Gabriele Vilardi: no alla privatizzazione della muraglia
È tornata prepotentemente di attualità, la questione dell’accesso alla storica muraglia della città antica, a causa della decisione del sindaco Tommaso Minervini di mettere due guardie armate (pagate dai contribuenti) dalle 23 in poi. Una parte della città ha reagito e si è formato anche un comitato #muragliabenecomune che non vuole la “privatizzazione della muraglia”. “Quindici” ha sentito Gabriele Vilardi uno dei protagonisti del sit in di protesta. La questione della Muraglia di Molfetta è un argomento spinoso che si dibatte dal 5 settembre 2016, dall’ordinanza del Commissario Straordinario che stigmatizzava sedute ed uso in proprio del suolo molfettese, con il conseguente divieto di sostare e produrre suoni molesti per rispetto ai residenti del luogo, la situazione non sembra cambiata anche a distanza di 3 anni, i residenti lamentano sempre la stessa situazione no? «Si, la situazione sembra in realtà non essere migliorata, o peggiorata a dire il vero, con la Regolamentazione del pubblico accesso, e la conseguente interdizione in orario serale, alla strada pensile sulla Muraglia a partire dal 2016, così come non sono cambiate le lamentele dei residenti. Voglio chiarire però subito una cosa: le lamentele di chi si affaccia alla muraglia, ma della quale non ha alcuna proprietà, sono legittime così come quelle di tutti coloro che vivono nelle stesse condizioni in ogni parte della città, dalla punta più estrema di levante a quella di ponente. Per queste ragioni il combinato disposto tra l’ordinanza sindacale e la presenza di guardie armate pagate dal Comune (quindi da tutti noi cittadini) in un piccolo pezzo di città non solo non è da considerarsi una reale soluzione, ma di fatto comporta una diseguaglianza di metodo e gestione dell’ordine pubblico, facilitando il malsano meccanismo di considerare aree della città di serie A e aree di serie B e creando un evitabile malcontento tra concittadini». Dal momento che non è stata consultata la cittadinanza, né il comitato di quartiere del centro storico, ha pensato di portare avanti l’ideale dello spazio comune della muraglia con il Comitato Muraglia Bene Comune, il quale non si tinge di coloriture politiche ma si riveste solo della potenza della mobilitazione? «Mi preme innanzitutto precisare alcuni aspetti: Non sono referente o portavoce del comitato, che non è strutturato in modo organico e lavora impegnandosi in modo orizzontale senza forme di protagonismi; Il Comitato Muraglia Bene Comune è composto da persone che trasversalmente credono nel principio della difesa e rilancio della “città pubblica”, rispetto a tutte le varie forme di privatizzazione che stanno investendo la nostra comunità da un po’ di tempo a questa parte: l’ultima in ordine cronologico è l’ordinanza sindacale che genera effetti non solo per la Muraglia ma che comporta divieti di stazionamento serali in luoghi di aggregazione come quello storico del Calvario e la scalinata di Via Ugo Bassi. Detto questo, il problema più grave generato dalla disposizione del sindaco è stata l’assenza di un reale confronto tra abitanti e non per immaginare una soluzione condivisa capace di trovare un punto d’incontro tra il diritto alla vita di chi si affaccia sulla muraglia e il diritto alla fruizione libera di uno spazio pubblico per il quale i cittadini sono legati da ricordi e sentimenti. Il sindaco Tommaso Minervini lo aveva auspicato e promesso nel Consiglio Comunale del 13 novembre 2017, dopo che alcuni cittadini avevano raccolto 1.128 firme in quattro appuntamenti pubblici in piazza dopo la sua disposizione contingibile e urgente. Da quel momento in poi però, a parte un parere pro veritate richiesto dal Comune all’avv. Alberto Giuseppe Mastropasqua sullo status giuridico della Muraglia, nessuna azione è stata intrapresa per facilitare la condivisione di decisioni e azioni così come nessuna risposta hanno ricevuto i sottoscrittori della petizione. A questo punto, dopo il terzo anno consecutivo di ordinanza e mancato confronto, era inevitabile non realizzare un appuntamento pacifico sulla Muraglia ma capace di utilizzare la mobilitazione e l’arte come strumenti di democrazia partecipata ». A tal proposito il 28 agosto si è verificata “l’occupazione” simbolica della muraglia, in particolare l’oggetto della contestazione del comitato è costituito dall’ordinanza sindacale n 11124 del 19/02/19, che comporta la riduzione di stazionamento serale sulle scalinate del Calvario, di Via Ugo Bassi, della Villa Comunale e la riduzione d’accesso alla muraglia di Molfetta, la determina dirigenziale n. 916 del 02/08/19 che porta la presenza di due guardie armate disposte all’ingresso del bene pubblico Muraglia dal 20/07/2019 al 29/09/2019, al costo di 21.650 euro. «Si, abbiamo realizzato un appuntamento che partisse dalle ore 21 e si concludesse appena oltre le ore 23 al fine di superare simbolicamente e politicamente l’interdizione d’accesso sulla strada prensile della Muraglia. Durante l’iniziativa “Muraglia Bene Comune” sono stati realizzati alcuni momenti artistici grazie alla disponibilità di attori e musicisti e un confronto sereno tra chi abita la zona e chi la vive come spazio comunitario. La Muraglia non è stata occupata quel giorno, ma ancor meglio “liberata” dall’idea secondo cui si potesse a poco a poco trasformare in uno spazio a uso e consumo di chi semplicemente ha l’affaccio delle proprie case verso di essa, con la folle idea di impiegare una spesa eccessiva e sbagliata di fondi pubblici (parliamo di più di 20.000 euro per due mesi per le guardie armate). È cosa nota infatti, confermata ulteriormente dal parere pro veritate citato poco fa, che sulla strada prensile grava una servitù pubblica di passaggio che permette al cittadino di poter calpestare, e quindi usufruire liberamente, il lastrico solare. Quest’ultimo però è stato sempre più limitato col tempo per la presenza di piante, fioriere e stendipanni disposti dai proprietari delle case che si affacciano, al punto da ritrovarsi delle vere e proprie delimitazioni d’area private. Quello che abbiamo fatto, quindi, è stato solo quello di riaccendere l’attenzione su quanto stesse accadendo e rimarcare la necessità di valorizzare in modo consono i beni comuni a partire da un luogo simbolo della nostra città». Cosa si è evinto dalla manifestazione? avete intenzione di coinvolgere la cittadinanza attiva in altre manifestazioni di questo tipo? «C’è stata innanzitutto una viva partecipazione durata per tutta la serata e i complimenti generali per chi l’ha organizzata. È stato inoltre evidente che l’assenza di confronto, messo in campo per la prima volta dopo tre anni dal Comitato che si è sostituito all’Amministrazione Comunale, ha scatenato una prima e immediata difficoltà vicendevole di comprensione ed empatia tra gli abitanti prossimi alla muraglia e i non residenti; qualcosa certamente superabile attraverso un maggior ascolto ma soprattutto a momenti di incontro. Da parte nostra continueremo a chiedere con maggior insistenza e costanza una presa di posizione da parte del sindaco ma soprattutto saremo pronti, in caso di reiterato silenzio o mancata risposta, a organizzare un’altra iniziativa capace di ricordare a tutti noi che la Muraglia, così come tantissimi altri pezzi di città lasciati al degrado o rinchiusi nel dimenticatoio dell’incuria, è e resta un bene comune». Marina Francesca Altomare
Autore: Marina Francesca Altomare