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Finanza scopre truffa all'Inps: arrestati 4 funzionari
23 agosto 2004

BARI - 24.8.2004 Un danno all' erario per circa un milione e 500.000 euro, quattro funzionari di patronati arrestati, sette imprenditori agricoli sottoposti a misure di sorveglianza speciale ed altrettanti denunciati, 620 braccianti coinvolti nelle indagini: è il bilancio di un' operazione della Guardia di finanza che ha scoperto, nel territorio del sud-est barese, una truffa all' Inps per il settore agricolo. Le indagini, avviate nel mese di dicembre 2002, hanno permesso di rilevare che numerose imprese agricole avevano falsamente comunicato all'Inps l'assunzione di braccianti: le comunicazioni si sono, infatti, rivelate soltanto dirette a far percepire ai lavoratori indennità diverse (disoccupazione ordinaria e speciale, assegni familiari, maternità) e a far conseguire loro benefici ai fini pensionistici, assolutamente non dovuti. Dall'indagine è emerso che in alcuni casi addirittura le imprese agricole erano state create 'ad hoc' e risultavano prive di qualsiasi struttura organizzativa. Le indagini sono cominciate nel dicembre 2002 quando, durante normali controlli, i militari notarono forti discrepanze nelle dichiarazioni dei redditi o nelle denunce all' Iva di aziende agricole del territorio nel sud est barese che si estende da Acquaviva delle Fonti fino al limite della provincia tarantina sud, e la provincia di Matera. Alcune aziende - ha detto in un incontro con i giornalisti il cap. Mercurino Mattiace che ha diretto le operazioni - avevano presentato una denuncia dei redditi con un volume di affari molto basso rispetto alle centinaia di lavoratori che risultavano alle loro dipendenze, altre avevano ingaggiato molti braccianti per pochi ettari da coltivare e altre ancora non avevano alcun terreno da coltivare. Le indagini hanno accertato che funzionari di alcuni patronati, approfittando della loro posizione - i patronati, secondo gli investigatori, erano all' oscuro di tutto - avevano messo su un' organizzazione criminosa che offriva ai braccianti assunzioni fittizie, dietro versamento di 12.50 euro per ogni giornata di lavoro. Le assunzioni potevano essere di due tipi: o per un periodo lungo con l' obbligo di lavoro per alcuni giorni o del tutto fittizie senza obbligo di lavoro. Garantivano però ai braccianti il pagamento da parte dell' Inps di indennità e contributi previdenziali. La somma che i braccianti versavano era successivamente spartita tra le aziende agricole che garantivano le assunzioni fittizie e i funzionari che avevano organizzato la truffa. I militari hanno accertato 35.600 giornate agricole comunicate falsamente all' Inps. La persone arrestate, alle quali sono stati concessi gli arrestai domiciliari, sono i funzionari dei patronati: Pasquale Manzari, di 38 anni, e Laura Labate, di 44, entrambi di Turi, Raffaele Borreggine, di 35, di Acquaviva delle Fonti, e Giuseppe Monti, di 38, di Rutigliano, tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa allo Stato. Avevano - secondo la Guardia di finanza - differenti funzioni: Manzari era il principale organizzatore della truffa, Monti si occupava di gestire l' iter delle pratiche, Borreggine, che è un consulente del lavoro, aveva i contatti con i fittizi imprenditori agricoli e Labate si occupava di ingaggiare i braccianti. Borreggine era in possesso, inoltre, di dati che gli consentivano di stilare falsi attestati per l' affitto dei terreni agricoli. La truffa si è sviluppata soprattutto nei centri di Rutigliano, Gioia del Colle, Turi e Casamassima. Proseguono le indagini per accertare la posizione degli imprenditori agricoli dal momento che - secondo gli investigatori - molti di loro sarebbero stati a conoscenza delle truffa. Ma ulteriori accertamenti saranno fatti anche sui braccianti: alcuni hanno in parte lavorato, altri non hanno lavorato per nulla ma, secondo ipotesi investigative, non è da escludere che fossero a conoscenza della truffa. Gli arresti sono stati compiuti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Bari Vito Fanizzi su richiesta del pm Domenico Seccia.
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