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Filippo Cifariello, la vita, l'arte, gli amori, il libro di Nicola Mascellaro presentato a Molfetta
10 dicembre 2014

MOLFETTA - “Arte 54” è un piccolo angolo d’arte a Molfetta, in via Baccarini, una galleria animata appasionatamente da Franco Valente, che ospita di volta in volta vari artisti e diverse collezioni, riuscendo a dare loro la giusta importanza e il giusto rilievo, nonostante abbia uno spazio limitato. Questa volta questo spazio è stato dedicato alla presentazione di un libro che di artistico ha il suo protagonista, il suo soggetto principale, ovvero Filippo Cifariello, artista molfettese, nato nel 1864, trasferitosi a Napoli a soli tre anni e seguace del verismo napoletano, in particolare della scuola di Vincenzo Gemito. Durante la sua vita artistica ha prodotto opere scultoree in marmo, argento, bronzo e terracotta, raggiungendo risultati tali da venire ricordato da De Chirico come un uomo “con più di sette corde nella sua cetra”. I suoi lavori sono sparsi tra Molfetta (monumento a Giuseppe Mazzini), Bari, Napoli, Roma, Berlino e altre città.

 Il libro, il cui titolo completo è “Filippo Cifariello – la vita, l’arte, gli amori” (De Marsico Editore) è opera di Nicola Mascellaro, storico, che in passato è stato anche responsabile dell’archivio fotografico della “Gazzetta del Mezzogiorno”; con l’introduzione di Clara Gelao, Direttore della Pinacoteca Provinciale di Bari. Sulla copertina campeggia il monumento equestre ad Umberto I, situato a Bari, nella piazza omonima, inaugurato nel 1905, realizzato in bronzo e considerato uno dei migliori esempi di scultura di fine Ottocento; nonché unico esemplare in Puglia di statua equestre dedicata a un sovrano. Il libro è stato scritto in occasione dei 150 anni dalla nascita dello scultore tardo-ottocentesco. Si tratta dunque di una biografia, che però l’autore sceglie di far iniziare dalla fine, da un momento saliente della sua vita, esattamente dal 1905, anno in cui Cifariello uccise la moglie, Maria De Browne; omicidio per cui è stato assolto dopo due anni per vizio totale di mente, grazie alla sua popolarità e alla difesa dell’avvocato Gaetano Manfredi.

Assieme all’autore c’era il professor Gaetano Mongelli, Docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Bari, che ha presentato il libro e lo stesso artista, raccontandone appunto la vita, l’arte e gli amori, dedicando un’attenzione particolare al rapporto travagliato con l’allievo Giulio Cozzoli, il quale si distaccò totalmente dal maestro nel 1909, trasferendosi a Roma. Il prof. Mongelli ha definito l’opera di Mascellaro come uno di quei libri che fanno bene alla storia dell’arte perché permettono di comprendere un artista a 360 gradi.

Mongelli ha esposto anche un excursus  sugli altri artisti meridionali degni di lode (ad esempio l’architetto De Iudicibus), contemporanei di Cifariello e purtroppo non ben conosciuti come altri colleghi d’oltralpe. Si è soffermato poi sulla figura del padre dello scultore, definito “genialoide” e volendo, imprenditore di sé stesso, poiché si è ingegnato nei lavori più svariati tra i quali quello di pittore e figurinista. Il professore ha tra l’altro curato la donazione Piepoli Spadavecchia al Museo diocesano, inaugurata nel 2013, tra le cui opere è presente anche un busto proprio di Cifariello.

© Riproduzione riservata

Autore: Rossana Petruzzella
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