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I predoni dell'agro
15 marzo 2011

In questi anni, avvalendosi di leggi nazionali, si è sviluppata una nuova categoria di soggetti senza scrupoli: “i predoni dell’agro”. Questi, grazie all’artifi cioso accorpamento di particelle - cosa che si può fare a patto però di essere conduttori agricoli o avere qualcosa a che fare con le attività agricole - hanno sviluppato volumetrie, cubature, hanno aggredito il nostro territorio agricolo come solo un virus virulento, può aggredire un corpo sano, e portarlo velocemente alla consunzione e poi alla morte. Possibile che gli uffi ci Comunali si siano mai accorti di nulla? Non ci sono state mai verifi che su chi ha violentato illegalmente il nostro agro, con ville principesche? nessun organo di vigilanza e controllo, si è mai accorto che questa cementifi cazione selvaggia del nostro sacro suolo, culla di ulivi secolari, è stata operata in realtà da ricconi senza scrupoli per lo più gente che non aveva nulla a che fare con l’agricoltura, ma neanche con il giardinaggio? In queste ville hollywoodiane, sorte come funghi, nel nostro agro, nessuna zappa, nessun aratro, nessun riparo per i frutti e gli ortaggi raccolti con il sacrifi cio e il duro lavoro dei campi, ma solo l’arroganza, la prepotenza, la spocchia di chi si sente al di sopra delle leggi dell’uomo e della natura. Nelle pieghe delle pagine, tra le righe dei passaggi lirici e poetici – e patetici - tra le citazioni inneggianti a Dio e alla natura, si scoprono invece le piaghe, i soprusi, gli scempi, le sopraffazioni di pochi in danno di tutti. Tra quelle pagine, piani, regolamenti, delibere, si annidano le reali intenzioni dei “predoni” della nostra terra: perpetuare nel tempo la cementifi cazione selvaggia del nostro territorio agricolo. Facendo diventare norma, la prepotenza, le nostre campagne sono state massicciamente aggredite dal cemento, sono stati sventrati i muretti a secco, sono stati uccisi i nostri ulivi secolari, i mandorli, ridotti a legna da ardere per lussuosi camini, o a carbonella di pacchiani barbecue, con gravissimi danni a tutto il complesso ambientale, naturale e storico: un patrimonio collettivo che doveva essere tutelato, preservato è stato invece pesantemente “stuprato”. Questa situazione è la conseguenza di ciò che è avvenuto dal dopoguerra ai nostri giorni, ed è stato causato da un’incredibile serie d’inadempienze, ritardi, cattiva gestione del territorio e uno scarso controllo su di esso. L’attività di repressione degli abusi, dei soprusi è stata assente. A questa situazione hanno contribuito non poco le deleghe agli enti locali in materia urbanistica. Da case coloniche si arriva presto a ville di lusso, nessuno se ne è accorto? Come mai modifi che e trasformazioni radicali sono passate inosservate? Illustrissimi concittadini hanno costruito lussuosissime ville, su terreni agricoli: ci chiediamo, come potessero aver avuto autorizzazioni o licenze per costruire immobili di lusso? Crediamo ancora che possa esserci qualcosa che sia stata lasciata intatta? Questi gli allarmanti interrogativi, fi nora senza risposta, che l’opinione pubblica oggi si pone.

Autore: Nicola Squeo
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