Gli studenti: no alla 133, no alla distruzione dell'università pubblica
BARI - Oggi l'atrio della facoltà di Giurisprudenza, dominato dalla statua di Minerva, dea della giustizia, non era in grado di contenere la moltitudine di studenti, docenti e gente qualunque riunitasi per dire no alla riforma Gelmini.
Dopo brevi minuti di tensione dovuti al lancio di acqua sulla folla da parte di quella così detta “maggioranza silenziosa”, che poi maggioranza non è e silenziosa neppure, l'assemblea si è trasformata in un corteo pacifico che ha sfilato per le strade di Bari.
Alla presenza del sindaco di Bari, Michele Emiliano e del presidente della Regione, Nichi Vendola, gli studenti hanno manifestato contro una legge che non è di riforma ma di taglio, che sbarra la strada alla ricerca e rende incerto il futuro dei giovani.
Davanti alla massiccia presenza delle forze dell'ordine, presenti anche alla stazione di Molfetta, addirittura con caschi e manganelli in mano, del tutto inutilizzati, gli studenti hanno cercato di far sentire la propria voce, consapevoli che l'Università vada riformata, ma non in questo modo, non umiliandola, non distruggendola.
In un momento storico in cui il dialogo non esiste e si fanno le riforme attraverso decreti legge, la generazione dei bamboccioni dice no ad un futuro precario.