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I nostri carrubi secolari La rubrica di Raffaele Annese Naturalista e vice presidente centro studi Terrae
15 ottobre 2017

Che siano in gruppo o isolati, piccoli o enormi, loro sono sempre li, immobili ed in silenzio. Testimoni di un passato fatto di fatica e privazioni, il carrubo, pianta mediterranea limitata alle coste, ha origini antichissime. Persino i Fenici, popolo del mediterraneo orientale, erano soliti piantare il carrubo nei pressi dei loro scali ed utilizzare il suo frutto, ovvero il carato, come unità di misura per gli scambi commerciali. Molfetta, come tanti altri paesi dal clima mediterraneo, nasconde tra le sue campagne veri e propri monumenti naturali: giganti silenziosi e dal tronco contorto che nulla hanno da invidiare ai famosi ulivi secolari. Percorrere le vie che portano ai nostri carrubi, non significa soltanto “movimento”, ma anche “ripercorrere” le strade che i nostri avi facevano ogni giorno alle prime luci dell’alba e “scoprire” più che riscoprire, la storia di Molfetta, dei carrubi e del nostro passato. Gli alberi di carrubo in passato sono stati considerati dagli agricoltori importanti alberi da frutto per la produzione delle carrube, le “pestàzze”, che hanno sfamato uomini e animali (anche per produzione della farina di carrube). I suoi piccoli semi scuri e tondeggianti, detti “carati”, sono stati utilizzati in passato come misura per l’oro. Oggi, purtroppo, il carrubo ha perduto la sua importanza e i coltivatori locali si sono dedicati a colture più redditizie. A Molfetta esistono almeno una decina di esemplari di carrubi monumentali e pluricentenari tra i quali è possibile annoverare il grande carrubo del Pulo di Molfetta di circa 400 anni e alcuni presenti nell’alveo di Lama Cupa. Ma il loro capo indiscusso in Puglia è il carrubo di Mattinata, tredici metri di diametro per questo gigante gentile, tipico della macchia mediterranea che si trova in località Vignanotica, nel Parco Nazionale del Gargano. Gli esperti del Centro Studi Terrae – Centro di Educazione Ambientale Ophrys stanno censendo i carrubi secolari al fine di conoscere e valorizzare queste importanti emergenze del nostro agro e presto vi accompagneranno lungo nuovi itinerari alla scoperta della natura e della storia del nostro territorio.

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