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Ginnastica, la molfettese Marinella Falca e la squadra azzurra conquistano l'oro ai mondiali
09 ottobre 2005

BAKU - 9.10.2005 Strepitoso successo questa mattina della squadra azzurra di ginnastica ritmica della quale fa parte anche la molfettese Marinella Falca (nella foto a destra in lacrime, dopo la vittoria). La nazionale italiana, con una prova straordinaria per esecuzione, valore tecnico e artistico, ha messo in fila Russia e Bielorussia nell'esercizio con tre cerchi e due clavette e sale sul gradino più alto del podio mondiale di ritmica. Elisa Blanchi, Fabrizia D'Ottavio, Marinella Falca, Daniela Masseroni, Elisa Santoni e Laura Vernizzi si liberano del fardello di eterne seconde, dopo l'argento ad Atene, quello di venerdì scorso nel completo e l'ultimo di oggi nei 5 nastri, dietro una sorprendente Bulgaria. Salite in pedana per ultime in entrambe le specialità, le azzurre con un 14.150, pur annichilendo le eterne rivali della Russia (13.900), si erano dovute accontentare, di nuovo, della piazza d'onore ai nastri, per l'inatteso exploit della Ranguelova e compagne, che con un 14.475 portavano in Bulgaria il primo oro. Poi il capolavoro: con un 15.675 balzavano in testa alla classifica dei cerchi e clavette, fino ad allora dominata dal solito duo composto da Russia (15.150) e Bielorussia (14.825). Un muro invalicabile, se si conta anche il momentaneo terzo posto di una Bulgaria (14.600) euforica, che la Santoni e le altre azzurre hanno superato con la sicurezza delle campionesse del Mondo. L'Italia torna dunque dall'Azerbaigian con un bottino complessivo di tre medaglie (un oro e due argenti) della squadra - che ci colloca al secondo posto, insieme alla Bulgaria, nel medagliere per nazioni - e con il confortante 14° posto della Cantaluppi nella finale individuale. «Un risultato storico»: il presidente della Federginnastica, Riccardo Agabio, definisce così l'oro conquistato dalle azzurre ai Mondiali di ritmica e stavolta non si tratta di una definizione abusata. «Infatti - spiega Agabio - abbiamo battuto per la prima volta le russe, e lo abbiamo fatto in circostanze ambientali a loro particolarmente favorevoli, basta guardare il trattamento riservato dalle giurie alle ragazze provenienti dall'Europa orientale. Succede spesso quando si gareggia nell'ex repubbliche sovietiche: se abbiamo vinto noi, vuol dire che le ragazze azzurre sono state proprio brave». Il merito va quindi prima di tutto alle varie Elisa Blanchi, Fabrizia D'Ottavio, Marinella Falca, Daniela Masseroni, Elisa Santoni e Laura Vernizzi, «ma anche - sottolinea il presidente federale - all'allenatrice Emanuela Maccarani, al dt Marina Piazza ed alla coreografa Nathalie Van Cauwenberghe, che ha lavorato perfino all'Opera di Parigi». Ma la vittoria azzurra è stata bella anche dal punto di vista umano: «non è un oro solo dal punto di vista tecnico - spiega Agabio - ma anche dal punto di vista... della vita. In uno sport di atlete-bambine noi stiamo dimostrando che si possono raccogliere risultati anche quando si arriva a 20 anni e oltre. Siamo riusciti a tenere insieme e motivate queste ragazze anche dopo l'argento di Atene 2004. Adesso il nostro obiettivo è quello di tenere unito questo gruppo per altri tre anni, fino ai Giochi di Pechino: portare queste ragazze da un'Olimpiade all'altra, in una disciplina dove c'è un continuo ricambio generazionale e un'età media molto bassa, sarebbe come vincere un'altra medaglia».
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