I ragazzi del Centro Salesiano S. Giuseppe raccontano la vita di don Bosco in musica
Un operaio di Dio, don Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani e padre dell’oratorio. Così lo hanno cantato i ragazzi del Centro Giovanile Salesiano della parrocchia San Giuseppe con il musical «Don Bosco» (scritto da Piero Castellacci). Straordinario educatore e indimenticabile parroco, don Bosco (Becchi Castelnuovo d’Asti, oggi Castelnuovo Don Bosco, 1815 - Torino, 1888) era il «prete della strada» che sottraeva alla malavita i ragazzi. E il manifesto del musical lo ritrae proprio con un badile in mano. Intorno a don Bosco (Francesco Samarelli), i personaggi più noti della sua biografi a e una legione di monelli canterini, che hanno sprizzato colore e movimento, sotto la sapiente e paterna regia di Pasquale Paparella. I quadri recitati, danzati e cantati ne hanno ripercorso i momenti più salienti e chiacchierati, con una certa libertà rispetto alla scansione cronologia uffi ciale e all’ambiente torinese, senza il vuoto trionfalismo retorico: il miracolo delle tre mollichelle, l’istituzione dei primi oratori e del contratto di apprendistato, il colera, l’incontro con il diavolo (Alessandro Capurso, anche nel ruolo del fanatico bigotto e dello stregone inca), l’esorcismo a una ragazzina, il rapporto infelice con il Cardinal Cagliero (Antonio Piergiovanni), suo grande antagonista che lo obbliga a scusarsi in pubblico. Tutto inizia con un sogno, i ragazzi poveri che giocano in un cortile prefi gurano il luogo della loro formazione: sarà Mamma Margherita (Susanna Guarino) a raccontare questa prima pagina della biografi a di don Bosco, i suoi ideali, le diffi coltà dell’impresa. La sua cieca fede nella provvidenza, l’impegno per la prevenzione, l’amorevolezza e la fantasia dell’apostolato, il suo carisma di allegro trascinatore dei giovani che emerge dal primo vorticoso ritmo rap, lasciando subito spazio a quel ponderato metodo pedagogico che fa scuola in tutto il mondo. Se Mamma Margherita mostra a don Bosco la bellezza della preghiera e suor Maria Mazzarello (Maria Nicola Lisena), fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, è il suo alterego femminile, portavoce di diffi denza è la gerarchia ecclesiastica, rappresentata dal Cardinal Cagliero, dal suo segretario (Danilo Porta) e da un parroco (Michele Calò). Emozioni forti, pubblico in delirio nel Teatro don Bosco. Scenografi a dominata da sei colonne monolitiche, che scena dopo scena hanno racchiuso il quartiere, il cortile dell’oratorio, il palazzo del cardinale, l’ospedale dove i primi salesiani curano gli ammalati di colera, perfi no il Sud America delle prime missioni (realizzata da Francesca Turtur, Beppe Cantatore, Angelo Calò, Mauro d’Alto, Pasquale Paparella). Saranno le parole dei personaggi a condurre la trama, a ravvivare il quadro i ballerini guidati dalla coreografa Martina Calò, tra rock-and-roll, gospel e rap. Scongiurato il rischio di scivolare nella pedante agiografi a grazie alle scene corali di grande impatto. Curatissimi anche i costumi di Francesca Turtur, Mina de Palma, Assunta Petruzzella, Maria Magarelli, Anna Frisario. Questi i ragazzi “masnà” di don Bosco: Daniela Altamura, Vania Azzollini, Mirko Battistini, Tania de Candia (anche nel ruolo della Madonna) Marianna de Santis, Marcello la Forgia, Francesca Minervini, Alessia Mirto, Graziana Modugno, Jasmine Pappagallo, Giovanni Sallustio. Insomma, un musical che penetra anche la sensibilità laica e trasmette in modo limpido il messaggio educativo di don Bosco, tutt’altro che datato.
Autore: Adelaide Altamura