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I giovani e le elezioni: cosa pensano cosa chiedono, come votano, cosa sperano Inchiesta
15 maggio 2013

I giovani, soprattutto quelli che si affacciano al voto per la prima volta, sono sempre al centro dell’attenzione delle forze politiche che, spesso, si ricordano di loro solo in campagna elettorale. Cosa pensano i giovani di queste elezioni amministrative a Molfetta, conoscono i programmi e i candidati?, cosa chiedono?, quali sono le loro speranze e le loro aspettative? Sono delusi? Cosa pensano dell’amministrazione comunale di centrodestra uscente? Puntano al cambiamento? Come votano: andranno ai seggi o preferiranno l’astensione? Quindici ha fatto una piccola inchiesta fra i giovani di Molfetta. Il risultato, rispetto alle amministrative del 2008 è sicuramente più incoraggiante. Mentre all’epoca prevaleva l’astensionismo e la rassegnazione, pochi avevano una propria idea politica e molti erano pronti a vedersi per i 50 euro elargiti a larghe mani da alcune forze politiche, il vero e proprio voto di scambio, oggi la situazione appare diversa. Non mancano quelli che non sanno nulla di candidati, programmi e differenze fra le varie coalizioni, ma si dichiarano pronti ad intascare il denaro offerto: «io non mi interesso di politica, non ci capisco nulla, è troppo confusa e poi sono tutti uguali - dice Corrado, 25 anni operaio disoccupato - ma 50 euro mi fanno comodo, mi hanno chiesto anche di votare uno di loro, penso di farlo, tanto non sarà il mio voto a cambiare il risultato». Il numero di consensi più alti fra la popolazione giovanile è indirizzato verso il candidato del centrosinistra Paola Natalicchio: «finora non ho mai votato, la politica non mi interessava, perché non ha fatto nulla per cambiare la mia vita, sono andata anche a lavorare a Milano, poi dopo un anno e mezzo sono stata licenziata e sono tornata a Molfetta e qui non c’era nulla e non c’è nulla - dice Maria 34 anni, laureata in Giurisprudenza e disoccupata -. Azzollini e il centrodestra non hanno fatto nulla per noi giovani e per il lavoro, hanno pensato solo a se stessi, al porto, alle chiacchiere varie e a conservare il posto al senatore a Roma. Da quando ho conosciuto Paola, ho cominciato a leggere di più, ho coinvolto altri amici e ho trovato nuovi amici. Vogliamo il cambiamento e crediamo che solo un candidato donna e giovane, può rappresentare la svolta a Molfetta. Non abbiamo la forza economica del centrodestra, ma la volontà e la determinazione di chi crede di combattere una battaglia giusta per il proprio futuro, quella non ci manca ed è una motivazione forte. Dobbiamo cacciare chi si è impadronito della città solo per i propri interessi e ha ridotto Molfetta a un cimitero». Paola Natalicchio prima quasi sconosciuta, poi sempre più nota e apprezzata da giovani e non, riesce meglio a dialogare con loro: «Paola mi ha messo subito a mio agio - dice Angela, 22 anni studentessa universitaria- . Io sono timida, ma ritrovarmi con tanti giovani coetanei, mi fa bene, sentiamo di essere in tanti sulla strada giusta, col candidato che sentiamo nostro e soprattutto abbiamo fiducia nella possibilità di cambiare il nostro futuro, non possiamo accettare che per noi decidano altri». Ninnì Camporeale è il candidato della destra e i giovani di quest’area abituati ad essere intruppati, non hanno problemi a sostenere il candidato di Azzollini: «noi siamo uniti, a differenza della sinistra che è divisa. Noi abbiamo un capo riconosciuto, Silvio Berlusconi a Roma e Antonio Azzollini a Molfetta - dice Francesco 23 anni, studente -. Avere un leader è importante e noi sosteniamo un candidato che potrà portare avanti la città come ha fatto il senatore in questi anni, cambiando Molfetta e dando una sonora lezione alla sinistra che non è mai riuscita a combinare nulla, sa solo litigare. Il nostro blocco, orgogliosamente di destra, sosterrà la riconferma di un’amministrazione che ha operato bene e soprattutto completerà la grande opera pubblica del porto, che rappresenta il futuro economico e di lavoro per Molfetta. Una grande intuizione di Azzollini destinata a far parlare di Molfetta in tutt’Italia per un’opera che tutti già ci invidiano. Noi non abbiamo dubbi, solo certezze, i dubbi li lasciamo alla sinistra incerta e divisa che ha portato una sconosciuta candidata da Roma e l’ha messa forzatamente a fare il candidato, senza che conosca nulla della città. E avranno ancora una volta una sonora lezione». Un’altra novità è il Movimento “Linea Diritta” del candidato sindaco Bepi Maralfa, anch’egli affiancato dai giovani: «sono un fanatico della legalità, in questi anni a Molfetta, il sindaco Azzollini ha permesso un’illegalità diffusa e chi meglio di un avvocato può contrastare questo andazzo - dice Paolo, 19 anni studente -. Bepi non lo conosco, è quello che si rimbocca le maniche, come nella sua pubblicità elettorale e sembra uno pronto a menare le mani per cambiare questa città: buon segno, qui occorre essere determinati, non c’è spazio per le mediazioni». Tradizionalisti di sinistra, sempre chiusi nel loro isolamento rosso, gli uomini di Rifondazione comunista hanno proposto come candidato sindaco Gianni Porta, consigliere comunale uscente e questo piace ai «duri e puri» anche giovani: «aver deciso di andare da soli, ci evita di confondersi con il litigioso e inconsistente centrosinistra - afferma Giuseppe 26 anni, operaio precario -. Gianni rivendica il nostro essere orgogliosamente comunisti, che molti compagni hanno ormai dimenticato. Questo fa la differenza. Come facevamo ad andare con Pd e Sel con una candidata imposta e non scelta dalla base. Siamo una minoranza, ma faremo la differenza in consiglio comunale, evitando gli inciuci e i compromessi come fanno altri. Basta pensare a quello che è avvenuto col governo Letta che si è messo nelle mani della destra, meglio soli che mal accompagnati». Pino Amato, candidato sindaco dell’Udc, sui giovani ha puntato subito e ha rinnovato quasi completamente le sue liste: «sono stato convinto da alcuni amici a sostenere Pino, perché è fuori da tutti gli schemi» - dice Enzo 24 anni disoccupato. Ma è il Movimento 5 Stelle la vera incognita di queste amministrative. Forti del successo alle politiche, con quasi 6.000 voti, i grillini sperano di ripetere l’exploit anche alle comunali. «Portare qualche consigliere diverso in consiglio comunale, significa fare la differenza fra vecchio e nuovo, ma soprattutto cambiare i metodi di gestione - dice convinto Pasquale, 27 anni disoccupato. Credo in Grillo perché propone tagli alla spesa pubblica e molti posti ai disoccupati e anche un assegno per chi non ha lavoro. Non vi sembra una politica concreta e non le solite chiacchiere dei politici?». Altra sorpresa di questa tornata elettorale comunale è la certezza del voto da parte degli stessi giovani. Nel 2008, a 20 giorni dall’apertura dei seggi elettorali, pochi giovani avevano deciso a chi assegnare la propria preferenza. Oggi sanno tutti con certezza per chi votare. È certamente un segnale positivo, una risposta all’antipolitica e soprattutto all’astensionismo che almeno non dovrebbe essere di marca giovanile. Insomma, sembra esserci più partecipazione giovanile, tranne forse nel centrodestra dove si vedono sempre le solite facce, e quindi una speranza di cambiamento anche del personale politico. L’Azione Cattolica diocesana ha portato avanti una campagna contro il voto di scambio che “Quindici” ha pienamente condiviso, e che si spera possa sortire qualche effetto.

Autore: Barbara Binetti
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