MOLFETTA - Per anni le strategie geopolitiche hanno inculcato nei meridionali la mentalità che «il posto sicuro nella burocrazia statale conferisce autorità e decoro». Tant'è che Filippo Turati scriveva che «l'industria dello sbafo è la più fiorente industria napoletana». Per questo motivo, secondo Futuro e Libertà, «alle regioni meridionali serve un cambio di rotta attraverso una modernizzazione delle infrastrutture e l'acquisizione da parte dei suoi abitanti di una mentalità imprenditoriale».
«Bisogna valorizzare le ricchezze delle nostre regioni in primis fornendo un adeguato supporto alla creazione d’imprese nell'ambito turistico ricettivo e alla formazione degli operatori in tale ambito. Purtroppo, questo continua a essere il punto dolente di chi il nostro Stato, le nostre Regioni e le nostre città governa. Ben poco per non dire nulla, è cambiato anche con il fantomatico Governo tecnico che attualmente regge le redini della politica italiana - si legge in una nota stampa di FLI -. Le attività turistiche rappresentano un fattore molto importante nello sviluppo delle Regioni del Sud, anzi dovrebbe essere convertito in una delle risorse basilari per lo sviluppo regionale. Oggi le Regioni del Sud sono interessate da un turismo stagionale legato alla presenza di magnifiche spiagge e di un mare la cui limpidezza e ricchezza di fondali nulla ha da invidiare al tanto famigerato mare dei caraibi. Un nuovo tipo di turismo, tuttavia, si sta diffondendo, un turismo legato alla bellezza ed alla varietà dell'entroterra delle nostre Regioni. Si dovrebbe puntare anche alla valorizzazione ed allo sviluppo del turismo rurale e dei parchi, incrementando la presenza di strutture agrituristiche ed ecocompatibili divenendo in tal modo elemento trainante per uno sviluppo sostenibile».
«Gaetano Salvemini, pugliese di Molfetta, ma trapiantato a Firenze, era solito dire a proposito dei finanziamenti governativi al Sud che anche i più onesti meridionalisti temevano avrebbero preso tutte le strade, per lo più illecite, tranne quella di incentivare lo sviluppo che l'acquedotto pugliese, del quale aveva seguito l'estenuante gestazione, “aveva dato più da mangiare che da bere” - continua FLI -. È probabile che i 2,3miliardi appena varati dal governo per il Sud faranno la stessa fine. Monti ha commesso lo stesso errore di valutazione di tutti i suoi predecessori, oltretutto in un momento di crisi e di austerità. In calo di popolarità e visibilmente in crisi di ispirazione, non deve aver resistito alla vanità di rendersi benemerito alle molteplici clientele meridionali che sapranno farne "migliore uso" di questo ulteriore dispendio di miliardi. Non è di questo che ha bisogno il Mezzogiorno che in un secolo e mezzo non ha trovato la forza di riscattarsi e continua a piangersi addosso, dando sempre la colpa agli altri».
«I fantomatici 2,3miliardi di soldi pubblici non si sa ancora sulla base di quali strategie verranno utilizzati. Noi non abbiamo ad esempio bisogno della Banca del Sud che sa tanto di minestra riscaldata, i meno giovani ricorderanno infatti la Cassa del Mezzogiorno che ha solo fagocitato tutti i miliardi messi a disposizione dallo stato per il Sud creando ben poco sviluppo ed ammodernamento infrastrutturale, ciò che servirebbe è un Ministero "ad hoc" che abbia come unico e solo scopo lo sviluppo delle infrastrutture turistiche e non del Sud - conclude il comunicato -. Il sole, la posizione geografica, la nostra cucina ed nostri prodotti tipici apprezzati in tutto il modo, la nostra solare ospitalità sono la nostra forza, costituiscono un dono che dobbiamo preservare con il nostro interesse. Coinvolgiamo i giovani, facciamo che siano loro ad imporre ai nostri pseudo-governanti, la forza di questa tematica, è vitale per il proprio futuro, un futuro libero dalle catene e dai ricatti derivanti dalle attuali prospettive lavorative».
© Riproduzione riservata