Grigiore comune nelle periferie
Volevamo raccontare la città dai margini. Indagare il rapporto tra centro e periferia nella nostra Molfetta. Abbiamo scoperto che questa dimensione periferica non solo esiste, ma percepisce il centro come distante. Abbiamo dato un volto ai problemi, dato voce ai cittadini e riportato fedelmente i loro racconti. Gli scatti fotografi ci, molti dei quali per ragioni di spazio non siamo riusciti a pubblicare, hanno immortalato la situazione di degrado esistente. Abbiamo frazionato in quattro “quadri” le zone periferiche, ma ne è emerso un comune grigiore. Fatto di quartieri residenziali dormitorio, cresciuti intorno al centro in modo disordinato. Fatto di mercati sporchi e inadeguati. Fatto di parchi chiusi e preda di vandali. Il dramma è che questo grigiore riguarda tanto i vecchi quartieri quanto le nuove aree d'espansione, che di questo passo avranno bisogno di una decina d'anni per ritrovare una normalità. «La nostra periferia infi nita. Non trasmette identità. Non promuove relazioni. Non comunica regole. Non plasma uno spirito “estetico”, tanto meno “etico”. Al più: un individuo “mimetico”. E insicuro». Ha scritto Ilvo Diamanti su Repubblica. Non si riferiva certo a Molfetta, ma non ci può consolare sapere che anche altrove è così. A marzo dovrebbe essere presentato il nuovo piano dei servizi. Vedremo quanto sarà aderente ai bisogni reali dei quartieri. Intanto manca l'ordinario: la pulizia, la cura del verde, il riassetto delle strade, l'arredo urbano, l'urbanizzazione delle aree di espansione. La cosa drammatica è che non si vede la volontà politica, che come ci ha spiegato l'urbanista Arnaldo Cecchini, è fondamentale per il cambiamento. Abbiamo una classe politica lontana dai problemi reali della gente e che non garantisce una qualità della vita adeguata. Più soldi e nuove case non possono risolvere i problemi di una città che non ritrova più la dimensione relazionale. Senza la quale anche le piazze che si stanno mettendo a nuovo, resteranno vuote di vita. Manca una visione condivisa. C'è una città da ricostruire partendo da questa visione e non dall'illusione di un uomo e della sua famiglia politica.