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Festa patronale a Molfetta: attenzione agli sconfinamenti politica- religione. Una nota di Rino Gigante
04 settembre 2022

 MOLFETTA – La Festa patronale della Madonna dei Martiri si avvicina. In vista di questo avvenimento registriamo l’appello, che condividiamo, del prof. Lazzaro Gigante al vescovo di Molfetta mons. Domenico Cornacchia ad evitare che il sindaco Tommaso Minervini monopolizzi la festa con una predica sul sagrato della Cattedrale, come avvenuto per la festa di S. Corrado.

E’ vero che non siamo più in campagna elettorale, ma gli sconfinamenti sono sempre quantomeno inopportuni. Libera Chiesa in libero Stato.

Non ripetiamo gli errori di certi personaggi equivoci come Salvini e la Lega che strumentalizzano la cristianità per i peggiori fini politici. La Laicità va sempre difesa e la stessa Chiesa deve prendere le distanze dalla politica, come, del resto, insegna Papa Francesco.

Ecco il testo: «Una preghiera al vescovo di Molfetta, Mons. Cornacchia.

Stanno mettendo i pali che reggeranno le luminarie della festa della patrona Madonna dei Martiri. Essa, rispetto a quella del patrono San Corrado, è stata sempre la massima espressione della domanda religiosa dei molfettesi credenti ed ha resistito, non sempre vincendo, alle intrusioni “commerciali” degli ultimi tempi.

Ora, mi piacerebbe che non venga impoverita dalla deprimente variazione introdotta nella festa del patrono, cioè il “discorso” finale del sindaco sul sagrato della cattedrale, irritualmente invitato a parlare.

Questa mia preghiera nasce dalla constatazione che la campagna elettorale in corso è fortemente inquinata, grazie a Salvini, dall’uso equivoco della parola “credo”, quella che sin da bambini ci è stata insegnata come sinonimo dì fedeltà, coerenza, anche sacrificio per le conseguenze civiche degli impegni scomodi e dei valori che essa esalta.

Mi auguro veramente che almeno la celebrazione con la processione di settembre sia la più trasparente possibile, carica di speranze in una città migliore, prudente nell’uso della pietà popolare, rispettosa veramente di essa, estranea a nuove forme di saluti e giustapposizione di ruoli, senza parole multiuso e atteggiamenti cortigiani.

Insomma che, nel nostro piccolo borgo, la festa prossima sia un’urgente e solenne smentita di questa tremenda affermazione: «la decadenza della Chiesa è l’altra faccia del declino italiano».

Lazzaro Gigante

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