Gli studenti dell’Alberghiero di Molfetta: la marcia della pace per portare speranza in luoghi remoti e nei nostri cuori
MOLFETTA - Sergio Fanelli e Giovanni Squeo, rappresentanti d'istituto dell'alberghiero di Molfetta hanno raccontato a “Quindici” il significato per loro della marcia della pace: «La situazione preoccupante sul versante russo-ucraino è solo uno degli strascichi di un problema che affonda le radici sin dall’antichità.
La nostra è una marcia, un procedere pacioso ma incisivo verso una strada ancora indefinita ma già presente nella menti di ogni essere vivente. Non parliamo del concetto infinito e assoluto di pace, un immagine imparentata soltanto a qualche sottospecie di fanatico ma ad una pace più pratica e raggiungibile. Un avanzare graduale di trasformazione di quella che è la natura bellicosa umana in una più conciliante e accondiscendente.
La pace non è una non-guerra, nemmeno una soluzione, bensì un processo verso una realtà, sicuramente imperfetta, ma che ci aprirà nuove porte tuttora inesplorate.
A proposito di azioni pratiche e concrete, iniziamo per l'appunto con questo nostro marciare, il 7 marzo 22, non verso un luogo fisico ma con la finalità di portare speranza in luoghi geograficamente più estesi e remoti, oltre che nei cuori di tutti noi».