Finanza ed economia reale: la crisi vista dalle imprese molfettesi quotate in Borsa
Tavola rotonda allo Sporting con Exprivia, Ciccolella e il presidente Confindustria Puglia De Bartolomeo
Qual è l'entità della crisi finanziaria in atto? Quali sono le ripercussioni sull'economia reale? Come stanno reagendo le imprese? Quanto durerà? E nel frattempo che fare? Cosa può fare la politica? Sono i quesiti del momento che si pongono tutti: imprenditori, politici, economisti, professionisti, lavoratori e famiglie, a dimostrazione che la crisi inizialmente finanziaria e tutta americana, sta aggredendo anche l'economia reale e non risparmia nessuno e nessun territorio può dirsi immune. Puntuale ai temi dell'attualità, come fa da qualche mese a questa parte, il Circolo Sporting di Molfetta, presieduto dall'ing. Lillino Di Gioia, ha messo intorno ad un tavolo alcuni protagonisti di punta dall'imprenditoria pugliese: il presidente di Confindustria Puglia l'ing. Nicola De Bartolomeo, e due eccellenze dell'imprenditoria pugliese e molfettese in particolare: Domenico Favuzzi presidente di Exprivia e Vincenzo Ciccolella presidente del Gruppo Ciccolella che opera nel florovivaismo, due aziende che hanno scelto e con successo la finanza, ossia la quotazione in Borsa, per i propri progetti di sviluppo e crescita. La crisi finanziaria e le ripercussioni sull'economia reale è stato i tema del dibattito, moderato dal giornalista economico del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno, dr. Felice de Sanctis, direttore di Quindici, di fronte ad un auditorio attento e stimolante, con una gran voglia di capire i punti positivi a cui aggrapparsi in attesa che passi la bufera. “In questo momento – ha esordito l'ing. Nicola De Bartolomeo – si rischia di trasmettere pessimismo, invece bisogna essere propositivi, guardare agli elementi positivi per tamponare questa crisi. Se ci lasciamo prendere dalla tentazione di chiuderci in noi stessi, si rischia una catena dannosa. La situazione è grave, perché per la prima volta la crisi non riguarda un settore particolare o un determinato territorio, ma coinvolge tutti: imprenditori, professionisti, banche, lavoratori e famiglie. Questa crisi sta costringendo gli attori a rivedere il proprio modo di fare. Mai prima si faceva attenzione al consumo di energia o a risparmiare sulla cancelleria. Questo significa che si incominciano a lasciare le cattive abitudini per continuare a produrre. Una cosa è certa le imprese che sapranno tamponare questa crisi saranno le vincenti di domani”. Su come stanno vivendo questo momento le imprese del Sud, De Bartolomeo ha delineato un quadro non certo ricco di colori, ma con qualche elemento positivo. “Gli effetti della crisi si sentono soprattutto al Nord, cresciuto molto in questi anni. Sono spaventati, alcuni imprenditori sembrano degli zombi. Basti dire che ritiene di star bene chi accusa cali di perdite del 30-35%. Noi meridionali invece, forse perché abituati da sempre ad operare in situazioni di perenne difficoltà di vario genere, siamo più propositivi e sono certo che con la nostra creatività, e intraprendenza, potremo raccogliere le opportunità”. Su che fare, De Bartolomeo ha lamentato una certa lentezza della politica nel capire la gravità della situazione. “Ora sarebbe necessario cantierizzare subito le opere pubbliche programmate, perché sono lavori che creano subito occupazione ed immettono denaro fresco nel circuito economico”. La conclusione ha riguardato la realtà molfettese: “In soli 10 anni si è sviluppata una zona industriale che è un gioiello e quando saranno ultimate le urbanizzazioni, ci saranno tutte le condizioni per un salto di qualità importante. Molfetta è una città che non ha nulla da invidiare a nessuno in termini di determinazione, coraggio e intraprendenza”. E' stato l'assit per lasciare la parola al dott. Domenico Favuzzi, presidente di Exprivia, che ha raccontato la genesi di un'idea di quattro ragazzi neolaureati che, nel 1988, di fronte all'alternativa lasciare Molfetta, scommisero su se stessi e sul proprio coraggio. Nasce così Abaco System che realizza software per le aziende. Acquisite conoscenze ed esperienze, a cavallo del 2000, mentre il boom di internet comincia a sgonfiarsi, prende piede il progetto ambizioso di puntare sull'Information Tecnology. Roma, Milano e il Nordest sono i mercati più qualificati, dove ci sono le grandi imprese, soprattutto banche. Abaco rafforza la sua presenza in quei territori con l'acquisizioni di altre aziende del settore. Nel 2006 nasce il logo Exprivia e la scelta di quotarsi in Borsa. “La finanza – dice Favuzzi - è uno strumento che consente di progettare il futuro, di entrare in un contesto di elevata competitività”. Oggi Exprivia è una società che ha sede legale a Molfetta, con 1.200 dipendenti, di cui 500 lavorano nell'area Bari – Molfetta, con un fatturato 100 milioni di euro. Classica la storia del Gruppo Ciccolella raccontata dal presidente Vincenzo Ciccolella. “L'azienda nasce alla fine degli anni '60, quando papà da ortolano sceglie di produrre fiori. Poi arrivarono le prime serre in legno, l'ingresso di noi figli in azienda, la scommessa di guardare anche al mercato estero. Un trend di crescita che si stava saturando alla fine degli anni '90”. Poi la svolta: l'accordo con la società energetica Edison e la scelta di posizionare le serre a ridosso delle centrali elettriche. “Nel nostro settore il costo energetico per la climatizzazione delle serre è del 30%. Utilizziamo essenzialmente l'energia termica di scarto prodotta delle centrali con un processo di cogenerazione, attraverso il sistema del teleriscaldamento. Sono nati così gli stabilimenti di Melfi e Candela. La scelta di quotarsi in Borsa è stata necessaria per poter contare sulle risorse indispensabili per gli investimenti”. Una scelta non facile: “Quotarsi in Borsa significa cambiare totalmente. La complessità e la qualità dei controlli, costringe le aziende ad essere trasparenti sul piano contabile e amministrativo. Significa essere in regola con i contratti di lavoro, pensate cosa vuol dire questo in un contesto dove il lavoro in nero, l'evasione fiscale, sono una costante”. Sul momento di crisi, anche Vincenzo Ciccolella ha lamentato una certa lentezza e inefficienza della burocrazia, che, alla fine, finiscono per danneggiare le aziende, frenando gli investimenti. Stessa lentezza si registra con la politica, spesso assente e, quando si manifesta, lo fa con invadenza e una certa ingerenza. “Eppure il primo creditore delle aziende è proprio lo Stato che deve al sistema delle imprese circa 60 miliardi di euro”. Oggi il Gruppo Ciccolella ha 2.000 dipendenti in tutto il mondo, circa 800 sono in Puglia, il fatturato è di 500 milioni di euro. “Le prospettive di crescita dipenderanno da come evolverà dalla crisi generale. Noi stiamo cercando di mantenere gli stessi livelli di produzione e di occupazione”. Exprivia e Ciccolella due esperienze di economia reale così diverse, ma così simili. Entrambe cresciute attraverso la finanza (quotazione in Borsa), ma su un progetto imprenditoriale basato sull'innovazione tecnologica e sull'economia reale. In pratica, due esempi di buona finanza e buona economia a Molfetta.
Autore: Francesco Del Rosso