla classe operaia e contadina) si riunirono in cattedrale per esprimere il proprio sdegno, inneggiando allo storico cantando "Evviva Salvemina, il professore dell'università" e riservando invece cori non poco piacevoli ai "politici da strapazzo". Nel 1922 salirà al potere il fascismo e Salvemini come tanti altri intellettuali non avranno vita facile. L'8 giugno 1925 Salvemini sarà arrestato e non appena liberato andrà a Londra dove presenterà la domanda di dimissioni all'università di Firenze. Insegnerà per diversi anni ad Harvard e dopo la fine del regime tornerà in Italia. Morirà a Capo di Sorrento il 6 settembre 1957 . Il cortometraggio intitolato "Una storia piccola" invece, ha sviluppato una vicenda interna a quella salveminiana che vide come protagonisti, il nipote dello storico, Mauretto. Siamo durante il fascismo e Mauretto intrattiene una fitta corrispondenza epistolare con lo zio illustre, da poco in prigione a Regina Coeli per aver diffuso il bollettino clandestino antifascista "Non mollare". Il ragazzo per essere stato scoperto mentre diffondeva lo stampato a Molfetta sarà ucciso dagli squadristi. Salvemini, un seguace del metodo galileiano, si definiva un "passerotto empirista" che analizzava attentamente un evento problema per problema. Lungo tutta la serata è stata ribadita più volte la ragion d'esistere di questo uomo straordinario che fu Salvemini: "Si può essere grandi e piccoli, ma l'onestà dipende da noi stessi". Domenico Gadaleta
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