MOLFETTA - Nel “Far West Molfetta” non servono più regole, per niente e per nessuno. Basta frequentare il “saloon” dello “sceriffo della nutella” in processione nei weekend. Tutti i frequentatori del “saloon”, lecchini e postulanti vari, possono far tutto con il suo beneplacito: piazzare cassette dovunque e comunque (sui marciapiedi, nei portoni, nei nuovi quartieri di espansione urbana); spargere ingombranti per ogni dove, in campagna e in città a tutte le ore del giorno e della notte (sanitari, divani, poltrone); abusare del centro storico, della città nuova, delle lame, delle campagne, anche dell’orto della zia; abbattere alberi, deturpare il verde, risana lo “sceriffo della nutella” e i suoi cowboy; piazzare i mega-cartelloni pubblicitari dappertutto, davanti alle scuole, davanti agli uffici pubblici, intorno alle rotonde comunali (che hanno il prato inglese al centro, e il muro di Berlino intorno), non ha importanza se non si vedono più nel “Far West Molfetta” i palazzi e i giardini, gli alberi e le scuole, basta Molfetta appaia una città estremamente dinamica, brulicante come una città del Far West.
Allo “sceriffo” e ai suoi “compari” non interessano le regole, nemmeno quelle della Corte Costituzionale, dinanzi alla quale, se potesse, piazzerebbe una decina di ambulanti abusivi della frutta e qualche mega cartellone pubblicitario. Magari “fodererebbe” tutto il palazzo della Consulta di manifesti abusivi, sempre se potesse, ma non è detto che fino alla fine non ci riesca. Conosciamo molto bene la sua ferma volontà, il suo decisionismo, la sua ferma caparbietà nel far degenerare il tutto in Qasbah (antico quartiere di Algeri), in bidonville (famose quelle del Bangladesh), oppure molto semplicemente in Far West (famosi i film di Sergio Leone, ma anche il remake diretto dallo “sceriffo della nutella”).
Ma tanto altro ancora si può fare nel “Far West Molfetta” dove non mancano le pistolettate, le bande criminali, le auto incendiate a grappolo, gli assalti alla diligenza (banche, supermercati, saloon), proprio come in ogni film di Far West.
Infatti, appena usciti dall’autostrada, imboccata la provinciale per Molfetta, all’approssimarsi del sottopasso di via Terlizzi (una specie di porta di accesso alla città), piovono addosso decine di cartelloni pubblicitari che inondano anche le strade circostanti. Ma non è finita qua.
È un’ondata di manifesti selvaggiamente affissi, su tutte le pareti, anche di alcune aziende comunali (foto). Il sottopasso ferroviario non sembra più essere stato costruito in pietra, ma in cartapesta e della peggior specie. Un vero “sottopasso degli orrori”. Tanti rettangoli multicolori, dove si pubblicizza di tutto, dal corso di perfezionamento per la rimozione del callo, al corso di specializzazione per imbonitore selvaggio di prodotti patacca, insomma spettacoli, sagre, vendite all’asta, di tutto di più. Ogni angolo del “Far West Molfetta” è adatto alla bisogna, è invaso da questa carta patinata dai colori più variegati e orribili.
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