Gli eredi della storia di Molfetta oggi ricordano i concittadini caduti nella battaglia di Capo Matapan
MOLFETTA - L’Associazione Eredi della Storia, l’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra (ANMIG) e Fondazione, l’Istituto Nazionale del Nastro Azzurro (sez. di Molfetta), l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, ricordano la battaglia di Capo Matapan affinché il sacrificio dei 2.803 caduti non sia stato invano e costituisca un monito per le generazioni future a non entrare più in guerra, come spesso si evince dalle parole dei superstiti e dai diari di guerra, lasciati in eredità all’Associazione Eredi della Storia da chi ha pagato con la vita il servizio alla Patria e alla libertà.
La battaglia si svolse nella notte tra il 28 ed il 29 marzo 1941 nelle acque a Sud del Peloponneso, fra l'isolotto di Gaudo e Capo Matapan, tra una squadra navale della Regia Marina italiana (tra cui la RN Vittorio Veneto e gli incrociatori Pola, Zara, Fiume, Trieste e Bolzano), sotto il comando dell'ammiraglio di squadra Angelo Iachino, e la Mediterranean Fleet britannica (comprendente anche alcune unità australiane) dell'ammiraglio Andrew Cunningham.
Numerosi furono i caduti di cui molti mai ritrovati. Molfetta conta parecchi partecipanti alla battaglia di cui un gran numero dispersi: sul Pola i marò Michele Altomare (20 anni) e Nicola Mancini (21 anni); sull’Alfieri il sottocapo meccanico Giuseppe Carbone (22 anni); sul “Fiume” i marò Luca de Gennaro (21 anni), Leonardo Mastropierro (21 anni) e Nicola Minervini (22 anni), il cannoniere Sergio Prezioso (21 anni); sullo Zara il sergente cannoniere Francesco Marzocca (26 anni), il marò Cosimo Germinario (21 anni), inoltre è anche da segnalare il caduto Leonardo Pepe (20 anni) sottocapo segnalatore.
La battaglia fu cruenta, ma i marinai salvati segnalarono un’anomalia; infatti non si spiegavano come mai gli inglesi già conoscessero le mosse dei combattenti italiani. Le spiegazioni plausibili potevano essere solo due: o gli inglesi avevano intercettato e decriptato i messaggi via radio, oppure qualche spia forniva loro le informazioni.
Innumerevoli furono anche i feriti. Tra i superstiti molfettesi (ad oggi tutti scomparsi per l’età avanzata), figurano Alessandro Favuzzi, Pasquale Valentini, Michele De Musso e Domenico De Dato. Quest’ultimo, imbarcato sulla nave Vittorio Veneto, durante la battaglia di Capo Matapan, intervenne prontamente per chiudere una falla apertasi a causa di un siluro che aveva colpito la nave a poppa ma dovette assistere impotente alla morte di due suoi amici a causa dello scoppio di un ordigno lanciato da un aerosilurante inglese.
Per non dimenticare l’eroismo di questi uomini e di tanti altri che col loro sacrificio hanno permesso di vivere in una nazione libera e indipendente, oggi domenica 30 marzo, a partire dalle ore 11, in Piazza Mazzini n° 92 l’Associazione Eredi della Storia e la Fondazione ANMIG espongono pannelli documentali che raccontano mediante foto e documenti quella tragica notte tra il 28 e il 29 marzo del 1941.