Gli Eredi della storia di Molfetta celebrano l’anniversario dell’eccidio fascista e nazista delle Fosse Ardeatine
Manfredi Azzarita
MOLFETTA – Gli Eredi della storia di Molfetta a piazza Mazzini ai piedi della bandiera hanno deposto un mazzo di fiori osservando un minuto di silenzio, per non dimenticare tutti i Martiri delle Fosse ardeatine, trucidati dai fascisti e dai nazisti. In primis il capitano del regio esercito Manfredi Azzarita, molfettese, medaglia d'Oro al valor militare che stava organizzando la liberazione di Roma dai tedeschi. Sono state lette alcune pagine del processo ai nazisti con le osservazioni dei familiari delle vittime. Archivio storico Associazioni combattentistiche, Generale di corpo d'armata Luigi Amato.
Manfredi Azzarita, Capitano di Cavalleria del Regio Esercito Italiano, venne trucidato nelle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944 e decorato con Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria; come militare, dopo l’armistizio, organizzò attivamente la Resistenza nella Capitale, in particolare stabilendo contatti con le organizzazioni antifasciste e con il "governo del Sud". L’intensa attività condotta per la liberazione dell’Italia fu interrotta a causa di una confessione di un prigioniero dei tedeschi, vittima di torture e sevizie: il caso volle che il suo arresto da parte dei nazisti avvenisse giusto una settimana prima della strage delle fosse Ardeatine. Il Capitano non rivelò mai le informazioni relative alla lotta partigiana e dopo molte torture venne trucidato entrando a far parte della tragedia dei 335 Martiri.
Nella motivazione della Medaglia d’oro si legge che “Insofferente dell'occupazione tedesca, dopo l'8 settembre '43 si prodigò in Roma e dintorni per organizzare gruppi e movimenti armati clandestini, dimostrando fermezza di propositi, decisione e carattere adamantino. Arrestato dalle SS germaniche fu tradotto e imprigionato nelle celle di via Tasso, ove venne atrocemente seviziato. Non rivelò nessun segreto dell'organizzazione militare cui apparteneva e si addossò fieramente ogni responsabilità. Trucidato barbaramente alle Fosse Ardeatine, trovò gloriosa morte, suggellando il suo amore e la sua fede per la Patria. (...)”
La donazione di Leonardo Azzarita ai combattenti di Molfetta nel 1969
Ricordiamo un aneddoto riguardante il Cav. Leonardo Azzarita, padre del Caduto Ardeatino e già Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri (ANFIM) ininterrottamente dal 1950 al 1974, due anni prima della sua morte.
Una testimonianza poco conosciuta in città sul noto giornalista molfettese che fu direttore generale dell’Ansa, direttore del Corriere delle Puglie e strenuo difensore della libertà di stampa.
Il 4 novembre 1969 Leonardo Azzarita era presidente dell'ANFIM, associazione che tutt'oggi è impegnata nel ricordo delle donne e degli uomini – antifascisti, partigiani, semplici civili – vittime delle stragi compiute, in particolare, tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, durante l'occupazione dell'Italia centro-settentrionale da parte dei tedeschi e della Repubblica sociale.
Il padre del martire ardeatino donò ed inviò all’istituto Nazionale del nastro Azzurro di Molfetta alcuni cimeli: una grande fotografia del figlio, il decreto di conferimento della Medaglia d'Oro e le relativa decorazione, come riportato nel ritaglio della Gazzetta del Mezzogiorno dell'epoca.
La Medaglia d'oro è appuntata sul labaro dell'Istituto Nazionale del Nastro Azzurro - sez. Molfetta con presidente Sergio Ragno.