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Finanza contro il gioco d'azzardo: 6 arresti, 19 indagati, sequestrati beni per 5 milioni di euro
23 novembre 2006

BARI - Sempre attiva la Guardia di Finanza provinciale a contrasto della criminalità. Militari del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo Polizia Tributaria Bari, all'esito di una complessa ed articolata attività d'indagine delegata, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 persone (di cui 3 in carcere e 3 ai domiciliari) ed al provvedimento di sequestro di beni per un valore complessivo di 5 milioni di euro, emessi dal G.I.P. di Bari, nella persona della dott. Giuseppe De Benedictis, su richiesta del Sost. Proc. dott.ssa Elisabetta Pugliese della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari. Le indagini, avviate nel dicembre 2004, hanno consentito di appurare che le società facenti capo ai soggetti destinatari di misura cautelare in carcere, distribuivano in varie regioni d'Italia, con particolare riguardo Campania e Calabria, schede di gioco illegalmente modificate che consentivano a compiacenti proprietari di sale gioco, di trasformare, sostituendole alle originali, gli apparecchi da intrattenimento in videopoker. Nel corso delle attività è anche emerso che alcuni clienti avevano perso al gioco, in pochi giorni, ingenti somme, con la conseguenza paradossale di dover chiedere prestiti di denaro agli stessi titolari delle sala giochi per far fronte ai loro bisogni familiari. Tutti i soggetti tratti in arresto dovranno rispondere di associazioni a delinquere dedita alla commissione di truffa (artt. 416, 640 e 61 del codice penale). Inoltre, per quanto riguarda uno dei personaggi raggiunto da ordinanza in carcere è stato accertato che lo stesso, sottoposto a misura di prevenzione della sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno, pur risultando formalmente nullatenente, era di fatto titolare di diverse società intestate ai propri generi e parenti, raggiunti dal provvedimento ai domiciliari. Tale accorgimento è stato utilizzato dal suddetto per evitare che le società e tutto il patrimonio nel tempo accumulato, riconducibile agli ingenti illeciti profitti derivanti dal contrabbando di t.l.e. svolto in passato dall'arrestato, fosse sottoposto a sequestro ai sensi della normativa antimafia che specificamente prevede tale possibilità allorquando sussista il requisito della sproporzione tra patrimonio posseduto e redditi dichiarati dal sorvegliato. Per tali ragioni all'arrestato è stata contestata, in concorso con i parenti posti ai domiciliari, anche la violazione dell'art. 12 quinquies della Legge 356/92 – trasferimento fraudolento di valori-. In conseguenza di ciò, su disposizione del magistrato titolare dell'indagine, i finanzieri del Gico, hanno proceduto ad effettuare indagini economico patrimoniali che hanno consentito di rilevare che il sorvegliato speciale di p.s., a fronte di redditi dichiarati appena sufficienti a garantire il sostentamento quotidiano, aveva accumulato un patrimonio composto da 9 immobili (tra i quali 2 lussuose ville, un deposito sito nella zona industriale di Bari, 2 negozi siti in pieno centro), 7 autoveicoli (tra i quali BMW serie 5 ed Audi, nonché un camper) e 5 società (alcune operanti nel mercato ortofrutticolo di Bari, altre di distribuzione dei videogiochi) con relativi compendi aziendali, ora sottoposti a sequestro. Oltre alle persone colpite da provvedimento si è proceduto alla notifica di avviso conclusioni indagini nei confronti di ulteriori 13 soggetti tra i quali risultano numerosi titolari di bar e sale gioco nonché l'amministratrice ed i collaboratori di una società del torinese che forniva le schede gioco modificate.
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