I commercianti a Vendola: “No all'apertura domenicale dei negozi”
MOLFETTA – 22.9.2005
I commercianti locali scrivono al Presidente della Regione, Nichi Vendola, e chiedono il rispetto delle regole ribadendo con forza che la domenica non si tocca.
Questa la nuova iniziativa intrapresa dal neo-costituitosi “Movimento Spontaneo Commercianti Molfettesi”: una lettera inviata al Governatore della Puglia e, per conoscenza, al Presidente della Provincia ed al sindaco di Molfetta, per chiedere un sostegno nella battaglia intrapresa dalla base degli esercenti locali contro l'ipotesi, avanzata dall'amministrazione comunale, di apertura domenicale dei negozi.
La vicenda è nota: per consentire alla Città della Moda (che aprirà il prossimo 29 settembre) di accogliere il consistente numero di visitatori che sono attesi durante tutto il week-end, periodo in cui l'outlet dovrebbe realizzare la maggior parte del suo fatturato, l'amministrazione comunale di Molfetta ha convocato, nelle scorse settimane, le associazioni di categoria del settore del commercio ed ha avanzato la proposta di modificare il calendario delle aperture festive concordato con le stesse organizzazione nel novembre del 2004, in modo da consentire l'apertura domenicale degli esercizi commerciali.
Una proposta respinta fermamente dalla base dei commercianti molfettesi (a differenza di qualche associazione di categoria che, sul punto, è apparsa, tra mille distinguo, un po' più possibilista) che ha anche promosso una petizione, sottoscritta da 250 esercenti locali, per richiedere il rispetto delle regole e per tutelare la sacralità della domenica come unico giorno dedicato al riposo, al tempo libero ed alla vita privata.
Ma l'amministrazione sembra voler andare dritta per la propria strada ed il sospetto che i commercianti avanzano è quello che il Comune stia operando solo nell'interesse della Città della Moda e non per tutelare gli esercenti locali.
“Ecco – si legge nella lettera – da dove nasce il malcontento dei commercianti molfettesi: dalla consapevolezza che l'Amministrazione Comunale tuteli principalmente gli interessi degli ingenti capitali del Nord a discapito del piccolo commercio al dettaglio molfettese, già duramente provato dalle difficoltà riscontrate quotidianamente in questo particolare frangente di recessione economica. E' difficile rassegnarsi al pensiero che la Pubblica Amministrazione, anziché assumere costantemente un ruolo “super partes”a garanzia e tutela di ogni collettività, possa essere fortemente condizionata nel suo operato dalle direttive di alcuni singoli soggetti”.
In una recente assemblea pubblica, si legge ancora nella lettera inviata a Vendola, i commercianti hanno espresso la loro posizione, formulando tre precise richieste all'amministrazione comunale:
• La costituzione immediata dell'Osservatorio della Città della Moda (previsto dalla delibera de Consiglio Comunale del 10 novembre 2000 fino ad ora mai attuata) con la funzione di monitorare gli effetti socio-economici di tale intervento e garantire la massima trasparenza nelle procedure
• La formazione di un tavolo di concertazione per il rilancio dell'economia cittadina
•Una moratorio di almeno un triennio all'apertura straordinario domenicale degli esercizi.
Per ottenere tutto questo, nel silenzio dell'amministrazione comunale, chiedono, oggi, “un intervento deciso” del Presidente della Regione, perché siano rispettate da tutti le regole del gioco e perché “vengano ricordati da parte degli amministratori i principi costitutivi della legge regionale sul commercio, e cioè i criteri di pluralismo ed equilibrio tra le diverse strutture distributive e le diverse forme di vendita, con particolare riguardo al riconoscimento ed alla valorizzazione del ruolo delle piccole imprese, e la conservazione e rivitalizzazione della funzione commerciale all'interno dei centri storici nelle aree urbane”.
“Questo movimento – si legge infine nel documento – non vuole assolutamente mettere in discussione la libertà di impresa, di mercato e di concorrenza ma reclama quell'equilibrio tra i diversi soggetti economici che non permetta che il più grande distrugga il più piccolo, ma assicuri invece la loro conservazione e coesistenza in un sistema fatto di regole: le regole che noi reclamiamo sono quelle previste dalla legge e nient'altro.
Non siamo pertanto “ribelli” (come qualcuno ci ha recentemente definito) perché chiediamo solo ed esclusivamente il rispetto delle regole mentre il “ribelle “ al contrario non le accetta nel tentativo di abbatterle o modificarle. Chiediamo inoltre che Lei e gli Organi preposti operiate una costante azione di controllo su tale problematica garantendo sempre il rispetto delle regole da parte di tutti i soggetti economici, piccoli o grandi che siano, ditte individuali o società per azioni con ingenti capitali sociali”.
Giulio Calvani