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Felice Spaccavento: processo politico senza dignità
15 febbraio 2021

Torna a farsi sentire il dott. Felice Spaccavento, medico anestesista candidato di Molfetta alle ultime elezioni regionali e indicato da tanti, recentemente anche da Rifondazione comunista, come possibile candidato sindaco e leader di un rinnovato centrosinistra a Molfetta. Dopo l’invito di Rifondazione comunista, Spaccavento si dice sorpreso: «Sono rimasto molto sorpreso, ieri, quando sono stato raggiunto da questa notizia mentre ero, come sempre, al lavoro. In pochi minuti sono stato raggiunto da un numero incredibile di messaggi e telefonate, e mi sono accorto che evidentemente era successo qualcosa di importante. E non mi sbagliavo, visti i contenuti del documento politico di Rifondazione Comunista che mi sembra segni una svolta molto significativa e importante nel panorama politico locale. Ora, in attesa di approfondire meglio e di confrontarmi innanzitutto con la comunità politica che mi è stata accanto in questi mesi, posso solo ringraziare gli amici e i compagni del Prc per l’attenzione che mi hanno riservato e per la fiducia nei miei confronti che traspare dalle loro parole. So bene che il risultato che ho conseguito alle elezioni regionali mi investe di una responsabilità importante alla quale non intendo sottrarmi, ma questo è il tempo di discutere di progetti piuttosto che di persone. Condivido, quindi, l’esigenza di lavorare sui contenuti, sulle proposte e sui programmi per ricomporre tutta l’area riformista, progressista, realmente civica, democratica e ambientalista che si contrappone all’attuale amministrazione, in modo da costruire un’alternativa forte e credibile in vista delle prossime elezioni amministrative. Per quello che mi riguarda, farò certamente la mia parte fino in fondo insieme a tante e tanti altri, rispettando però punti imprescindibili nella mia vita quali, la mia famiglia e i miei pazienti. Grazie come sempre». Indubbiamente nel panorama politico molfettese la figura di Spaccavento rappresenta una novità assoluta e soprattutto un’inversione di tendenza, soprattutto di fronte ai riciclati del centrodestra, liste civiche che puzzano di usato insicuro e di candidati che passano da destra a sinistra e viceversa, voltagabbana storici come Saverio Tammacco, che raccattano voti inutili solo per conquistare una poltrona, pur che sia, non importa dove. Aver spinto a fare il suo nome, lo stesso partito della Rifondazione comunista – sempre restio ad alleanze pasticciate a sinistra e sempre geloso della propria autonomia e diversità, anche nella presentazione delle liste – è indubbiamente un fatto positivo e un titolo di merito per Spaccavento. Ma c’è il rischio che questa fuga in avanti, anzitempo, possa finire col bruciare questa candidatura emersa dopo anni di mancata leadership dalla scomparsa di Guglielmo Minervini. In realtà, va detto che anche il centrodestra di Tommaso Minervini mascherato da centrosinistra, quel pasticcio, definito da “Quindici” ciambotto istituzionale, ormai irrancidito, ha avanzato una proposta di alleanza “a vita” al Pd in occasione della cosiddetta verifica amministrativa. Un patto non di legislatura, ma di alleanza già per la prossima tornata delle elezioni comunali, dove le liste civiche si presenterebbero tutte unite non per un programma politico che non esiste, ma per un programma di potere e di gestione della città per altri 5 anni. Un patto col diavolo che è franato al primo ostacolo e oggi quella coalizione è a pezzi con soggetti emarginati, altri personaggi umiliati e confinati in un angolo e il Pd in bilico tra un futuro politico e di programma e un raccatto di poltrone che non si vogliono mollare. Ma il congresso è alle porte e dovrà fare chiarezza. Ed è ancora Felice Spaccavento a dire la sua sul controverso documento politico del commissario del Pd, Saverio Campanella, che plaude alla soluzione della “verifica”. Una vera crisi politica, dalla quale solo il sindaco Minervini è uscito vincitore e più forte come non lo era stato prima, quando era ostaggio di Tammacco, per il quale, al di là del lucroso stipendio come consigliere regionale (ma forse a lui interessava solo quello), si è ritrovato senza potere e senza soldati, essendosi frantumata la sua invincibile (?) armata dal presuntuoso nome di “Noi”, oggi divenuta “ognuno per sé” a raccattare quello che si può. Dice Spaccavento, commentando quel documento: «Mi chiedo se il popolo del vero centro sinistra a Molfetta che si sente vicino al Pd condivida questo processo. Quello di una giunta, che quasi tutta ha appoggiato FITTO ed ora fa finta che non sia successo nulla. La politica, a mio parere, deve essere DIGNITOSA. Non è punto e a capo. Non è amnesia. E’ un sacrificio per gli altri non divertimento per pochi. E’ visione di progetti comuni. E’ costruzione con fondamenta solide, non pali di truciolato piantati in una palude. Io in questo processo politico non vedo alcuna dignità. Spero che chi ha ancora voce in questa comunità, possa gridarlo e condividerlo perché solo così si finisce con l’Io e si comincia con il NOI. Perdonatemi ma non potevo tacere». Colpito e affondato il Pd di Piergiovanni, Facchini e Piero de Nicolo, anche qui fatto di vecchi e usurati personaggi politici che si ripropongono ancora per il futuro, ripartendo dal passato. Il Pd deve decidere il suo futuro e il congresso sarà la prova del nove, la sentenza senza appello per dire da che parte sta: se nel centrosinistra oppure nel ciambotto di destracentro delle liste civiche opportuniste e dall’incerto colore oppure in una convinta alleanza, alternativa a questo pasticcio politico senza storia, né dignità. © Riproduzione riservata

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