Evitare le strumentalizzazioni sui Ds
Caro direttore,
le vicende, che come un terremoto hanno scosso i democratici di sinistra di Molfetta, rischiano di diventare terreno fertile per facili strumentalizzazioni. Per questo sento l’esigenza di scriverLe e fare chiarezza su alcune questioni. Intanto voglio esprimere la mia solidarietà a Peppino Panunzio e Michele Natalicchio. In questi mesi di impegno politico della Sinistra Giovanile e del partito la segreteria è sempre stata attenta alle posizioni dei giovani, non solo dimostrando fiducia, ma proprio investendo umanamente ed economicamente, per quello che era possibile, nelle risorse nuove che al partito si affacciavano. Ma questo non è bastato a scongiurare un risultato tanto duro ed inequivocabile. Sono stato tra i primi, dopo un’analisi approfondita con la Sinistra Giovanile, a chiedere l’azzeramento. Il mio, quello del segretario, quello del direttivo. Non per fare cacce all’uomo, non per immolare capri espiatori. All’indomani delle elezioni non era certo il congresso nazionale, né tanto meno la data, ma era evidente che a Molfetta non si potesse prescindere da un passaggio tanto necessario. Ciò non significa - e questa era la mia posizione, più volte specificata - dimissioni in tronco, ma serio traghettamento del partito e delle nuove energie che si stanno avvicinando al congresso. E’ lapalissiano che un segretario in carica da appena un anno non possa avere le responsabilità politiche della debacle di un partito tormentato per anni da lacerazioni interne e crisi di identità (locali e nazionali). Oggi occorre cambiare orizzonti, progettare prima di dire e fare, dischiudersi da posizioni incrostate, dialogare con tutto il popolo della sinistra che fino ad ora nel partito non è voluto entrare, con il mondo del lavoro, dei giovani, dei più deboli, delle associazioni. Non è più possibile trascinarsi ancora verso altre candide “delusioni” elettorali. Il partito ha bisogno di rinnovarsi, …di rinascere. Vede, direttore, i DS a Molfetta, come lei sa bene, sembra che non abbiano fatto altro che smistare immorali trasformisti verso mete non ben definite. Credo sia stato un bene. Ma chi ha fatto coerentemente tutte queste battaglie ed ha diretto il partito in questi anni, inevitabilmente oggi è logorato, scaricato, quasi rassegnato ad un dato inevitabile. Credo ci si sia cristallizzati su progetti ed intuizioni non più condivisi dalla base. Sicuramente non più dai molfettesi. I DS devono ritrovare un progetto forte su cui aggregare. Un’idea di partito – prima di tutto -, un’idea di coalizione, un’idea di città. Chi fino ad oggi ha guidato il partito deve fare un passo indietro per consentire che questo avvenga nella maniera più armoniosa possibile. In un grande partito come il nostro serve anche questo. Come abbiamo già dimostrato in passato non siamo attaccati né alle poltrone, né al potere e questa esaltante esperienza di ricostruzione deve essere espressione partecipata di tutti. Sono sicuro che tutti i compagni contribuiranno a tali obiettivi. Sarebbe stato più sereno un passaggio guidato da Panunzio, ma comprendo che la stanchezza di questi mesi, la delusione elettorale, le diatribe interne e magari anche la posizione dei giovani DS possano condurre una persona trasparente e disinteressata come Peppino a dimettersi.
Spero non sia il preludio dello scontro tra antichi rancori. Non sarebbe tollerabile. Ho voglia di fare Politica con la P maiuscola, ho voglia di rendere la nostra città più giusta, più vivibile, più bella e piena di opportunità. Credo si possa fare in qualche misura anche dall’opposizione. Bisogna solo sapere verso dove si è diretti… il vento non è mai favorevole a chi non sa dove andare.
Corrado Minervini