I pescatori chiedono lo Statuto dei lavoratori
MOLFETTA – 22.11.2001
Mentre a Roma discutono dell’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, a Molfetta i pescatori chiedono «l’integrale applicazione dello Statuto dei lavoratori a tutti i marittimi» e lamentano il fatto che i loro diritti sono «ogni giorno calpestati». Un vero e proprio appello firmato da diversi marittimi e da alcune vedove di marinai morti in mare, raccolti nel comitato “Seagull”.
I diritti sono calpestati «sulle navi - affermano tra l’altro - dove il nostro duro e difficile lavoro è malpagato ed i morti e gli infortunati non si contano più; nella vita a terra, dove i politici ignorano la nostra esistenza, salvo a farsi sentire nei momenti elettorali; dai sindacati, che hanno ignorato le necessità e i problemi dei lavoratori del mare sottoscrivendo accordi capestro e tagliando paghe e tabelle di armamento; nelle aule di giustizia, ove le nostre cause di lavoro durano decenni e solo pochi giudici mostrano sensibilità e impegno per dare giusta soluzione alle controversie contro gli armatori (si veda da ultimo il proscioglimento del gruppo Agip-Snam-Eni per i fatti di porto Marghera)».
I marinai ricordano che a Molfetta e in Italia costituiscono «una parte importante sia nella società sia nell’economia del settore trasporti» e chiedono «rispetto e soprattutto dignità per i nostri morti, per i nostri invalidi e per le loro famiglie».
La richiesta principale è quella dell’applicazione integrale a tutti i marittimi dello Statuto dei lavoratori. «Questo - affermano - è il primo passo per sottrarci ai ricatti e per difendere i nostri diritti insieme a tutti gli altri lavoratori, nel momento in cui alcune parti politiche muovono un duro attacco proprio allo statuto».
Michele de Sanctis