Gammauto Chevrolet Molfetta, ai blocchi di partenza
La Gammauto Chevrolet Molfetta non può più aspettare. È un ritornello che fra gli addetti ai lavori va avanti ormai dallo scorso giugno, quando la Monteroni strapazzava proprio la compagine molfettese nella finale di campionato per la promozione diretta in DNB e, allo stesso tempo, annunciava una profonda rivoluzione. Ma è anche per altri motivi che la Gammauto Chevrolet Molfetta non può più aspettare: per i grandi investimenti societari, sotto la guida saggia e appassionata del presidente Antonio Pucci, e per la fame dei suoi tifosi, tornati ad affollare il Pala Poli e ansiosi di riprendersi il posto su parquet più ambiziosi dopo anni di astinenza. Che Molfetta abbia fame e anche una certa fretta lo conferma la campagna acquisti di questa estate. Perché giocatori come Corvino, Teofilo, De Falco che sul parquet non avrebbero più nulla da dimostrare, scelgono di venire in una piazza che ha urgente bisogno di vincere? Anche loro hanno ancora voglia di vincere. E soprattutto per alcuni di loro vista la carta d’identità non rimane molto tempo per farlo. Stiamo parlando di giocatori che sono sempre stati abituati a giocare per squadre che dovevano vincere e, proprio per questo, la pressione non li spaventa. La questione soldi per loro sicuramente non è più prioritaria come poteva esserlo in passato: è bastata una stretta di mano. Inoltre, il periodo di transizione è finito e nessuno vuole più aspettare. Comunque, non sarà facile. Gli anni passati hanno lasciato una impronta marchiana: nonostante i buoni propositi, le aspettative erano quasi sempre approssimative e nulla era certo. L’età media delle squadre delle disastrose passate annate era palesemente falsata da giovani che non giocavano mai, ma che facevano parte della rosa esclusivamente per risparmiare sul monte ingaggi. La migliore ovvietà era quella che riguardava i ragazzi della Serie D, mai pronti. Gli allenatori scommettevano su giocatori bolliti e ribolliti, erano diventati psicologi, guru della comunicazione, forse dimenticando che il loro compito era allenare, cioè addestrare i giocatori per farli poi giocare e farli rendere al meglio per il bene della squadra. Era necessaria l’ambizione e la freschezza di Giovanni Gesmundo per innescare il cambio generazionale. Gesmundo ha fatto una scelta di vita, le vittorie della passata stagione e la gavetta nel campionato di Serie D lo hanno gratificato e reso un vincente, ma misurarsi con un campionato di livello superiore serviva per dare nuovi stimoli alla sua carriera e mettersi alla prova in un ambiente più competitivo. Sicuramente non sarà una stagione facile. Il campionato DNC è molto più equilibrato di quello della scorsa annata. Sul fronte mercato, l’obiettivo principale era quello di confermare in cabina di regia Corvino, il play foggiano che quest’anno ha fatto la fortuna di Molfetta in campionato. Fisicamente il roster della stagione ormai alle porte è una spanna sopra tutti e questo nella pallacanestro conta molto. Anche tecnicamente è su un livello superiore. Ma nel basket bisogna mettere in campo tutte le forze fisiche, mentali e tecniche del gruppo. Ognuno ha le proprie esigenze e le proprie caratteristiche e deve metterle a disposizione del collettivo. Non sarà facile, ma la Gammauto ha tutte le carte in regola per farlo. È ancora difficile capire i valori di questa competizione. Serviranno 2 o 3 partite per farsi un’idea di Molfetta e soprattutto degli avversari. Indubbiamente ci saranno squadre tutte da scoprire e le solite sorprese di campionato. Ma la Gammauto Chevrolet Molfetta ha anche un margine di miglioramento che in pochi possono immaginare.
Autore: Andrea Saverio Teofrasto