MOLFETTA - La canicola non dà tregua alle serate molfettesi, ma questa non è una notizia. Lo è invece la scarsa presenza di fontane e il loro stato d’incuria. Sono circa trenta le fontane presenti a Molfetta. Quindici ne ha verificato lo stato con dei risultati che lasciano perplessi, specialmente a discapito dell’immagine e dei servizi che sono offerti nelle zone di maggior passeggio. È stata valutata la disposizione nell’intera città delle postazioni, l’integrità delle stesse e la loro funzionalità.
Nelle periferie di Molfetta il completo deserto: i nuovi quartieri residenziali non hanno nessuna fontana a disposizione. Solo il quartiere 167 è dotato di 4 fontane che, però, funzionano a singhiozzo. Infatti, una è quella che dovrebbe essere presente nel Parco di Mezzogiorno, mai aperto, accanto alla scuola Zagami, l’altra è quella presente nella villetta in via Achille Salvucci, che però non funziona. Le ultime due funzionanti sono collocate su via Pio la Torre nel piccolo parco don Tonino Bello e nella villetta adiacente (foto).
Quest’ultima fontana, accanto all’edicola, ha una storia molto lunga. È stata molte volte danneggiata e riparata, con la continua manomissione del flusso, perché le tubature sono purtroppo lasciate scoperte dalla cassetta spalancata.
Insomma, una triste situazione specie per tutti coloro che gradiscono fare jogging per le tranquille strade di periferia, prive di punti di ristoro.
Il quartiere della Madonna dei Martiri è provvisto di due fontane. Una è quella del Molo Pennello, di cui
Quindici ha già segnalato le
infauste condizioni, mentre l’altra è quella di fronte la Basilica. Questa in origine presentava anche un rubinetto ad altezza uomo, oggi scomparso, lasciando soltanto la valvola posta in basso che costringe l’assetato a contorsioni impossibili (in particolare, per gli anziani). Il paradosso “alla molfettese” è palese nel centro cittadino.
Sono proprio le zone a maggior passeggio ad aver carenza d’acqua pubblica. Corso Umberto è all’asciutto e per rinfrescarsi dall’arsura di una passeggiata estiva bisogna recarsi ad alcune fontane come quella della villetta di via Baccarini, all’altezza del distributore di benzina, o a quella del Calvario. Ma è proprio a queste fontane che è stato rilevato in più occasioni un calo del flusso dell’acqua durante le ore serali, proprio quando maggiore è l’afflusso di gente che cerca ristoro. Il getto si riduce a un rivolo che crea code poco gradite per un piccolo sollievo.
Situazione insopportabile, se si pensa che da tempo la fontana del borgo, nei pressi del Duomo, è guasta e permette l’erogazione di un flusso irrisorio d’acqua. Per la gioia dei commercianti, era proprio quella fontana la più utilizzata. Nemmeno la villa comunale offre più una sorgente per dissetarsi, eppure in un glorioso e lontano passato era persino presente una fontana monumentale. Anche il lungomare è privo di fonti, la più vicina si trova su via Giovinazzo, per fortuna funzionante.
Differente è la situazione nel centro abitato, dove le fontane sono presenti in numero sufficiente. Eccezione per il bronx di Molfetta, piazza Paradiso, dove la fontana è stata completamente distrutta: demolito il piatto che raccoglieva l’acqua, rubata la manopola del rubinetto laterale e bloccato all’interno il pulsante del rubinetto di ultima installazione.
Mentre Molfetta annaspa in una magra figura con i forestieri e restano con la bocca riarsa i cittadini, i vandali distruggono le fontane e sonnecchiano le autorità competenti della supervisione e della manutenzione. Eppure, questo è un disagio molto sentito dalla cittadinanza e dai commercianti del centro per il calo di clienti che preferiscono il refrigerio dei grandi ipermercati. L’acqua dovrebbe essere un bene comune di prima necessità ed è la prima cosa che una città ospitale dovrebbe offrire.
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