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I cantieri della discordia Parlano i cittadini
15 novembre 2019

Sui numerosi cantieri aperti e non completati, “Quindici” ha sentito l’opinione dei cittadini attraverso un’inchiesta che permetta di verificare come vengano percepite queste opere. Queste le domande che “Quindici” ha rivolto ai suoi interlocutori: Molfetta è un cantiere a cielo aperto, vi sono tanti cantieri aperti nella nostra città. Lo ha notato? Cosa pensa in proposito? E’ uno spreco di denaro pubblico? Potrebbero essere utilizzati diversamente questi soldi? In quale modo lei riterrebbe fosse più utile spenderli? Giovanni Pani, 63 anni, professore di calcolabilità e di complessità presso il Politecnico di Bari «È difficile esprimere un giudizio generale. Occorrerebbe conoscere nello specifico quanti soldi vengono spesi e per che cosa, da dove provengono i finanziamenti. Io abito nei pressi del liceo scientifico e, ad esempio, sulla strada di Ruvo notavo c’erano incidenti quasi ogni giorno. L’amministrazione precedente chiuse parte della strada e ne dimezzò la corsia senza che, in uscita, vi fosse visuale. Io evitavo di passare per il pericolo e scrissi anche all’amministrazione. La nuova amministrazione, invece, ha agito bene e per prima cosa ha posizionato una piccola rotonda in plastica, una rotonda provvisoria, all’incrocio di via Ruvo, il traffico è diventato più scorrevole e sicuro sino alla realizzazione della rotonda in cemento e alla messa in sicurezza dell’incrocio. Per esempio, tra il liceo scientifico e la chiesa di Sant’Achille, vi è un incrocio molto pericoloso in cui le strade si intersecano in maniera anomala. E’ un incrocio molto trafficato soprattutto negli orari di entrata e di uscita degli studenti dalle scuole. Molti genitori accompagnano i loro figli soprattutto in inverno e quando piove. Succede il finimondo, su quell’incrocio, nella mezz’ora di entrata e di uscita degli alunni. Servirebbe una rotonda per regolare e smaltire il flusso del traffico e per evitare ingorghi. Come mai, essendo l’incrocio di recente progettazione, non più di 10 anni, non si è pensato alla realizzazione di una rotonda? Doveva già essere predisposta. A Bisceglie quasi ad ogni incrocio c’è una rotonda. La rotonda canalizza il traffico ed impone un percorso obbligato, prima l’automobilista poteva scegliere di girare dovunque ed anche di tagliare la strada. La rotonda, inoltre, consente l’eliminazione dei semafori che creano ingorghi e file interminabili, specie negli orari di punta. Queste cose le sanno pure gli ingegneri laureati alla triennale. I nostri dirigenti non potevano attivarsi prima? Devo riconoscere che, dal punto di vista dell’aspetto stradale l’amministrazione sta lavorando egregiamente, ad esempio, la rotonda in entrata da Giovinazzo rallenta e canalizza il traffico rendendolo meno pericoloso. Tornando dal centro commerciale, inoltre, prima si poteva girare prima del ponte per imboccare la 16 bis in direzione Bari, ora non è più possibile, bisogna tornare indietro e percorrere la rotonda per cambiare direzione. Ho assistito a diversi incidenti prima vi fossero modifiche alla viabilità». Sergio Amato, 56 anni, biologo e attivista del presidio Libera di Molfetta «Ho avuto modo di notare le numerose opere di cantierizzazione che stanno interessando la nostra città, alcune le considero improrogabili e necessarie, è giusto che si facciano anche perché Molfetta ha accumulato, nel tempo, un ritardo rispetto ad altre città vicine come Trani e Bisceglie, vi è un abisso, basti pensare a quanto è impresentabile il nostro lungomare. Alcune opere hanno la precedenza, la viabilità va sistemata ed anche i parcheggi. La sicurezza è una priorità, vi sono ancora zone poco illuminate a Molfetta, luoghi e sacche di delinquenza, come ad esempio il parco di Levante che viene continuamente vandalizzato. Il parco è un luogo di spaccio e la gente comune viene allontanata». L.D.L., 65 anni, artigiano e piccolo imprenditore «I cantieri sono sempre utili se fanno cose utili. Se i nostri soldi sono utilizzati al meglio, va bene. Non va bene se si fa finta di fare le cose o se le cose sono fatte in modo scriteriato. Per esempio le piste ciclabili sono belle, utili ma restringono la carreggiata di strade importanti e, dunque, possono creare ingorghi. La realtà a Molfetta è diversa, non siamo in Emilia-Romagna, non siamo in pianura Padana dove vanno tutti in bicicletta. Quante saranno le persone che andranno in bicicletta ed è necessario, per questo, restringere le principali arterie cittadine? Non è una realtà che tanti vadano in giro in bicicletta, qui si stenta ancora ad usarla. I cantieri servono, sono necessari, la città non può rimanere obsoleta, fatiscente. Pensiamo alle strade che necessitano di un’opera continua di manutenzione, strade percorse da automobili e da mezzi pesanti per cui è necessario periodicamente rifare il manto stradale. Anche, ad esempio i lavori su corso Umberto vanno bene se fatti con buon senso. Il rifacimento dei marciapiedi era necessario in quanto le piccole mattonelle erano molto scivolose con la pioggia ed il rischio di caduta alto. Quando non si usa il buon senso e si fanno le cose per lucrare non va bene. E questa raccomandazione vale per gli amministratori, ma anche per i tecnici. Le rotatorie, la cura degli ingressi della città, a mio avviso, vanno molto bene perché le macchine sono costrette a rallentare, ci sono meno incidenti e meno persone che muoiono. Tuttavia la rotonda su via Bisceglie, dopo l’incrocio con la Madonna dei Martiri, è costruita male. Andando verso Bisceglie si restringe nel suo punto di uscita, le macchine che arrivano da Bisceglie hanno uno spazio limitato in entrata che andrebbe allargato». P.S., 46 anni operaio del settore metalmeccanico «Io appoggio il lavoro di questa amministrazione, le rotonde, ad esempio sono utili e funzionali, i soldi spesi in questo tipo di lavori sono soldi spesi benissimo. Piuttosto, per il lavori legati alla fibra, hanno divelto e distrutto l’asfalto di mezza città, mi preme sapere se ci sarà un adeguato ripristino del manto stradale ma su questo avanzo i miei dubbi. Le piste ciclabili sono belle e vanno di moda, ben vengano e mi auguro che vengano utilizzate. Alcuni tratti sono stati realizzati su strade già ampie e per nulla trafficate, mi riferisco in particolare alla strada che corre parallela alla ferrovia, quella strada chiamata dai molfettesi il “buco”. Per quanto riguarda la viabilità cittadina vorrei dare un suggerimento: aver reso via Dante a senso unico costringe gli automobilisti a fare davvero un lunghissimo giro, a ciò si potrebbe facilmente ovviare consentendo loro di risalire da via Sant’Angelo verso piazza Santa Teresa». © Riproduzione riservata

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